Se il mondo che disprezza il Medioevo piange per Notre Dame
Dopo le fiamme a Notre Dame i fautori del politicamente corretto, gli stessi che tacciano di “oscurantismo medievale” coloro che difendono la vita del concepito e il matrimonio, hanno esternato lamenti per la cattedrale fondata nel Medioevo. C’è dell’ironia (e della menzogna) in questo. Ma c’è anche la speranza di una ricostruzione della società, che può avvenire solo tornando a Cristo, come ricordano i fedeli raccoltisi in preghiera a chiedere l’intercessione di Maria.
Silenzio e pianto, preghiere e canti religiosi che sorgevano e sorgono dal cuore. Ieri come oggi, chiunque sia stato a Parigi, chiunque abbia visto le immagini televisive, le fotografie dello scempio di fuoco che ha colpito la Cattedrale di Notre Dame non ha potuto fermarsi e fermare un fremito di preghiera che saliva dal cuore: “Nostra Signora prega per noi!”. L’inizio della Settimana Autentica, della Santa Settimana che ci conduce alla Verità di Cristo, alla tristitia della sua Passione e morte e alla sua benefica Resurrezione è iniziata con il più grande ammonimento e invito che Dio potesse inviarci: l’incendio della medievale cattedrale di Parigi.
Una devastazione inimmaginabile che richiama alla devastazione della Chiesa di oggi, descritta così bene e più volte sia da molti pontefici che dall’illuminato ultimo scritto di Benedetto XVI. Dunque, non è un miracolo l’aver scoperto ieri che nell’abside di Notre Dame l’altare e la grande croce siano rimasti intatti. Un richiamo altissimo per tutti: la Chiesa e la società si ricostruiscono a partire da Cristo, dal suo sacrificio eucaristico e dalla sua Croce. Mi ha colpito molto che da tutte le istituzioni e dalla politica mondiale siano state espresse solidarietà, vicinanza, sostegno alla Chiesa, ai fedeli e al popolo di Francia e dell’intera Europa che si sente intimamente legata alla Cattedrale medievale parigina. Non è mio compito tracciare qui quanto e come Notre Dame sia la sorgiva fonte dell’intera storia e cultura francese, basti sottolineare che venne consacrata in pieno Medioevo nel 1182, completata nel 1344 e più volte distrutta e ricostruita. Il mondo piange per un tempio medievale… c’è dell’ironia in questo.
Il nostro Manzoni ce lo ha insegnato: la Divina Provvidenza porta con sé una potente ironia. Oggi vediamo piangere per il tanto vituperato Medioevo che per settimane intere è stato sbeffeggiato dalla politica e dalla società ‘civile’ - e ignorante - europea. Nelle ultime settimane la politica italiana ed europea di molti colori e la grancassa mass-mediatica internazionale hanno marchiato di “oscurantismo medievale” i difensori della vita umana del concepito e del matrimonio tra uomo e donna; oggi, dai medesimi megafoni globali, ascoltiamo pianti e lamenti per la perdita immane della cattedrale medievale.
I promotori della fluidità ed evanescenza sociale e culturale hanno voluto dimostrare che le menzogne possono essere verosimili quanto la realtà (in parte ci sono pure riusciti). Dovremmo solo riderci sopra se non fosse per la bizzarra ignoranza e per la schizofrenia mentale del nostro tempo. Sul ruolo e la valorizzazione delle donne nel Medioevo, rispetto al terribile mondo antico, sarebbe bastato leggere (nemmeno studiare) gli scritti di Jacques Le Goff, di Jacques Duby, di Rodney Stark. Il Medioevo è stato il secolo più importante della storia di Occidente e del mondo intero per le sue scoperte, innovazioni e arti. Il Medioevo è stato l’epoca che ha liberato le donne, e mai la storia umana ha visto un tale numero di donne così potenti e autorevoli come nel Medioevo. Secoli bui e foschi sono quelli che viviamo oggi, non certo quelli di ieri.
C’è però una speranza grande: la tragedia europea che ha colpito la Cattedrale di Notre Dame ha smosso il cuore di milioni di uomini e donne. Siamo tutti stati colpiti da una scossa al cuore. L’ignorante cattiveria, la pedissequa riproposizione della leggenda nera contro i cattolici e i valori naturali e umani che promuovono, sembra finita nel fuoco di Parigi. Non saranno i piromani professionisti del politicamente corretto e della politica ignorante che potranno intimorire né la maestosità di Notre Dame e del Medioevo, né la sincerità dei nostri cuori. Non lasciamoci traviare, stiamo all’erta “con la spada in una mano e la cazzuola nell'altra”, come ci invitava T. S. Eliot. Né il vorace fuoco né l’ignoranza colpevole potranno vincere la sfida posta dalla profezia e dal miracolo di Notre Dame. Quell'altare e quella croce aspettano ciascuno di noi.