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CHIESA E COVID

Vaticano e CEI costruiscono un muro contro i "non vaccinati"

Per le messe con il Papa in Slovacchia, ingresso vietato a chi non è vaccinato. E il quotidiano dei vescovi, Avvenire, lancia una crociata contro quanti si oppongono all'obbligatorietà dei vaccini. Così la gerarchia ecclesiastica sposa in pieno la causa vaccinista e l'adozione dei Green pass.
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Ecclesia 23_07_2021 Español

Il partito del Green pass ha trovato anche un grande sponsor: la Chiesa cattolica. Si può infatti facilmente intuire l’impatto che avrà la notizia che per la prossima visita del Papa in Ungheria e Slovacchia a settembre sarà necessario il Green pass per accedere alle messe. E va rilevato anche come negli ultimi giorni il quotidiano dei vescovi italiani (CEI), Avvenire, si sia lanciato in una crociata contro i presunti “no vax”, che non ha precedenti per intensità e ferocia.
In Ungheria il Papa celebrerà la messa finale del Congresso eucaristico internazionale, poi sarà in Slovacchia per altri tre giorni. La motivazione dell’obbligo di certificato vaccinale – ha detto l’arcivescovo di Bratislava Stanislav Zvolensky – sta nel fatto che «è l’unico modo reale per non limitare radicalmente il numero dei partecipanti».

Per quanto sia di notevole impatto mediatico, la notizia non è sorprendente: il Vaticano è stato il primo Stato a rendere obbligatorio il vaccino per residenti e dipendenti, il Papa ha più volte spinto sui vaccini e recentemente ha anche accusato chi non si vaccina di mettere a repentaglio la vita altrui. Sostenere dunque la necessità del Green pass è solo un ulteriore, inevitabile, tassello.

Interessante da rilevare è la svolta “feroce” di Avvenire, il quotidiano della CEI: in linea con Roma, ha sempre avuto un approccio più che favorevole ai vaccini, ma da circa una settimana - tra gli interventi del direttore Marco Tarquinio, del fido scudiero Francesco Ognibene e di prestigiosi collaboratori - si leggono attacchi durissimi contro coloro che non si vaccinano, trattati come una minaccia per il genere umano, apprendisti stregoni o peggio. Conoscendo il meccanismo che muove il quotidiano clerical-progressista, è abbastanza facile intuire che siano arrivati “suggerimenti” dall’alto, magari da una parte e dall’altra del Tevere.
Essendo comune sensazione che una importante sacca di resistenza all’obbligatorietà dei vaccini si annidi tra i cattolici, si comprende perché il governo abbia voluto coinvolgere i vescovi in questa opera di pressione.

La gerarchia cattolica dunque sta giocando un ruolo di primo piano nel promuovere l’obbligo di vaccinazione e la segregazione tramite Green pass. Infischiandosene degli stessi documenti che produce: ricordiamo che la nota della Congregazione per la Dottrina della Fede dello scorso 19 settembre, inerente la moralità sull’uso dei vaccini anti-Covid, affermava con chiarezza, e rifacendosi alla «ragione pratica», che «la vaccinazione non è – di norma – un obbligo morale» e «perciò deve essere volontaria». E ignorando anche il Rapporto approvato dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, in cui si afferma espressamente che il Green pass non può essere usato per discriminare i cittadini che non ritengono di vaccinarsi.

Da qui al Green pass per entrare alla Messa domenicale il passo sarà molto breve. Qualche prete lo ha già compiuto (vedi qui), altri certamente seguiranno e possiamo aspettarci che la tendenza sarà emulata anche da vescovi. La giustificazione è sempre quella della carità e del bene comune, dando per scontato che la vaccinazione di massa azzeri i contagi. A nulla vale l’evidenza che così non è, che i vaccinati si possono tranquillamente contagiare, e che, proprio per questo, gli assembramenti dei vaccinati diventano più pericolosi per la circolazione del virus. E oltretutto, se il vaccino è altamente efficace – come si dice – perché i vaccinati hanno paura dei non vaccinati?

Ma a parte il merito dei singoli aspetti della questione, questa posizione della gerarchia ecclesiastica è figlia di un Magistero che vede solo in orizzontale, concentrato sulla soluzione dei problemi dell’umanità piuttosto che sulla salvezza delle anime. E così alla fine diventa naturale che la Chiesa assuma il pensiero del mondo fino a trasformarsi – come in questa occasione – in ancella dello Stato o in braccio operativo dell’ONU.

È uno spettacolo triste in sé, ma avrà ovviamente conseguenze sui cattolici che non si piegano al “vaccino per tutti” e “più in fretta possibile”. In questo crescente clima da socialismo reale, si avvicinano anche i tempi in cui diventerà necessario svolgere liturgie clandestine. Certo, fa anche sorridere la parabola di una Chiesa che inizia volendo abbattere tutti i muri e predicando accoglienza, e finisce per costruirne di nuovi proprio intorno alla Messa, cacciando fuori quanti seguono la forma straordinaria, i non vaccinati e, prossimamente, quanti contrastano la teoria del riscaldamento globale antropogenico.