Un altro sacerdote cinese in carcere
Con l’accusa di vendita illecita di una raccolta di inni, padre Ma Xianshi è in carcere da sei mesi e finora ai suoi famigliari non è stato concesso di fargli visita

La fedeltà dei sacerdoti cattolici al Partito comunista cinese deve essere totale. Padre Ma Xianshi, responsabile fino allo scorso anno della Chiesa ufficiale della diocesi di Wenzhou, è stato arrestato e deve rispondere del fatto che sia stato venduto in un’altra regione, in violazione dei regolamenti statali, un libro di inni “Tianlu Miaoyun” (Melodie celesti), compilato e redatto dalla sua diocesi. In quanto rappresentante legale della diocesi, ne è responsabile penalmente. In realtà, spiega l’agenzia di stampa AsiaNews che dà notizia dell’arresto e della detenzione, ormai da sei mesi, di padre Ma, “Tianlu Miaoyi” è una raccolta di inni in cinese utilizzata in molte parrocchie delle province dello Jiangsu, Zhejiang, a Shanghai e nel Fujian. “Fu raccolta e curata da sacerdoti e seminaristi formati al seminario di Sheshan, e pubblicata nel 2001 dalla casa editrice Fede come parte della collana liturgica (n. 119). Nel 2005 la stampa fu affidata alla Nanjing Amity Printing Co. Entrambe le edizioni hanno i diritti di copyright della diocesi di Wenzhou. La versione in questione è un libro di alta qualità editoriale con copertina in pelle e carta pregiata, ristampato otto volte fino al marzo 2022. Il libro è stato distribuito all’ingrosso nel mercato dei piccoli articoli di Yiwu da una società cattolica fondata da Zhuang Qiantuan, un fedele di Wenzhou, che è stato arrestato insieme a padre Ma”. A padre Ma era affidata la Chiesa ufficiale della diocesi di Wenzhou perché il suo vescovo, monsignor Pietro Shao Zumin, non è riconosciuto dal regime cinese avendo rifiutato di aderire agli organi religiosi ufficiali controllati dal Partito comunista, motivo per cui è costantemente oggetto di persecuzione ed è stato spesso arrestato. Per questo il regime considera vacante la sede e riconosceva come guida della comunità cattolica diocesana padre Ma Xianshi, il quale era anche il vicepresidente del Comitato degli affari cattolici dell’intera provincia dello Zhejiang. Il suo processo era stato fissato per il 1° luglio presso il tribunale di Yiwu, ma pochi giorni prima, dopo che più di 300 fedeli avevano chiesto di poter assistere all’udienza, è stato rinviato a data da destinarsi. Non si esclude che quello del libro sia un pretesto e che il governo stia cercando di screditare padre Ma. Ai fedeli, riporta AsiaNews, è stato detto che “all’insaputa anche dei sacerdoti a lui più vicini, teneva 200 milioni di yuan (circa 25 milioni di euro, ndr) sul suo conto personale, affermazione questa che molti sacerdoti ritengono poco credibile. Triste è però il fatto che nessun sacerdote ufficiale ora osi difenderlo pubblicamente. Da oltre sei mesi in carcere, nessuno ha potuto comunicare con lui, e un confratello avrebbe commentato: ‘In Cina non si può non ascoltare il Partito Comunista’”.