Ue: una Commissione vecchia con una maggioranza nuova
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Dopo settimane di trattative e minacce, è stata approvata la nuova commissione Von der Leyen. Meno consensi del solito, è la meno votata dal 1995. E si appoggia a una maggioranza nuova: mani libere del PPE per pescare anche dai partiti di destra.
Dopo settimane di manovre politiche, minacce, ripicche e di accordi sottobanco, gli eurodeputati hanno dato ieri, 27 novembre, il loro via libera al Collegio dei Commissari di Ursula Von der Leyen, così la Commissione potrà iniziare a svolgere i propri compiti dal prossimo 1 dicembre. Il voto dei 688 presenti (su 720 membri totali) ha visto 370 favorevoli, 282 contrari e 36 astenuti anche per le posizioni diversificate tra i gruppi politici e all’interno degli stessi gruppi.
Il sostegno ricevuto ieri dalla Commissione è minore di quelli ricevuti da qualunque altra Commissione europea dal 1995 ad oggi (da Jacques Santer all’Ursula Von der Leyen I tutte le Commissioni avevano ricevuto ben più di 410 voti a favore) e sconta il cambio politico epocale che si è registrato nelle elezioni europee dello scorso giugno.
Il 18 luglio scorso, Ursula von der Leyen era stata rieletta con 401 voti, 284 contro e 22 hanno espresso voti in bianco o nulli. All'epoca, il voto era stato condotto a scrutinio segreto, sebbene i gruppi avessero dichiarato pubblicamente le loro intenzioni. Oltre ai tre gruppi tradizionali, autodefinitisi con una certa dose di bugiardo umorismo come “centristi”, anche il gruppo dei Verdi aveva sostenutao la presidente uscente, mentre il gruppo di Sinistra e tutte le forze politiche conservatrici e di destra avavano votato contro o si erano astenute.
Mentre i gruppi di PPE, Liberali-Renew e Socialisti hanno sostenuto la Commissione, seppur con distinguo diversi e con un forte richiamo di Liberali e Socialisti al PPE affinchè sia coerente e non cerchi alleanze diversificate con i Conservatori di ECR e i Patrioti, i Verdi, le Sinistre, i Patrioti e i Sovranisti hanno espresso la loro ferma opposizione alla Commissione europea ed alla Presidente Von der Leyen per ragioni diverse e opposte. Verdi e Sinistre avrebbero voluto che si riproponesse la stessa ‘maggioranza di sinistra-centro’ che ha condizionato le politiche della scorsa legislatura, imponendo ideologie e follie di ogni genere ai cittadini ed alcuni governi invisi al potere centralista di Bruxelles, i Patrioti e i Sovranisti invece avrebbero voluto una Commissione che fosse la realistica conseguenza della volontà popolare espressa dei cittadini alle elezioni dello scorso giugno, ricentrata cioè sulle identità nazionali, lo spirito e la lettera dei Trattati.
La cosiddetta "maggioranza venezuelana" risultante dalla convergenza di Popolari, Patrioti e Conservatori a favore di Edmundo González e María Corina Machado per l’attribuzione del Premio Sakharov del Parlamento europeo, contro i desiderata di Liberali, Sinistre, Socialisti e Verdi, è tutt’altro che tramontata e lascerà nelle mani, non solo dei Popolari e di Von der Leyen, ma anche degli stessi Conservatori, la possibilità di mediare per il bene dei popoli e delle nazioni europee, svuotando i ricatti di Socialisti, Liberali, Sinistre e Verdi.
Nel voto di ieri, il Capogruppo dei Conservatori Nicola Procaccini ha espresso il proprio apprezzamento, soprattutto per la scelta positiva di Fitto alla Vicepresidenza, ma ha lasciato la libertà di voto ai suoi componenti e alle diverse delegazioni nazionali, ricordando ai Socialisti, Sinistre, Verdi e Liberali come le elezioni europee abbiano dimostrato che la strada percorsa la scorsa legislatura non fosse stata apprezzata dai cittadini. Ancor più per questa ragione, nel nuovo Parlamento ogni maggioranza si costituisce sul merito dei provvedimenti e può cambiare proprio per i diversi argomenti e sensibilità presenti nell’emiciclo. Gli stessi Verdi hanno dichiarato che solo una piccola maggioranza del gruppo avrebbe votato a favore, mentre una buona parte di esso avrebbe votato contro la nuova Commissione sia per la presenza di Fitto, sia per il reale timore di contare molto meno nelle prossime scelte politiche dell’esecutivo.
Se guardiamo al bicchiere mezzo pieno, i voti contrari alla Commissione sono diminuiti (-2) rispetto a quelli ricevuti dalla stessa Von der Leyen; diversamente sono ben 41 i parlamentari che hanno evitato di sostenere la Commissione, inclusi i 14 parlamentari che si sono aggiunti agli astenuti di luglio, per un totale di 16 voti mancanti a favore rispetto ai mesi scorsi. Tra i voti contrari a riprova dei dissensi interni ai gruppi politici, bisogna notare i prevedibili voti degli spagnoli del PPE, la maggioranza del gruppo dei Conservatori, buona parte dei Verdi, una parte dei Socialisti (tra cui tutti i francesi e gli italiani Tarquinio e Strada), oltre alla totalità di Patrioti, Sovranisti e Sinistre.
In ogni caso le mani libere del PPE rimettono pienamente in gioco, almeno speriamo, i partiti che hanno vinto le elezioni di giugno: i Conservatori, i Patrioti e anche le destre sovraniste.
Una tale maggioranza potrebbe, di volta in volta, rinvigorire lo spirito originario e rispettare i Trattati, tutelandoci dai pericolosi sbandamenti ideologici ed imposizioni tiranniche che abbiamo subito negli ultimi cinque anni dal migrazionismo, ideologie abortiste ed Lgbti e dell'ambientalismo oppressivo. Non siamo alla svolta completa ma, almeno, vediamo la fine della curva.