Unar nella bufera: l'ombra della prostituzione gay
Servizio delle Iene denuncia: l’Unar ha finanziato con 55mila euro un circolo gay in cui aleggia lo spettro della prostituzione. L'imbarazzo del direttore dell'ufficio che fa capo a Palazzo Chigi: "Verificheremo". Ma il sospetto è che lo stesso direttore sia socio del circolo finanziato. Lui abbozza qualche timida risposta, ma la vicenda è torbida. Se fosse confermato emergerebbe lo scandalo del finanziamento pubblico ad un circolo che pratica reati di natura sessuale.
Torniamo a parlare dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali che fa capo al Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio. Sulla carta tale Ufficio dovrebbe promuovere la «parità di trattamento» e provvedere alla «rimozione delle discriminazioni» razziali, etniche e sessuali. Di fatto, come abbiamo ampiamente documentato nel passato l’Unar persegue quasi esclusivamente l’obiettivo di diffondere, soprattutto nelle scuole e a livello massmediatico, la teoria del gender. Ricordiamo a questo proposito che tale Ufficio è stato il primo artefice del famigerato documento “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.
Ieri sera su Italia 1 è andato in onda un servizio del programma Le Iene in cui si racconta che l’Unar ha finanziato con 55mila euro un circolo gay dove, tra le altre attività, pare si eserciti la prostituzione omosessuale.
La iena Filippo Roma ha raccolto queste indiscrezioni da una persona che ha voluto tenere l’anonimato. Costui ha spiegato che questa associazione omosessuale non è niente altro che un circolo gay dove le persone si incontrano per avere rapporti sessuali, a volte anche a pagamento. Oltre al reato di favoreggiamento della prostituzione l’associazione sarebbe rea anche di non pagare le tasse facendosi passare per una organizzazione no profit. La talpa che ha rivelato tutto ciò alle Iene tira poi le somme: “Quello che trovo assurdo è che un’associazione come questa, con circoli, saune, centri massaggi, dark room, ma soprattutto dove si pratica la prostituzione, possa aver vinto un bando della Presidenza del Consiglio”.
In merito a quest’ultimo aspetto il contatto delle Iene precisa che chi si prostituisce di norma sono i massaggiatori presenti nel circolo: “Finito il massaggio chiedono esplicitamente al cliente se vuole andare oltre, con qualche servizietto extra a pagamento. Esistono dei veri e propri listini, ogni cosa ha il suo prezzo”.
Infine colui che ha segnalato questa vicenda alle Iene afferma che il direttore dell’Unar, Francesco Spano, è socio proprio dell’associazione che ha ricevuto i soldi dall’Unar stesso. A riprova ne indica gli estremi: codice socio, numero della tessera, data di rilascio e di scadenza e data di nascita. La Iena Filippo Roma si reca allora in alcuni di questi circoli gay per verificare, munito di telecamera nascosta, quanto detto dal suo contatto. Dalle immagine mostrate appare chiaro che la sua fonte era attendibile.
Roma allora decide di chiedere lumi al direttore Spano incontrandolo di persona. Questi afferma che i finanziamenti vengono rilasciati alle associazioni se le finalità presenti nei loro statuti coincidono con i criteri di assegnazione fondi decisi dall’Unar. La iena allora fa presente che ogni tanto servirebbero delle verifiche sul campo per appurare che ciò che dice lo statuto non sia solo un paravento per fare tutt’altro ed addirittura, come in questo caso, attività illecite quali la prostituzione. Spano, con pieno imbarazzo, ribadisce che l’Unar fa controlli solo cartacei, però promette che su questo caso particolare verificheranno meglio. In merito invece al fatto che Spano sia socio dell’associazione, il direttore nega decisamente. Ed infine la iena Filippo Roma così chiosa: “Sia mai che chi dispensa fondi pubblici a una serie di associazioni, sia anche socio di quella associazione, no? Se no ci sarebbe un conflitto di interessi?”.
Naturalmente tutto quanto riportato da Le Iene dovrà essere formalmente appurato, ma rimane in noi la sensazione fastidiosa nata dal fatto noi contribuenti non solo diamo soldi per incentivare pratiche omosessuali, ma addirittura per agevolare la prostituzione gay. E queste sarebbero attività volte a contrastare le discriminazioni sessuali?