Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Bruno a cura di Ermes Dovico
Parigi

Vescovo e Macron d’accordo per stravolgere Notre Dame

Ascolta la versione audio dell'articolo

È arrivato alle fasi finali il concorso per artisti con il quale Macron intende stravolgere la cattedrale parigina. La richiesta di rompere con il passato, vetrate incluse, viene anche dall’arcivescovo Ulrich. Ma c’è chi cerca di fermare lo scempio.

Attualità 17_09_2024 English Español
Lavori di restaurazione di Notre Dame dopo l'incendio del 2019 (set 2024, Ap-LaPresse)

Il prossimo 8 dicembre la campana suonerà per annunciare a tutto il mondo, non solo a Parigi, che a Notre Dame si torna a celebrare Messa, sebbene i lavori non siano ancora ultimati. Per una solennità dell’Immacolata dal sapore tutto speciale era stato invitato anche il papa, ma Francesco ha declinato l’invito.

Ma non è per questo che s’è tornato a parlare di Notre Dame, bensì perché è arrivato alle fasi finali il concorso per artisti con il quale Emmanuel Macron intende stravolgere la cattedrale: sono rimasti in otto gli artisti incaricati di elaborare un progetto destinato a sostituire le vetrate, icone della cristianità, con simboli che, pare, richiamerebbero il transumanesimo. Resta ancora avvolto nel mistero il progetto finale, ma la richiesta di rompere con il passato e abbracciare la modernità non è arrivata solo dal président jupitérien: è l’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, il promotore per eccellenza di una Notre Dame ‘nuova’, e spinge perché l’Eliseo riesca a superare le obiezioni degli storici dell’arte per lasciare che la cattedrale restaurata sia espressione «della Francia di oggi».

La chiesa madre dell’arcidiocesi della capitale francese, e la seconda chiesa più visitata al mondo dopo San Pietro, avrebbe delle vetrate che ricordano troppo il Medioevo. E così, il presidente e il monsignore, ignorando il parere della Commissione nazionale per i beni e l’architettura (CNPA) che si è fermamente opposta alla sostituzione, viaggiano ostinati verso la realizzazione di nuove vetrate per le sei cappelle della cattedrale. I francesi, gli storici dell’arte e la CNPA considerano la cancellazione delle stesse, insieme ai nuovi decori artistici, arredi liturgici e vasi sacri, un’azione di «vandalismo». 

Era il 15 aprile 2019, l’inizio della Settimana Santa, quando un incendio da mano ignota – che nel frattempo ha provveduto a dare fuoco anche a qualche altro centinaio di chiese cattoliche, a meno che non siano tutte vittime di uno strano fenomeno di autocombustione – ingoiava gran parte di una delle cattedrali simbolo della cristianità occidentale. I tre rosoni, così come le vetrate delle pareti e dell’abside, però, si salvavano.

Ed esattamente due giorni dopo l’incendio del 2019, Macron già sognava per Notre Dame un destino diverso. Inizialmente aveva promosso l’idea di un «gesto architettonico contemporaneo», proponendo un concorso internazionale di architetti per la ricostruzione della guglia mancante. Poi, pensò ad un museo capace di raccogliere tutte le opere d’arte della cattedrale con l’ambizione, evidentemente, di spogliarla in toto. Dopo le polemiche, i progetti vennero ritirati in fretta. Ma il clima di novità che doveva vestire Notre Dame, ormai, era stato lanciato, e, negli anni, si sono avvicendate le più diverse proposte: dal tetto sostituito con una serra alla cappella ecologica fino alle pareti rivestite da foglie di canapa. L’opposizione degli esperti è sempre stata decisiva per frenare ogni chimera. Sebbene Notre Dame, stando alla legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, è proprietà dello Stato con l’utilizzo affidato alla Chiesa cattolica, pertanto, ogni decisione è, oggi, solo sulle scrivanie di Macron e di monsignor Ulrich. 

