Vescovi tedeschi a Roma tra le tempeste sinodali
Insieme ai presuli della Germania giungono in Vaticano anche i venti del Synodaler Weg all'insegna della rivoluzione ecclesiale. "La Santa Sede fatica a comprenderci", dicono. "Attenti a non rompervi l'osso del collo", li ammonisce, a sorpresa, il cardinal Kasper.
Sessantatré vescovi tedeschi riuniti a Roma fino al 18 novembre per la visita ad limina (il tradizionale incontro con il Papa e la Curia romana che ogni presule è tenuto a svolgere ogni cinque anni). «Preservare l'unità e allo stesso tempo consentire la conversione e il rinnovamento: non è affatto un compito facile per la nostra Chiesa oggi», ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, mons. Georg Bätzing, celebrando la Messa nella Basilica di San Pietro.
Insieme ai presuli giunge a Roma inevitabilmente anche il Cammino Sinodale (Synodaler Weg) che agita la Chiesa tedesca all'insegna delle solite parole d'ordine: ridefinire la gerarchia della Chiesa, la morale sessuale il celibato ecclesiastico e il sacerdozio femminile. Mons. Bätzing ha detto che c'è «molta mancanza di comprensione riguardo al nostro processo a Roma» (e a giugno si era definito «deluso» da papa Francesco).
Curiosamente i presuli tedeschi si sono visti ammonire anche dal connazionale Walter Kasper, uno dei cardinali più progressisti e notoriamente vicino al pontefice. Kasper ha dichiarato che rischiano di «rompersi il collo» se non tengono conto delle obiezioni sollevate in tutto il mondo, per esempio attraverso la Fraterna lettera aperta ai nostri confratelli vescovi in Germania, dell'11 aprile scorso, firmata da un centinaio di vescovi tra cui i cardinali Arinze, Burke, Napier, Pell, Ruini e Zen.