Un filo rosso sangue fra il Terrore giacobino e quello islamico
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Ghigliottinato il cristianesimo, restano idee cristiane impazzite a dominare l'Occidente odierno, dove l'islam radicale avanza indisturbato tra i nipoti di Robespierre. Tanto "nessuno tocchi Caino", ma vale solo per noi.
Il terrorismo? Lo abbiamo inventato – anche questo – noi, occidentali cristiani. O meglio, lo inventarono i giacobini di Robespierre, che però ghigliottinarono il cristianesimo quantunque allo stesso Incorruttibile gli studi di avvocaticchio li avesse pagati il vescovo di Arras. La Rivoluzione Francese, madre di tutti gli -ismi che seguirono e ancora ci assillano, ideò pure il terrore come metodo di dominio. Oggi lo è anche di lotta, ed è satanicamente geniale.
Il terrorista, infatti, ha un enorme vantaggio sul nemico: può colpire a caso e a tradimento gente ignara e inerme. Non così chi cerca di contrastarlo, perché può prendersela solo con lui e rispettare le regole. Lotta impari, perciò ecco le transenne, i blocchi di cemento, la moltiplicazione delle guardie, l’ispezione perfino dei cestini della spazzatura. Il che costringe lo Stato a spese pazzesche e lo fa vivere nella paura. Paura di un assassino fantasma che non si sa dove, quando, come e perché colpirà. E chiunque, pure i bambini, può essere un bersaglio. Così, il Terrore è già instaurato, basta colpire una tantum, anche a grande distanza di tempo, in modo da costringere a tenere la guardia sempre alta. Naturalmente, il commercio scema, cosa che danneggia l’economia già aggravata dall’eccesso di spesa per la sorveglianza.
Nel caso del terrorismo islamico – ultima variante – il vantaggio del terrorista è moltiplicato. L’Occidente non ha più la pena di morte né la tortura, non può – come facevano gli inglesi con i ribelli Cipoys musulmani dell’India coloniale – avvolgere il cadavere di un giustiziato in una pelle di maiale a monito per gli altri. L’Occidente gli deve fornire anche l’avvocato gratuito e trattarlo coi guanti, sennò si ritrova contro una massa di buoncuoristi anche atei ma tali perché ideologizzati o semplicemente plagiati dalla libertà di espressione, cosa che, anche questa, gioca a favore del terrorista islamico. Il clero cristiano, di qualunque denominazione, fa il resto.
In Occidente nessuno deve toccare Caino. Infatti, le nostre sono idee cristiane impazzite, che anche il Papa ha rinunciato a correggere. Cioè, eresie secolarizzate (Dio vietò di toccare Caino, sì, ma solo perché se ne riservava la punizione). L’islam radicale ha avuto un diverso fondatore, perciò il terrorista può permettersi di nascondersi anche negli ospedali o negli asili infantili: chi deve stanarlo è dunque in grave difficoltà. Anche perché le ricchissime monarchie petrolifere, pur islamiche, non sentono alcun obbligo di fraternità verso i correligionari vittime collaterali. “Noi amiamo la morte, voi la vita”, ammoniva Bin Laden, convinto da imam, ayatollah e clero vario che il Paradiso aspetta chi ammazza più infedeli e chi, pur civile, viene sacrificato alla Causa. Abbiamo visto tutti il filmato della liberazione dei primi ostaggi israeliani: donne velate di nero cospargevano di petali di rose gli eroici combattenti di Hamas (uno insegnava a un bimbetto come impugnare un mitra) che avevano, sempre eroicamente, catturato quattro ragazzotte la più alta delle quali arrivava loro all’ascella.
Certo, uno che ama la morte in nome di Allah ne merita il Paradiso. Ma se poi scoprisse che c’è un solo Dio, sì, però è quello cattolico? Sarebbe un bel dilemma per teologi, perché il Dio cattolico, si sa, tiene conto della buona fede. Ma, checché se ne dica, è sia Misericordia che Giustizia, sennò sarebbe Babbo Natale. Come risolverà il dilemma, comunque, è affar Suo. Se no, che Dio è?