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verso le presidenziali

Usa, prevale il voto Dem tra i cattolici sempre più confusi

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Kamala Harris in testa nell'elettorato cattolico e non solo per il silenzio o gli endorsement di qualche prelato filo-democratico. I sondaggi mostrano una preoccupante incomprensione delle basi della fede e della tutela della vita.

Esteri 10_09_2024
Lawrence Jackson imagoeconomica

La corsa per accaparrarsi il voto cattolico tra i candidati Repubblicani e Democratici alla presidenza e vicepresidenza degli Stati Uniti è in pieno svolgimento ed i sondaggi che stanno emergendo sinora, oltre alle iniziative dei due team elettorali, pongono serie domande sulla confusione dei molti fedeli, monsignori e cardinali catto-democratici USA. Non può esserci paragone di sorta tra i due programmi di partito, non c’è confronto tra chi incita all’omicidio dell’innocente e chi vorrebbe tutelarlo e sostiene chiunque lo faccia. Coloro che sostengono i Democratici mostrano una totale incomprensione dei fondamenti della fede, della morale e del Catechismo o vi sono stati indotti, in mala fede, da predicatori e gerarchie politicamente interessate.

La vicepresidente Kamala Harris appare in testa tra gli elettori cattolici rispetto all'ex presidente Donald Trump, secondo i risultati di un recente sondaggio promosso da EWTN News e da RealClear Opinion Research, condotto dal 28 al 30 agosto su un campione di 1.000 cattolici. Gli elettori cattolici, come la maggior parte dell'elettorato americano, considerano l'economia il problema più urgente che il Paese deve affrontare, si oppongono agli interventi chirurgici transgender per i minori e ai maschi transgender che gareggiano negli sport femminili. Non c’è invece una opinione prevalente sulla istituzione che dovrebbe decidere le politiche sull'aborto: alcuni prediligono l’autorità statale, il Congresso e/o il Presidente degli USA.

Il 50% degli elettori cattolici attualmente sostiene Harris per la presidenza, mentre il 43% sostiene Trump e il 6% è indeciso. Harris è anche in vantaggio su Trump tra gli elettori cattolici provenienti dall’America Latina (“latinos”), con un vantaggio complessivo del 60% contro il 30%, ma con il 9% ancora indeciso. Vantaggio ampio della Harris su Trump anche tra gli elettori cattolici afroamericani dall'82% al 12% e tra gli elettori cattolici asiatici dal 58% al 35%. Trump appare in vantaggio solo tra gli elettori cattolici bianchi, non ispanici, con un margine del 52% contro il 42%. Se osserviamo anche le preferenze in base alle fasce di età, la Harris è ampiamente in vantaggio tra gli elettori dai 30 ai 49 anni, mentre ha pochissimo margine di vantaggio tra gli anziani e i giovanissimi della Gen-Z, che voteranno per la prima volta il prossimo novembre: 44% Harris e 43% Trump.

L’abortista convinta di dover liberalizzare l’omicidio dell’innocente sino alla nascita, di vietare i diritti dei genitori che si oppongono alla transizione transgender dei figli, di limitare la libertà di educazione privata e premiare invece quella pubblica, di imporre ideologie e riscritture "woke" dei programmi scolastici e universitari sarebbe la prediletta trai i cattolci? Roma, Vaticano attenzione, c’è un problema! In effetti, al di là delle inaccettabili e palesi simpatie sostegni di padre James Martin e della cricca gesuita statunitense ai Dem e alle edulcorate parole o pavidi silenzi d’incoraggiamento che più volte i cardinali Cupich, McElroy o Gregory hanno rivolto loro, il sondaggio dei giorni scorsi conferma convinzioni preoccupanti tra i fedeli americani.

Il 43% va a messa almeno una volta alla settimana, il 16% una o due volte al mese, il 32% un paio di volte all'anno e il 9% una volta all'anno, conforta che siano i giovani sotto i 40 anni a frequentare maggiormente (il 17% dei giovani tra i 18 e i 29 anni e il 22% dei 30-39enni che vi partecipano quotidianamente o più di una volta alla settimana). Solo il 52% crede nella presenza reale dell'Eucaristia, mentre il 32% non è convinto. Solo 39% degli elettori cattolici riferisce di accettare generalmente la maggior parte degli insegnamenti della Chiesa e di cercare di vivere la propria vita aderendovi, rispetto al 28% che afferma di accettare tutti gli insegnamenti, al 20% che si considera cattolico ma non accetta alcuni insegnamenti chiave e al 14% che afferma che il cattolicesimo ha solo un'influenza minore sulla loro vita.
Tutto ciò può solo in parte spiegare il silenzio inspiegabile delle gerarchie davanti a nuovi e blasfemi elogi a Kamala Harris, pronunciati il 3 settembre dal "cattolico devoto" Joe Biden, il quale ha assicurato che la Harris possiede «la bussola morale di una santa».

Gli oranti catto-democratici devoti di “santa” Kamala dei bimbi abortiti, dovranno in ogni caso vedersela con la coalizione Catholics for Trump, presentata il 4 settembre, che pone l'accento sulla difesa della libertà religiosa, dei valori tradizionali e della sacralità della vita umana, una priorità dell'agenda del candidato repubblicano e vede molti volti noti della politica, delle istituzioni e dell’associazionismo impegnati a sostenere i candidati del partito Repubblicano e di cui il vicepresidente J.D. Vance, convertitosi  al cattolicesimo dal 2019 è esempio di come la fede cattolica permei ogni aspetto della vita.
 



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