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IL CASO

Vaticano, là dove osano i corvi

Due libri in uscita con documenti riservati sulle finanze vaticane, due arrestati per la fuga dei documenti. Intanto la sala Stampa vaticana mette le mani avanti: ciò che uscirà non aiuterà a stabilire chiarezza e verità.

Ecclesia 03_11_2015
Chaouqui e Balda

Parafrasando un titolo di un vecchio film si può dire che il Vaticano è là dove osano i corvi. Dopo la triste vicenda del maggiordomo che fotocopiava i documenti dal tavolo di lavoro di Papa Benedetto XVI, e fu Vatileaks 1, oggi va in onda il secondo episodio con passaggio di documenti che riguardano le vicende economiche del Vaticano. E siamo in pieno Vatileaks 2.

Di mezzo c'è ancora il giornalista Mediaset, Gianluigi Nuzzi, che ha fatto la sua bella fortuna anche grazie al maggiordomo Paolo Gabriele, il primo corvo, e che sta per presentare in libreria il suo nuovo scoop - “Via Crucis” - probabile frutto del lavoro dei nuovi corvi, che da ieri sono in stato di arresto da parte della Gendarmeria Vaticana. 

Si tratta del monsignore spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, già segretario della Prefettura degli Affari economici e della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative della Santa Sede, e  la pr italiana Francesca Immacolata Chaouqui, 33 anni, già componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede (Cosea), dove era stata assunta proprio su segnalazione di Vallejo Balda. La dottoressa Chaouqui è stata già rilasciata per aver dimostrato collaborazione alle indagini, mentre il prelato rimane in stato di fermo.

Oltre a Nuzzi, questa volta c'è di mezzo anche un altro giornalista, Emiliano Fittipaldi, gruppo Espresso, che pubblica “Avarizia”, un altro libro sempre sul tema scandali e soldi in Vaticano. Su questi tomi, previsti in uscita per giovedì prossimo, la Sala Stampa della Santa Sede fa sapere che si tratta di una “operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell’Ufficio del Promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale.”

Una vicenda triste che mette insieme monsignori, giornalisti e affaristi, che girano, anzi volteggiano, intorno ai sacri palazzi. I nuovi corvi avrebbero passato ai giornalisti frasi pronunciate dal Papa in occasioni private, documenti relativi alle revisioni contabili e alla riorganizzazione della curia. 

Quindi, pur essendo questa volta nominati da Papa Francesco, la situazione rimane la stessa di Vatileaks 1: persone di fiducia del pontefice, di fatto, lo tradiscono. Tra l'altro sulla  Chaouqui le chiacchiere si sprecavano già all'epoca della sua nomina, estate 2013. Come scriveva l'informato vaticanista Sandro Magister le notizie su di lei erano già nelle mani della Segreteria di Stato Vaticana, ma il Papa procedette in autonomia su quelle nomine. Era conosciuta per essere la fonte degli scoop di “Repubblica” a proposito delle vicende di Vatileaks 1 e anche di interviste anonime poco prima del conclave che elesse papa Bergoglio. Ed era sempre la Chaouqui che vantava la sua amicizia con Gianluigi Nuzzi, oltre che essere la fonte del noto sito Dagospia.com in materia di Chiesa e dintorni. 

Con buona probabilità fu proprio monsignor Balda a scavalcare il suo superiore, il “bertoniano” cardinale Versaldi, e a consigliare la nomina della Chaouqui direttamente al Papa. Il quale assegnò allo stesso monsignore poteri di un certo spessore all'interno della commissione. "Coordinatore che ha poteri di delegato ed agisce in nome e per conto della commissione nella raccolta di documenti, dati ed informazioni necessari allo svolgimento delle funzioni istituzionali", così si leggeva nel chirografo papale di istituzione della commissione a proposito del ruolo di monsignor Balda.

Per quanto riguarda i due libri di prossima uscita si deve sottolineare che la Sala Stampa vaticana sottolinea come  «non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa.»  

In mezzo a questa confusione gli unici a rimetterci sono proprio coloro che cercano chiarezza e verità, perchè anche le interpretazioni mediatiche di questo Vatileaks 2 potrebbero essere tendenziose. Così come lo furono quelle di Vatileaks 1.