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CHIESA

Vaccini ai bambini, è guerra ai vertici della Chiesa

La raccomandazione a vaccinare i bambini dai 5 anni in su, contentuta originalmente nei Documenti della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), era stata fatta togliere all'ultimo momento dalla Segreteria di Stato, ma è rispuntata in un lancio di agenzia e in conferenza stampa. E anche Avvenire sfida la Segreteria di Stato.

Editoriali 24_12_2021 English Español

È proprio vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. E la cosa curiosa è che questa massima viene spesso dimenticata proprio in Vaticano. Così dobbiamo registrare l’ennesimo, grottesco, “incidente” che riguarda i due documenti su “Bambini e Covid” presentati mercoledì 22 dicembre in Vaticano e di cui ieri abbiamo dato conto. Come si ricorderà i due documenti portano la firma della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), diretta da monsignor Vincenzo Paglia, e della Commissione vaticana Covid-19, diretta dal cardinale Peter Turkson (di cui proprio ieri è stato confermato il siluramento da parte del Papa alla testa del Dicastero per lo Sviluppo umane integrale, e quindi anche della Commissione sul Covid-19).

Ebbene, ieri l’agenzia Adnkronos, nel dare conto dell’evento riportava un paragrafo che nei documenti pubblicati ufficialmente non c’era, ovvero la raccomandazione per la vaccinazione dei bambini dai 5 anni in su. “La Santa Sede che spinge per la vaccinazione dei bambini” in effetti sarebbe stata notizia da prima pagina.

Nel testo della Adnkronos si legge che «il Vaticano ritiene inoltre "raccomandabile" la vaccinazione anti Covid al di sopra dei cinque anni. In particolare, la Pontificia Accademia per la vita presieduta da mons. Vincenzo Paglia, rileva che "la vaccinazione dei minorenni, a partire dai cinque anni, con i vaccini mRna è stata autorizzata ampiamente, considerando l’elevato valore dei benefici rispetto ai rischi". In conseguenza "di tale opportunità, - si legge nel documento presentato oggi - diversi Paesi hanno esteso la possibilità di vaccinare i bambini e gli adolescenti, con forme e limiti differenti, disciplinati dai singoli governi. Preme, in questa sede, sottolineare, che, date le circostanze dell’attuale diffusione della pandemia e della qualità dei vaccini autorizzati, la vaccinazione dei minori sopra i cinque anni può essere ritenuta raccomandabile, compatibilmente con un’equa distribuzione dei vaccini in tutto il mondo". "Le controindicazioni e i possibili effetti collaterali - annota ancora la Pav - sono di rilievo decisamente inferiore rispetto ai benefici che si ottengono. Al di sotto di questa età sono ancora in atto ricerche e valutazioni per definire meglio come procedere"».

Da dove spunta questo paragrafo? Da quanto abbiamo potuto ricostruire si tratta di un paragrafo effettivamente presente nel documento originale che, però, un intervento diretto della Segreteria di Stato ha fatto togliere alla vigilia della presentazione. Il che spiega peraltro quello strano e inusuale comunicato della Santa Sede – non firmato da nessuno ma attribuibile alla stessa Segreteria di Stato - pubblicato a chiosa dei due documenti in cui si «riafferma la posizione favorevole della Santa Sede ai vaccini». Evidentemente si tratta di una forma di compensazione alla PAV, un compromesso, per il “taglio” sulla vaccinazione ai bambini. Quel paragrafo, dal forte carattere politico, dà inoltre un senso a tutta l’operazione di PAV e Commissione Covid, perché in effetti lasciava perplessi una presentazione in pompa magna di due documenti che tutto sommato appaiono nell’insieme piuttosto banali.

I motivi che hanno suggerito alla Segreteria di Stato questo taglio non sono noti, ma sono facilmente intuibili: seppur la linea vaccinista della Santa Sede non sia in discussione – e lo dimostra il nuovo regolamento promulgato ieri che obbliga al Super Green Pass residenti e lavoratori della Città del Vaticano -, la questione sia dal punto di vista scientifico-sanitario sia da quello morale è ampiamente dibattuta e ha già creato una profonda divisione nella Chiesa. Basti pensare che proprio in questi giorni è stata resa nota la “Dichiarazione di Betlemme”, in cui vescovi, sacerdoti e laici si appellano alla gerarchia della Chiesa affinché – sulla base dei criteri contenuti nella Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede di un anno fa e sulle evidenze scientifiche emerse nel frattempo – si consideri moralmente illecito l’uso di questi vaccini «contaminati dall’aborto». E questo per la vaccinazione degli adulti: introdurre un sostegno pieno anche alla vaccinazione dei bambini – su cui le riserve degli esperti sono molto maggiori - sembra davvero troppo, è come gettare altra benzina sul fuoco. Inoltre l’intervento della PAV sarebbe apparso fin troppo politico, di smaccato appoggio ai governi – quello italiano in testa – che stanno promuovendo l’«operazione bambini».

Ciò malgrado il blocco della Segreteria di Stato ha funzionato a metà. Il paragrafo incriminato è stato pubblicato dalla Adnkronos come se fosse contenuto nel documento definitivo. Dato che l’ufficio stampa della PAV assicura che non era stata data all’agenzia nessuna copia sotto embargo, è chiaro che l’ha allungata qualche membro della stessa PAV, che ha poi “dimenticato” di avvertire che il documento era stato modificato. Semplice negligenza o volontà di aggirare l’ostacolo posto dalla Segreteria di Stato? Non possiamo dirlo con certezza, ma altri indizi fanno propendere per la seconda ipotesi.
Alla conferenza stampa infatti è stato il professor Alberto Villani, responsabile di Pediatria e malattie infettive all’Ospedale Bambin Gesù di Roma a invocare la vaccinazione per i bambini, «perché i vaccini sono sicuri ed efficaci. Ogni bambino ha diritto a tutelare il suo benessere e quello della sua famiglia». E tanto è bastato perché il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, titolasse “Sì ai vaccini ai bambini, è un atto d’amore”.

Nessuno può dubitare del fatto che il professor Villani e la direzione di Avvenire fossero perfettamente al corrente di quanto accaduto tra la Segreteria di Stato e la PAV: le dichiarazioni in Conferenza stampa e il titolo in prima pagina perciò sono un atto deliberato di sostegno all’ala radical-vaccinista della PAV. E per quanto riguarda Avvenire, anche un giuramento di fedeltà al governo Draghi. Il cardinale Parolin e la Segreteria di Stato si mettano in fila.