Un fiume di denaro dell'Ue alle Ong, molta ideologia e niente trasparenza
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L'indagine della Corte dei conti europea si conclude con una sentenza poco gratificante: il processo di finanziamento delle Ong è opaco e alquanto arbitrario. La scelta di chi deve ricevere fondi è dettata dall'ideologia. E noi paghiamo.

Il nostro governo ed i leader dei partiti che lo compongono sono chiamati a gesti forti e profetici che ripristino la credibilità e trasparenza in Europa e pongano termine a sprechi miliardari e prebende politicamente orientate elargite dalle burocrazie europee alle spalle dei popoli europei. Altro che europeismo di maniera!
Il finanziamento della Commissione europea alle Organizzazioni non governative (Ong) è "opaco" ed espone l'esecutivo a "rischi di reputazione", ha concluso la Corte dei conti europea (Eca) al termine di una lunga indagine, i cui esiti sono stati pubblicati nella serata di lunedì 7 aprile. La relazione speciale 11/2025, «Trasparenza dei finanziamenti Ue concessi alle Ong: nonostante i progressi, la panoramica non è ancora affidabile", è disponibile sul sito web dell'Eca . Fa seguito alla relazione di audit dell'Eca del 2018 sui finanziamenti Ue concessi alle Ong nella politica di azione esterna e alla relazione speciale del 2024 sul registro per la trasparenza dell'Ue.
Il pozzo delle opacità, camarille e prebende politicamente veicolate di cui si è fatto uso a Bruxelles in questi anni è sempre più profondo e puzzolente. Oltre 12mila Ong hanno ricevuto sovvenzioni Ue tra il 2021 e il 2023. Nell'ultimo decennio, una parte sostanziale dei finanziamenti diretti della Commissione è andata a un piccolo numero di Ong. «La trasparenza è fondamentale per garantire una partecipazione credibile delle Ong all’elaborazione delle politiche dell’Ue», ha affermato Laima Andrikienė, membro dell’Eca responsabile del rapporto. «Tuttavia, nonostante alcuni progressi dall’ultimo audit, il quadro dei finanziamenti dell’Ue per le Ong rimane nebuloso, poiché le informazioni sui finanziamenti dell’Ue, comprese le attività di lobbying, non sono né affidabili né trasparenti». Alle Ong sono stati assegnati 7,4 miliardi di euro nelle principali politiche interne dell'Ue, come coesione, ricerca, migrazione e ambiente e molti altri settori della vita civile e sociale europea, tra il 2021 e il 2023, di cui 4,8 miliardi di euro concessi dalla Commissione e 2,6 miliardi di euro dagli Stati membri.
Tuttavia, queste cifre sono da considerarsi al ribasso, poiché non esiste una panoramica affidabile dei fondi Ue versati alle Ong, avvertono gli revisori contabili che, così facendo, confermano i sospetti di come centinaia di milioni e miliardi di soldi pubblici siano stati destinati con criteri e per scopi molto più che opinabili, se non nella forma, nella reale sostanza ed efficacia a favore del bene comune. Secondo la stessa relazione, le informazioni sono «pubblicate in modo frammentato, il che ostacola la trasparenza, impedisce di analizzare se i fondi Ue siano eccessivamente concentrati su un numero limitato di Ong e limita la comprensione del ruolo delle Ong nelle politiche dell'Ue». Insomma, come i casi e scandali recentemente esplosi, da noi riportati su La Nuova Bussola Quotidiana, relativi alle prebende destinate alle Ong ambientaliste a favore del Green Deal e le decine di milioni per la promozione dell'ideologia Lgbti e a nocumento della femminilità delle donne, dei bambini e dei genitori.
