Via d'uscita dall'inferno
Una storia d'amore segnata da un assurdo incidente stradale. Susanna Tamaro e la gioia di un incontro che cambia la vita.
Può essere letto come un diario o ancora, forse, come una lunga lettera che il marito scrive alla moglie Nora, morta tragicamente in un incidente stradale, assurdo, incomprensibile. La sua automobile, proprio davanti agli occhi del marito, precipita giù dal viadotto portandosi via con sé il figlio Davide già nato e l’altro che era ancora nel grembo della madre e sarebbe nato da lì a poco. Questo fatto modifica in modo radicale la vita del protagonista, il narratore, che si perde nell’incoscienza dell’alcool, nella sperdutezza di tante donne e di nessun amore, nel gelo che è calato nel suo cuore e che rende per tanti anni impossibili rapporti umani veri.
Il recupero memoriale del proprio passato e soprattutto delle persone e degli incontri che hanno cambiato la sua vita avviene in lunghi flashback raccontati da un uomo che ha perso tutto e che si è isolato sulle montagne per capirsi e riguadagnare tutto. Vivendo in solitudine in mezzo alla natura e tra gli sguardi stupiti di chi lo incontra lì sulle montagne, riconquista nel tempo uno sguardo nuovo sulla realtà e sul mistero della vita soprattutto attraverso la memoria della moglie Nora, che sarà con lui per sempre. È un lungo viaggio per incontrare di nuovo la moglie, tra le pieghe del dolore, tra i fantasmi della propria psiche, un viaggio che lo conduce a capire che la perdita è necessaria per una nuova conquista e una rinascita. La nostra umanità può cambiare solo attraverso un incontro con un’umanità che vive più veramente e intensamente la realtà.
Così riflette il protagonista:
«Che cos’è il male? Ha un volto? Un nome? Una voce? O invece è silenzioso, invisibile, implacabile – penetra nei nostri pori, si mescola alla nostra circolazione, alle nostre ossa, al nostro sistema nervoso e – senza che ce ne accorgiamo – diventa parte indivisibile di noi stessi? E quanti mali ci sono? C’è il male più rozzo, più istintivo – il male dei violenti, degli assassini e poi esistono i mali più sottili, i più manipolatori […]. «Come si fa a diventare così saggi?» mi ha chiesto una persona, una volta. «Si deve attraversare l’Inferno» gli ho risposto. «Per andare in alto è necessario, prima scendere molto in basso». «Ma come si fa ad uscire dall’Inferno?» ha incalzato il mio ospite. «Bisogna affidarsi agli incontri».
Il marito capisce davvero la portata dell’incontro della moglie solo ora che lei è morta. Ora comprende che Nora è per lui come un maestro, che lo ha condotto alla ricerca della verità di sé e della realtà. Capisce la fede e la speranza che animavano la moglie. Finalmente, potrà accettare di vivere il rapporto con quel figlio, che diciotto anni prima era nato da un’avventura sentimentale, dopo la morte della moglie, e che lui aveva rifiutato. Forse, proprio qui, al termine del romanzo, quando il padre conosce questo figlio, inizia davvero la sua nuova avventura: non tanto nel rapporto con la natura che contraddistingue gran parte della storia, ma nella decisione di incontrare davvero l’umano.
Susanna Tamaro
Per sempre
Giunti, pagine 224, euro 18.