L’Ucraina usa il gas russo pagato dall’Europa
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Il paradosso ucraino: Kiev ha impedito ai suoi alleati europei di continuare a ricevere il gas di Mosca dai suoi gasdotti, ma si fa pagare dalla Ue, con prestiti che mai potrà rimborsare, il gas russo che compra da Slovacchia e Ungheria.

L’Ucraina si rifornisce di gas azero, ma soprattutto russo e il conto lo paga la UE che ormai è l’unico sponsor finanziario di rilievo di Kiev da quando gli Stati Uniti di Donald Trump vendono (non regalano più) forniture e servizi per l’Ucraina. Può sembrare un paradosso che l’Ucraina, che da quando è iniziata la guerra con la Russia preme sugli europei per indurli a rinunciare all’energia fornita da Mosca per non finanziarne la macchina bellica, stia oggi aumentando paradossalmente le importazioni di gas russo. Specie se si tiene conto che a fine dicembre 2024 Kiev ha chiuso il contratto con Gazprom bloccando i flussi di gas russo verso l’Europa attraverso i gasdotti ucraini.
Gli acquisti di gas russo da parte di Kiev avvengono indirettamente, come riporta il giornale online ucraino Strana, che riferisce come nel mese di luglio l’Ucraina abbia aumentato del 13% le importazioni di gas dall’Ungheria (raggiungendo i 300 milioni di metri cubi) e del 140% dalla Slovacchia (268 milioni di metri cubi). Le due nazioni europee importano a loro volta il gas russo attraverso il gasdotto Turk Stream ma sono state entrambe pesantemente criticate dall’Unione Europea per non aver rinunciato all’energia russa.
Secondo i dati citati da Strana, i 568 milioni di metri cubi di gas russo acquistati dall’Ucraina in Slovacchia e Ungheria corrispondono a quasi il 70% delle importazioni totali di gas dell’Ucraina. Strana aggiunge che «l’Ucraina ha acquistato gas per l’inverno a credito, utilizzando prestiti miliardari».
Prestiti che difficilmente Kiev, con la sua economia in bancarotta, potrai mai restituire. La notizia aggiunge un ulteriore dettaglio alla tragica gestione del conflitto russo-ucraino da parte della UE, che si è privata delle risorse russe, infinite e a prezzo iper-conveniente, per poi acquistare petrolio russo da intermediari (come l’India) e gas russo dalla Turchia o in forma liquida (GNL) molto più costosa.
Allo stesso tempo la UE ha duramente criticato Ungheria e Slovacchia che acquistano ancora gas russo, che però lo rivendono in parte all’Ucraina. Il culmine di questo paradosso, che sarebbe quasi comico se non avesse effetti tragici sull’economia europea, è che Kiev da un lato ha impedito ai suoi alleati europei di continuare a ricevere il gas di Mosca dai suoi gasdotti ma dall’altro si fa pagare dalla Ue con prestiti che mai potrà rimborsare, il gas russo che compra da Budapest e Bratislava.
Strana evidenzia che il governo dell’Ucraina chiede costantemente ai Paesi dell’Unione Europea di rifiutare l’importazione di risorse energetiche russe mentre Kiev è alimentata per il 70 per cento dal gas russo. Del resto, Ucraina a parte, le esportazioni verso l’Europa di gas russo attraverso il gasdotto Turk Stream a luglio hanno raggiunto il nuovo record di quasi 1,6 miliardi di metri cubi.
In crescita anche la fornitura di gas e petrolio dell’Azerbaigian, sempre veicolato dalla Turchia, verso l’Europa e l’Ucraina. Anche per Kiev infatti, l’Azerbaigian sta emergendo come fornitore energetico alternativo alla Russia, complementare agli interessi turchi e gradito anche all’Europa. Il 24 luglio un accordo tra il gruppo ucraino Naftogaz e Socar Energy Ukraine – sussidiaria della compagnia energetica statale azerbaigiana Socar – ha dato il via alla fornitura sperimentale di gas attraverso la rotta Bulgaria-Romania. Si tratta della prima volta in cui gas di origine azera raggiunge direttamente l’Ucraina.
Come ha riportato sempre l’Agenzia Nova, secondo il ministro dell’Energia ucraino Svitlana Hrynchuk, il corridoio transbalcanico «apre l’accesso alle risorse energetiche del sud e permette agli operatori europei di utilizzare gli impianti di stoccaggio sotterraneo ucraini». Naftogaz ha definito l’accordo con Baku «un passo strategico» per la diversificazione delle forniture e il rafforzamento della sicurezza energetica nazionale.
Le forniture di gas azero all’Ucraina hanno alimentato tensioni tra Baku e Mosca anche se appare evidente che il governo azero intende utilizzare la sua crescente influenza energetica per rafforzare il suo ruolo geopolitica. Hikmet Hajiyev, consigliere del presidente dell’Azerbaigian e direttore del Dipartimento di politica estera dell’amministrazione presidenziale, in un’intervista al quotidiano tedesco Berliner Zeitung ha affermato che Baku è pronta a fornire una piattaforma per colloqui di pace tra Russia e Ucraina, qualora entrambe le parti lo desiderassero.
Del resto per l’Ucraina la situazione energetica è precaria, con le riserve di gas al minimo degli ultimi 12 anni e gli impianti di stoccaggio attualmente pieni per meno di un terzo, come ha reso noto ieri la società di analisi ExPro. «L'Ucraina ieri aveva 10 miliardi di metri cubi di gas negli impianti di stoccaggio, e negli ultimi 19 giorni ha pompato un miliardo di metri cubi di gas», ha riportato ExPro. Il ministero dell'Energia ucraino ha affermato che Kiev ha bisogno di circa 13 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi per la stagione invernale.
Secondo ExPro, gli impianti ucraini sono pieni al 32,3%, con le riserve in calo del 9% rispetto allo scorso anno. Non è ancora chiaro come l'attacco russo di oggi all'inter-connettore del gas della regione di Odessa, utilizzato per fornire gas statunitense e azero attraverso Bulgaria e Romania, influenzerà la futura raccolta di gas del Paese.
L'Ucraina è stata costretta ad aumentare i prelievi di gas dagli stoccaggi e ad aumentare le importazioni durante l'inverno e la primavera, dopo che gli attacchi missilistici russi hanno danneggiato gli impianti di produzione nella parte orientale del Paese. Il ministro dell'Energia ha affermato che, per la stagione invernale 2025/2026, l'Ucraina dovrà importare almeno 4,6 miliardi di metri cubi di gas. I costi, come quelle della guerra e delle sue conseguenze economiche in Ucraina, ricadrà sull’Europa,