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FRANCIA

Una radio rifiuta la parola "cristiani" ma insulta Gesù

L'Oeuvre d'Orient, associazione francese che si occupa di sostenere i cristiani perseguitati in Oriente, lancia una campagna di raccolta fondi, ma France Inter nega i propri spazi pubblicitari in nome del rispetto delle altre religioni. In passato la radio aveva insultato Gesù parlando di diritto alla satira. La polemica scoppiata intorno al caso l'ha però costretta al dietrofront.

Attualità 14_12_2020
Una delle più importanti radio pubbliche francesi, France Inter, parte di Radio France, s'è rifiutata di concedere uno spazio pubblicitario per una campagna di Natale che conteneva la parola "cristiano". 
 
In un comunicato stampa è stata proprio la protagonista della vicenda, l'Oeuvre d'Orient - al servizio dei cristiani d'Oriente, l'associazione francese che si occupa di dare sostegno ai cristiani perseguitati in Oriente, a denunciare l'accaduto. Il razzismo degli antirazzisti segue sempre lo stesso copione: la si butta sul concetto del "siamo tutti uguali" e "rispettiamo tutti". Ma c'è sempre qualcuno che merita rispetto e qualcun altro che non lo merita affatto.
 
E così Radio France ha combattuto la sua "crociata" personalissima. E, appellandosi all'art. 37 del suo disciplinare, si è opposta a qualsiasi pubblicità che menzioni il termine "cristiani". "I messaggi pubblicitari non devono contenere alcun elemento suscettibile di scioccare le convinzioni religiose, filosofiche o politiche degli ascoltatori", dicono. Quindi, associazione che aiuti i cristiani che soffrono, puoi farti pubblicità a meno che la parola incriminata e discriminante, cristiano, venga rimossa. 
 
Un po' come quando, nel 2019, sulla base del medesimo principio, dopo la strage islamica di cattolici ed evangelici in Sri Lanka il giorno di Pasqua, Obama e la Clinton commentarono sui social di essere dispiaciuti per gli "adoratori della Pasqua". 
 
Ma riavvolgiamo il nastro della nostra storia altrimenti incomprensibile. L'Oeuvre d'Orient è un'associazione che viene fondata nel 1856. Quando il Trattato di Parigi, con la fine della guerra di Crimea, riconosce la Francia come la protettrice dei cristiani nell'impero ottomano. L'associazione nasce con lo scopo di sostenere le scuole in Libano e i cristiani oppressi. 

È in soccorso dei maroniti del Libano massacrati dagli islamici che vanno i francesi. Cristiani che portano in quella parte di mondo il concetto di laicità: i primi a pensare all'integrazione, e non la persecuzione, politica di tutte le minoranze. Quando France Inter, per intenderci, non era neanche nei programmi. 

Oggi che la laicità è diventata laicismo e i cristiani d'Oriente sono più che mai dimenticati, perseguitati e bruciati vivi insieme alle loro chiese, l'Oeuvre d'Orient continua a portare il suo sostegno. Come ogni anno, ha organizzato una raccolta fondi in una campagna di Natale. Tutte le campagne di beneficenza hanno bisogno di pubblicità, ma France Inter ha negato (inizialmente!) i propri spazi pubblicitari per il troppo sconveniente uso della parola "cristiano".

Però la bufera che l'associazione cristiana ha sollevato, denunciando pubblicamente l'accaduto - più che altro per sottolineare il violento odio che i cristiani d'Oriente sono costretti a subire persino in Europa -, li ha costretti ad un passo indietro che li ha costretti ad accettare la pubblicità, solo dopo un paio di giorni di polemiche.

La vicenda è degna di nota perché parliamo della stessa radio dove sono state cantate oscenità su Gesù senza che nessuno badasse al fatto che qualche ascoltatore cattolico si sarebbe potuto offendere: succedeva a gennaio di quest'anno, proprio nei giorni in cui la Francia era nel bel mezzo delle varie commemorazioni del massacro islamista alla redazione di Charlie Hebdo e dintorni.  Analisti, giornalisti, filosofi, umoristi, intellettuali, fumettisti, scrittori, si davano il cambio in radio e tv per disquisire di libertà di espressione e di religione, satira e principi democratici. Mentre più o meno all'unanimità c'era un'osservazione su tutte a imporsi: le pressioni islamiche e la pusillanimità delle autorità pubbliche hanno imposto l'auto censura quando si parla di islam. Ma se la caricatura di Maometto in Francia non è più possibile, quella di Gesù è certamente più apprezzata.

Proprio in quei giorni, infatti, dicevamo, e proprio a France Inter, veniva invitato Frédéric Fromet a cantare cose irripetibili su Gesù con un ritornello impossibile da riportare per la sua violenza e volgarità. Come di consueto in simili circostanze, si poteva ascoltare anche il sottofondo di risatine compiaciute dinanzi a tanto estro di monomanicale avversione al cristianesimo. Il gesto non è stato condannato da nessuno, perché secondo la radio non si è trattato di nient'altro che del tentativo di celebrare la libertà di espressione in ricordo di Charlie Hebdo. Ma cosa c'entrava Gesù con le vignette su Maometto? Radio Inter non rispose. 

Frédéric Fromet è lo stesso cantante che l'anno prima, quando Parigi era ancora avvolta dalla cenere, ospite del programma 'Par Jupiter!', sempre di France Inter, offrì una mediocre canzoncina che si faceva beffe dei cattolici a cui era andata in fiamme la cattedrale di Notre-Dame. Di fronte alle rovine fumanti di Notre-Dame attaccare la Chiesa cattolica e il patrimonio europeo doveva essere proprio gesto di eroismo. 
 
In due occasioni consecutive il servizio pubblico di France Inter ha scelto, così, di dimostrare al Paese la sua "coraggiosa resistenza contro il rispetto arretrato dei precetti religiosi". E oggi non poteva che restare nella narrazione anticristiana e condannare la parola "chrétiens" proprio quando il cristianesimo fuori l'Europa, ma anche nei suoi stessi confini, viene minacciato quotidianamente, le chiese vengono distrutte e la libertà abusata nell'indifferenza globale. Al punto che persino Le Figaro s'è interrogato sull'opportunità di sparare sulla croce rossa. Ma soprattutto ha provato ad immaginare che fine avrebbe fatto la radio del servizio pubblico se avesse sostituito Maometto con Gesù e Notre Dame con Hagia Sophia.
 
Anche la Ratp, azienda di trasporto pubblico di Parigi, aveva rifiutato, per gli stessi motivi, una campagna simile nel 2015. Quella che pubblicizzava "Les Prêtres". Un'esibizione musicale di due sacerdoti francesi e uno vietnamita per raccogliere fondi a favore dei cristiani d'Oriente. La Ratp fu chiara: se il riferimento ai cristiani fosse stato cancellato, avrebbero concesso la pubblicità. 
 
L'associazione francese dei cristiani d'Oriente, però, ha continuato a domandarsi il perché di tante storie quando una campagna simile a settembre era stata approvata. Solo giovedì il servizio stampa di Radio France ha risposto in una trasmissione radio: gli ascoltatori sono attentissimi al principio di neutralità religiosa e per l'ultima raccolta fondi abbiamo ricevuto molte critiche violente.