Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
CHIESA

USA, clinica psichiatrica per i preti "conservatori"

Il caso di padre Kalchick, il sacerdote "ricercato" dal cardinale Cupich per aver fatto un esorcismo contro oggetti blasfemi Lgbt, non è isolato. Un blog denuncia che sono molti i preti "conservatori" che vengono inviati dai loro vescovi in una clinica psichiatrica per un "trattamento".

Ecclesia 03_10_2018

Padre Kalchick, di Chicago, il parroco che ha permesso che i suoi parrocchiani bruciassero un oggetto blasfemo, una bandiera LGBT con sovraimpresso un crocefisso usata da un parroco precedente, omosessuale, trovato morto legato a una sex machine, è nascosto per sfuggire alla minaccia del cardinale Cupich. E cioè di inviarlo per una “valutazione” psichiatrica alla clinica St. Luke, nel Maryland. Una forma di “rieducazione” stile sovietico?

Una domanda del genere se la pongono sempre più di frequente non pochi laici cattolici, e il problema è approdato a un blog seguitissimo, quello di “Fr. Z”, padre John Zuhlsdorf. «Negli ultimi mesi – scrive il sacerdote blogger – sono stato contattato da preti diocesani (e un religioso) che stavano per essere mandati dal loro vescovo o superiore per essere ‘valutati’ in una di quelle cliniche psichiatriche per il clero. La più (in)famosa di queste negli USA è St. Luke nel Maryland».

Il modello è sempre quello. Il sacerdote tocca qualche tema delicato: per esempio una donna si arrabbia perché ha fatto un’omelia contro la contraccezione, ha “problemi di rapporti”, qualcuno dello staff dice che è “freddo”, o “distante”. Si lamentano presso il vescovo. Il vescovo dice al prete – o piuttosto fa pressione sul prete – di andare a farsi “valutare”. Con grande trepidazione il prete obbedisce (punto importante). Va e resta in clinica per una settimana o due di valutazione, e alla fine in genere gli dicono che non ci sono particolari problemi con lui. Torna a casa tranquillo. Ma il problema comincia adesso. Infatti poco dopo il vescovo lo chiama. La clinica gli ha mandato un referto, che è di tutt’altro tono. Il prete è diagnosticato come narcisista e bipolare ai limiti. E il vescovo a questo punto fa pressione fortissima sul povero sacerdote perché torni in clinica, per un trattamento di tre mesi o giù di lì. Ma quando arriva gli tolgono il cellulare, il suo kit per farsi la barba, lo riempiono di medicine e gli controllano le mail, e il peggio è arrivato. 

 Lo faranno sui sacerdoti responsabili di abusi, penserete voi, o su quelli che molestano in maniera seriale altri preti, seminaristi e chissà chi. No, dice FR. Z, la caratteristica dei preti che i vescovi in USA mandano in queste cliniche è che sono tradizionalisti, o conservatori. «Ho un amico che è stato obbligato ad andare in uno di questi posti, e quando abbiamo potuto parlare al telefono mi ha detto che non avrei creduto al numero di sacerdoti conservatori che c’erano laggiù, e che cosa leggevano. E il fatto che siano conservatori è importante, perché i conservatori tendono ad obbedire. E questo è uno dei motivi per cui in passato i vescovi hanno picchiato duro sui conservatori, e hanno lasciato che i progressisti facessero quel che cavolo volevano, sono codardi morali. Sanno che i ‘lib’ combatteranno e loro non vogliono combattere». 

Certamente ci sono sacerdoti che hanno bisogno di aiuto. Ma secondo Fr. Z i vescovi, o almeno alcuni di loro, usano questo sistema per schiacciare tradizionalisti e conservatori nella loro diocesi. Anche da noi abbiamo avuto più di un caso; a Cagliari quello di don Pusceddu, punito dall’arcivescovo Miglio per aver citato in una messa il passaggio di San Paolo sui rapporti omosessuali, scatenando le solite reazioni da parte delle associazioni LGBT.

Ma, e qui il discorso diventa serio, scrive FR. Z: «Ho il sospetto che tutto ciò sia coordinato. Perché? Nell’ultimo anno in un periodo di un paio di mesi parecchi sacerdoti mi hanno contattato dicendo che stavano per andare nella galera psichiatrica su ordine del vescovo».

In precedenza questo non era accaduto; e sembra che sia iniziato all’improvviso, come se un po’ di vescovi si siano messi d’accordo fra di loro e avessero deciso che questo era un bel sistema per sbarazzarsi di preti fastidiosi. Fr. Z qui diventa veramente umoristico: «Sembra quasi che durante uno dei loro incontri, ad un cocktail serotino, qualcuno si sia lamentato perché aveva questo prete proprio tradizionale che diffondeva idee sul Latino e sugli inginocchiatoi. Uno degli altri, versandosi un altro cocktail, è saltato su dicendo: "Ti dico io che fare. Mandalo a St. Luke per valutarlo. Te lo rimanderanno con qualcosa che può essere usato contro di lui. Costa, ma ne vale la pena". – Grazie Bill! Buona idea. Lo dirò anche a Fatty e a Dozer. Anche loro hanno di questi tipi’». I vescovi che appoggiano preti conservatori sono rari come “i denti delle galline”. 

Mandare un prete in uno di questi posti è costoso. Un mese in clinica costa diecimila dollari. Ma nell’ottica dei vescovi sono soldi (dei laici) ben spesi, perché intimidiscono gli altri preti. I preti che combattono – come padre Kalchick – sanno che la vita per loro sarà difficile. Come un sacerdote ha scritto a un altro famoso blogger religioso, Rod Dreher, l’autore dell’Opzione Benedetto, «Questo è ciò che i comunisti facevano in Unione Sovietica. Se una persona dissentiva, doveva essere malato di mente. Diagnosticarli con ‘schizofrenia” e ‘trattarli', per scoraggiare gli altri. Gira la notizia di che cosa si devono aspettare i dissenzienti».

Che cosa possono fare i laici? Negli USA la Chiesa è sostenuta dai soldi dei laici. E allora il consiglio è quello di smettere di dare soldi alle diocesi, e di darli invece alla Tridentine Mass Society of Madison, gestita dai domenicani, o organizzazioni del genere. Quanto ai vescovi, la lettera è molto dura: «Soldi e cattiva stampa sono le sole cose che questa gente capisce».