Sebbene la Commissione abbia fatto progressi nella raccolta di informazioni sui finanziamenti Ue concessi alle Ong, «persistono debolezze» nel modo in cui tali informazioni vengono rese pubbliche, inoltre, gli Stati membri non monitorano né riferiscono sui finanziamenti Ue concessi alle Ong, tra l’altro nei paesi dell'Ue, la definizione di cosa sia una Ong varia. Nel 2024, l'Ue ha sostanzialmente definito una Ong come indipendente dal governo e un'organizzazione senza scopo di lucro, una definizione che da sola non può garantire che le Ong siano correttamente classificate nel sistema di trasparenza finanziaria dell'Ue, perché tali entità si autodichiarano come Ong e la Commissione non verifica aspetti importanti del loro status, tra cui se un governo esercita un'influenza significativa sui loro organi di governo o se persegue gli interessi commerciali dei suoi membri o sia una semplice organizzazione satellite di Fondazioni o organizzazioni estere. Inoltre, i gestori dei fondi Ue, generalmente le direzioni generali o uffici alle loro dipendenze, non ricercano in modo proattivo potenziali violazioni dei valori Ue da parte delle Ong, come lo stato di diritto e i diritti umani, ma si basano principalmente su autodichiarazioni delle stesse Organizzazioni non governative.
Infine, mancano anche controlli sulle fonti di finanziamento che possono fornire informazioni utili su chi si nasconda ed usi le Ong. La trasparenza pubblica consiste nel fornire ai cittadini adeguate informazioni in modo che possano chiedere conto ai decisori pubblici del loro operato. Ciò significa che per assolvere gli obblighi di trasparenza occorre rendere noto non solo a chi, su quali basi e per quale scopo sono stati concessi i fondi dell’Ue, ma anche in che modo sono stati utilizzati, quali importi sono in causa e se i destinatari dei fondi rispettino i valori dell’Ue, mentre ad oggi, afferma la Corte dei Conti, ciò non è per nulla attuato nè verificato.
Da qui le tre raccomandazioni della Corte alla Commissione affinchè: - agevoli entro il 2025 un’interpretazione e un’applicazione uniformi della definizione di “organizzazione non governativa” in tutti i regimi di gestione, pubblicando orientamenti volti a rendere più chiara l’ «indipendenza dal governo», oltre al prerequisito di essere un ente privato; - migliori la qualità delle informazioni sulle spese dell’Ue nel sistema di trasparenza finanziaria, aumentando la frequenza degli aggiornamenti e includendo i destinatari di secondo livello dei fondi dell’UE nei regimi di gestione diretta e indiretta entro il 2029; - sviluppare, entro il 2028 i sistemi attuali in modo da includere una verifica, basata sul rischio del rispetto dei valori dell’Ue da parte dei destinatari (comprese le Ong), al fine di individuare potenziali violazioni.
Mai dovrebbe esser consentito a Bruxelles di sprecare risorse dei cittadini, tantomeno di usarle per foraggiare le solite camarille e lobbies transoceaniche dedite ad ideologie malsane, perverse e gravemente dannose per la crescita e lo sviluppo della identità, tradizioni e conseguenti valori europei e delle nazioni che ne fanno parte. Tutto ciò è ancor più grave in una situazione di crisi e decrescita come quella che vive il nostro continente da molti anni, si impone una forte e pubblica presa di posizione ed iniziativa a tutti i livelli del nostro Governo e dei partiti e famiglie europee che lo compongono, affinché nel Consiglio Europeo, nei confronti della Commissione e in Parlamento si chieda chiarezza piena e assoluta sulle malefatte del passato, nonostante le connivenze dei partiti Socialisti, Liberali, Verdi e Sinistre. E’ indispensabile che si impediscano ulteriori sprechi e le prebende politicamente ed ideologicamente elargite, si introducano criteri di massima trasparenza e obiettività nei finanziamenti futuri, si impongano regole ferree nei confronti delle ONG e si vietino finanziamenti europei a quelle che, direttamente o indirettamente, percepiscono fondi da entità pubbliche o private estere.