Alla fine del 2020, ancora sotto la guida di mons. Michel Aupetit, fu proprio la diocesi di Parigi a partorire per prima l’idea delle vetrate contemporanee. Nella stessa occasione vennero proposte anche le panche con punti illuminati che avrebbero collegato la navata e le colonne: un progetto che tanto ha ricordato le piste di atterraggio degli aeroporti o, addirittura, i parcheggi. L’allora ministro della Cultura, Roselyne Bachelot, si oppose ai progetti della diocesi, in particolare per le vetrate, perché «sono classificate come monumenti storici ed è impossibile sostituirle». La questione sembrava archiviata. 

Ma in una lettera inviata al presidente della Repubblica all’inizio di dicembre 2023, monsignor Ulrich, attuale arcivescovo di Parigi, ribadiva il suo desiderio di vedere commissionata una serie di nuove vetrate, quale segno dei tempi. «Lo sottoscrivo pienamente», rispondeva Macron, «con il mio totale consenso lanceremo un concorso». La Commissione nazionale per i beni e l’architettura dice di non essere stata presa in considerazione e i francesi indignati stanno provando a fermare il ‘disegno’.

Subito dopo la lettera del monsignore, è stata lanciata su Change.org da Didier Rykner, direttore della rivista La Tribune de l’Art, una petizione che ha raccolto, ad oggi, oltre 190.000 firme. Ma il dibattito si è anche fatto più serio. È stata avviata una class-action da parte dei donatori che avevano messo a disposizione importanti somme per restaurare le vetrate di Notre Dame, ed è partito anche un ricorso da un’associazione di architetti sulla base del fatto che la Francia, aderendo alla Carta di Venezia del 1964, si è impegnata a «preservare, nei restauri, gli elementi storici dei monumenti nazionali senza alterazioni mediante aggiunte moderne». Non si può, inoltre, stando alla Carta, distruggere o rimuovere un elemento che non sia stato danneggiato. 

Si tratta di finestre che risalgono al XIII secolo, la cui complessità e bellezza esemplifica il miglior artigianato medievale oltre che primeggiare tra i più grandi capolavori dell’arte cristiana: risalgono al 1255 e per centinaia di metri raccontano di Gesù, della Vergine Maria e dei santi.

Macron, grazie a monsignor Ulrich, potrebbe avere l’occasione di avere anch’egli, come Mitterrand con la piramide del Louvre e Pompidou con il Centro che ha il suo nome, qualcosa per cui essere ricordato nei secoli. E cosa c’è di meglio di Notre Dame? Si sa, il presidente che ha preso, per sua ammissione, le distanze da una presidenza ‘normale’, tratta la Francia come una matriarca controlla cucina e salotto. Lo abbiamo visto con le Olimpiadi. 

Ma questa volta la volontà di riscrittura del passato, con la complicità della Chiesa cattolica, è talmente marcatamente comunista che infastidisce anche i francesi che in chiesa non ci entrano. Già in passato Macron ha più volte detto: «La Francia non è la sua storia». Eppure Notre Dame rimaneggiata sembra un salto alla rivoluzione francese che devastò e spogliò di tutti i simboli religiosi la cattedrale emblema della cattolicità oltralpe e ne demolì la flèche (quella ingoiata dall’incendio del 2019 era stata ricostruita nel 1858), per farne un “tempio della Ragione”.

Di fronte alla cattedrale che bruciava in diretta, Richard Millet ha scritto nell’introduzione di Notre Dame brucia. L’autodistruzione dell’Europa che «la cattedrale sembrava un calderone demoniaco. Non ho sentito nessuno ricordare, in questa occasione, che cosa è una cattedrale, né ciò che è raffigurato sulla facciata di Notre Dame, ammirevole libro di pietra e testamento spirituale che fa vedere gli Apostoli, i re e i profeti di Israele, la storia della Vergine Maria, il Giudizio finale. L’alleanza dei due Testamenti, la doppia eredità di Gerusalemme e di Atene che l’Unione europea ogni giorno lavora per rinnegare in nome del mondialismo multiculturale e multietnico imposto da un’immigrazione massiccia della quale l’islam è la testa di ponte, questa alleanza è certamente intollerabile ai “liberi pensatori” innamorati di “giustizia sociale”, di antirazzismo, di diritti dell’uomo». 

Se tutto verrà cancellato definitivamente lo scopriremo a breve, per adesso la notizia è che Macron e il vescovo di Parigi sono in sintonia.



