Vaiolo delle scimmie, l'emergenza Oms non convince
L'Oms decide che l'epidemia di vaiolo delle scimmie rappresenta un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Ma è una decisione che lascia parecchi dubbi: perché una malattia che si verifica per il 98% negli uomini che fanno sesso con altri uomini viene ora estesa ad una popolazione mondiale di tutte le età, che non si adattano a questo profilo di rischio?
Il Covid non basta più: nel tempo delle emergenze sanitarie, bisogna costantemente implementare la paura, creare un problema e poi offrire un rimedio. Del vaiolo delle scimmie si è cominciato a parlare negli ultimi due mesi, a causa della comparsa di alcune decine di casi in Europa e negli Stati Uniti. Ora è arrivata una clamorosa dichiarazione del Direttore Generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha convocato una seconda riunione del Comitato di Emergenza Sanitaria.
La prima riunione, un mese fa, aveva deliberato all'unanimità che l'epidemia non rappresentava un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Tuttavia, la scorsa settimana, una nuova riunione ha stabilito che il vaiolo delle scimmie costituisce un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Cosa ha portato a questo repentino cambiamento? Due giorni prima della conferenza stampa di Ghebreyesus, il 20 luglio, Rosamund Lewis, responsabile tecnico dell'OMS per il vaiolo delle scimmie, aveva dichiarato: «Circa il 98% dei casi è tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, e principalmente quelli che hanno più nuovi o sconosciuti partner recenti».
La valutazione degli esperti dell'OMS è dunque che il rischio di vaiolo delle scimmie sia moderato a livello globale e in tutte le regioni, ad eccezione della regione europea dove si valuta che il rischio sia alto. Ghebreyesus ha affermato che “abbiamo un focolaio che si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, attraverso nuove modalità di trasmissione, di cui sappiamo troppo poco. (…) Per tutti questi motivi, ho deciso che l'epidemia globale di vaiolo delle scimmie rappresenta un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale".
Una decisione che lascia parecchi dubbi: perché una malattia che si verifica per il 98% negli uomini che fanno sesso con altri uomini viene ora estesa ad una popolazione mondiale - uomini, donne, bambini - di tutte le età, che non si adattano a questo profilo di rischio? Già qualcuno parla – tra i televirologi d’assalto - di avviare una campagna di vaccinazione di massa per tutta la popolazione, visto che – casualmente - dal 2019 è disponibile un vaccino contro il Vaiolo delle scimmie finora inutilizzato, anche perché dopo pochi mesi dalla sua approvazione arrivò la pandemia da Coronavirus.
Tuttavia, il Monkeypox non è un virus respiratorio. È molto più facile controllare la diffusione del vaiolo delle scimmie che controllare la diffusione del COVID-19. Per controllare la diffusione del vaiolo delle scimmie non servono mascherine, lockdown di massa e quarantene per tutti. Si deve semplicemente evitare il contatto diretto con le secrezioni corporee di una persona infetta.
L’Oms si è portato avanti, raccomandando a tutti i Paesi di lavorare “a stretto contatto con le comunità di uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, per progettare e fornire informazioni e servizi efficaci e adottare misure che proteggano la salute, i diritti umani e la dignità delle comunità colpite. Lo stigma e la discriminazione possono essere pericolosi come qualsiasi virus”. Una preoccupazione soprattutto politica, più che sanitaria. Un ulteriore suggerimento del Direttore dell’OMS, come detto, è quello di sostenere campagne vaccinali, e non solo per le categorie a rischio.
C’è un’ultima preoccupazione che desta questa risoluzione del Direttore dell’OMS: mentre ancora non è assolutamente chiaro come questa malattia delle scimmie possa essere arrivata a colpire l’uomo, diventando quindi una zoonosi, si fa intravedere l’ipotesi che ci sia stato un fenomeno di “spillover”, di cui si era già parlato inizialmente per il Covid, quando ancora si cercava di capire la sua origine, prima che questo pur cruciale argomento venisse messo totalmente da parte.
Lo spillover è una sorta di salto di specie che fa un microrganismo che passa dall’infettare gli animali all’uomo. Diffondere la paura di eventuali ulteriori spillover rappresenterebbe una fonte pressoché inesauribile di minacce-fantasma con cui tenere l’umanità sotto una cappa di paura, e in fondo sosterebbe l’ipotesi neo-darwinista che l’uomo non è che un animale come gli altri e può prendere le stesse malattie. Una prospettiva inquietante.