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ELEZIONI

Europee, l'avanzata delle destre provoca un terremoto politico

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Exit poll e prime proiezioni vedono il Partito Popolare mantenere le posizioni, ma anche il crollo di socialisti e verdi a vantaggio di conservatori e identitari. Batosta per Macron che scioglie il Parlamento e convoca le elezioni per il 30 giugno. E il premier belga si dimette in lacrime.
- Il voto italiano consolida la Meloni, di Ruben Razzante

Esteri 10_06_2024
LaPresse

Nei giorni scorsi circa quattrocento milioni di europei hanno avuto la possibilità scegliere con il loro voto che tipo di Europa volevano nei prossimi cinque anni. Gli elettori di 27 Stati membri hanno eletto 720 membri del Parlamento europeo, che a loro volta condizioneranno composizione, politiche e provvedimenti della prossima Commissione ed il presidente della Commissione europea stessa. I primi risultati provvisori sono emersi dallo spoglio notturno di domenica.  

Gli exit polls consolidati emersi nelle ore notturne vedono il PPE a 189 seggi, in leggera crescita con il 26.25%, i Socialisti con 135 seggi, in calo al 18.70% come in calo sono i liberali di Renew che si fermano a 80 seggi e l’11.00%, secondo le previsioni crescono in tutta Europa i Conservatori con 72 seggi e il 10% ed i partiti nazionalisti di Identità e Democrazia con 58 seggi e 8%. Calano drammaticamente i Verdi che scendono a 52 seggi e 7.2%, la Sinistra scesa a 36% e 5%, mentre rimane sempre ampio il gruppo misto dei non iscritti con 46 parlamentari, così come altri 52 parlamentari neo eletti per partiti non sono attualmente appartenenti a formazioni politiche europee.

Ciascuno dei leader dei partiti storici, tranne Macron, ha voluto concedere dichiarazioni festose, in particolare il candidato leader dei Socialisti e Democratici Europei, Nicholas Schmit, dichiarando presuntuosamente che «non ci sarà maggioranza senza di noi» e rilanciando l’appello «a tutte le forze democratiche del prossimo Parlamento Europeo: uniamo le forze…per stare insieme, non guardiamo agli estremi, a quelli che vogliono distruggere l'Europa».

Felicità ma ancora incertezza sulle alleanze dal PPE con Von der Leyen e Metsola. Mentre la presidente uscente del Parlamento EU Metsola auspicava una alleanza del PPE con ECR e i conservatori, la Von der Leyen ha dichiarato ovviamente di aver «vinto le elezioni europee e di voler costruire dei bastioni contro le estreme di destre e sinistra». Ennesima dimostrazione di aver capito poco o nulla dal voto.

Più desto Emmanuel Macron che, dopo la sonora ma prevedibile batosta subita in Francia e la larga vittoria di Jordan Bardella (capolista del RN al 31.5%) sulla liberale Valérie Hayer (Renaissance al 15.20%) e Raphaël Glucksmann (PS al 14.%), ha annunciato lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale ed il voto anticipato di Camera e Senato il prossimo 30 giugno, evitando di dimettersi. Nei Paesi Bassi lo spartito per le destre non cambia. I liberali belgi, alla guida del governo e alla presidenza del semestre europeo e che esprimevano sinora non solo il presidente del Consiglio europeo Michel ma anche il Commissario alla giustizia Reynders, sono usciti distrutti dalle elezioni federali politiche ed europee, lo spocchioso premier Alexander De Croo che sino a pochi giorni orsono sbeffeggiava Orban, si è dimesso ieri sera in lacrime.

Il risultato olandese, celebrato sin da giovedì come esemplare vittoria delle sinistre, coalizzate in unica lista di Socialisti e Verdi, vede proprio tale aggregazione perdere un seggio rispetto a 5 anni orsono, mentre la vera crescita è quella del PPV del leader antiislamico e nazionalista Gert Wilders che da un seggio sale a 7 seggi al parlamento europeo. In Spagna, si confermano i successi dei Popolari (22 seggi) sui Socialisti del premier Sanchez, fermo a 20 seggi, seguito da Vox che cresce a 6 seggi. In Germania si confermano le previsioni, nonostante le persecuzioni smisurate ed indiscriminate verso tutti i politici e gli elettori della destra di Afd, che cresce al secondo posto nei consensi salendo al 16%, dopo la coalizione Cdu-Csu al 30% e ben prima dei Socialisti alla guida del governo di Berlino calati al 13.90%. Liberali, Socialisti e Verdi sono in caduta libera ovunque, il PPE tiene e cresce solo quando è all’opposizione di governi socialisti, conservatori e destre vincono ovunque. Tengono i conservatori del PiS in Polonia, ora al secondo posto dopo i centristi del premier Tusk, nonostante le persecuzioni che subiscono da sei mesi e, al momento in cui scriviamo, sembrano confermate le previsioni di una ottima tenuta della coalizione di Fidesz al 43% in Ungheria, con un calo contenuto rispetto alle previsione e con la scomparsa politica delle sinistre.

Perché? L’elettore europeo ha preso atto che, in particolare, Verdi, Socialisti e Liberali europei hanno semplicemente negato l’esistenza stessa dei problemi concreti e quotidiani creati dalla selvaggia immigrazione islamica, dalle ideologie green e gender, dal gelo demografico (e la conseguenza incertezza previdenziale) e dal decadimento economico.

Le destre dei Conservatori, Identitari e Nazionalisti in questi anni, seppur con i loro limiti ideali e di valori, hanno visto i problemi reali e quantomeno ne hanno denunciato l’esistenza e sottolineato la necessità di affrontarle seriamente. L’Europa da oggi deve affrontare una radicale e necessaria inversione di rotta anzi, deve ri-diventare testimone feconda della sua storia, dei valori di persona, libertà, comunità, ragione e fede cristiane che l’hanno resa un fattore decisivo della storia dell’intero mondo. L’alternativa è semplicemente proseguire nell’eutanasia comune e furore anticristiano, dunque attenzione massima nelle prossime settimane, i perdenti che ancora governano le istituzioni, venderanno cara la pelle.



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