PARIGI

Notre Dame brucia, e l'Europa scopre la bellezza del Medioevo

16_04_2019 Riccardo Cascioli

Un tragico incendio scoppiato ieri sera alle 18.50 ha distrutto la cattedrale di Notre Dame a Parigi, un simbolo della civiltà europea. Messaggi di partecipazione e solidarietà da tutto il mondo. Crollati guglia e gran parte del tetto, si salveranno forse soltanto le strutture dell'edificio. Nessuna certezza sulle cause del disastro, anche se tutti appaiono convinti che possa essersi trattato di un qualche guasto elettrico all'impianto temporaneo, creato per i lavori di ristrutturazione. Ma non si possono escludere altre ipotesi, visto che da tempo le chiese in Francia sono nel mirino di vandali e profanatori. E il mese scorso è stato appiccato un incendio alla chiesa di san Sulpizio a Parigi, la seconda più grande dopo Notre Dame.
- PIETRE MORTE, TORNATE A DIO, di Andrea Zambrano

L’ANALISI

Notre Dame, monito per la cristianità. Ma la Vergine ci indica la Via

17_04_2019 Diego Manetti

La Francia è stata spesso teatro di apparizioni mariane non a motivo della (passata) fedeltà cristiana ma a causa della progressiva perdita della fede. È in questo contesto che va letto il drammatico incendio che ha distrutto la cattedrale parigina di Notre Dame. L’allontanamento da Dio condanna l’uomo a smarrire la propria identità. Domato l’incendio, non è ancora spento il fuoco dell’odio anticristico che cerca di spegnere la fede nel Redentore. Ma la Madonna a Medjugorje ci ricorda che la Chiesa «è indistruttibile, perché mio Figlio le ha dato un cuore: l’Eucaristia».

- SE IL MONDO CHE DISPREZZA IL MEDIOEVO PIANGE PER NOTRE DAME di Luca Volontè

L'INCENDIO E LE RADICI CRISTIANE

Notre Dame, non tutto è perduto se usciamo dal torpore

Notre-Dame di Parigi, dopo l'incendio. Tutto non sarà perduto se questo fuoco ci farà uscire dal nostro torpore. Ma bisogna fare in fretta: non basterà ricostruire questa cattedrale bruciata. Va salvata una civiltà millenaria che merita di essere tramandata, come questo magnifico gioiello che ci ha svegliati con la sua grandezza e fragilità.

FRANCIA

Colpire Notre-Dame, colpire il simbolo: attentato sventato

21_10_2021 Andrea Morandini

Uno squilibrato fermato mentre progettava di schiantarsi col suo aereo contro la cattedrale di Parigi, già devastata dal terribile incendio di due anni fa. Notre-Dame è un simbolo: per la fede e per la storia, ma anche per quanti nutrono un odio anticristiano e per il radicalismo islamico.

 

IL RESTAURO

Notre Dame non diventi una "Disneyland" sincretista

07_12_2021 Luca Volontè

Notre Dame, la cattedrale di Parigi danneggiata gravemente dall'incendio del 2019, deve essere restaurata. Ma come? La commissione si riunirà il 9 dicembre. Ma intanto trapela un progetto che trasformerebbe l'interno della cattedrale gotica in un "percorso" a tema multiculturale ed ecologista. Uno scempio che, svelato, potrebbe essere sventato.

IL PROGETTO E LA POLITICA

Notre Dame o Disneyland? Qui si gioca l'identità francese (e nostra)

15_12_2021 Marco Gervasoni

Il contestato restauro di Notre Dame in chiave kitsch-Disneyland investe la campagna elettorale. Zemmour e intellettuali francesi anche non cattolici vedono nella tutela di Notre Dame un’occasione per difendere il cristianesimo e l'identità francese. La disputa non è più tra laici e cattolici, visto che, tra i difensori della tradizione, vi sono anche laici, agnostici, protestanti ed ebrei mentre dalla parte di chi vuole “decostruire” vi sono Macron e il clero francese progressista. Ma il progetto cela l'obiettivo di decostruire tutto: nazione, genere e famiglia. Un rischio che corre tutto l'Occidente.