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IL CONFLITTO SI ALLARGA

Ucraina, la guerra dei volontari (o mercenari) stranieri

In Ucraina si consolida la presenza di una Legione Ucraina composta da combattenti occidentali volontari. La Russia li considera mercenari e riduce le cifre della sua composizione. Due inglesi sono stati fatti prigionieri e mostrati in Tv. Da parte russa invece, starebbero arrivando i libici e i siriani. 

Esteri 23_04_2022
Mariupol

Gli ultimi combattimenti a Mariupol, nella ridotta del reggimento Azov nella grande acciaieria trasformata in bunker, potrebbero mostrare in tutta la sua evidenza la presenza di volontari stranieri al fianco delle truppe regolari ucraine e delle milizie della Guardia Nazionale di Kiev, come il neo-nazista Reggimento Azov.

L’Ucraina ha vantato che nella “Legione Ucraina”, composta da stranieri i cui arruolamenti sono iniziati dopo l’avvio delle operazioni russe il 24 febbraio, si erano arruolati a fine marzo 12mila volontari, poi saliti a 20 mila. Numeri forse esagerati nel nome della propaganda di guerra. Mosca, che chiama i volontari stranieri “mercenari”, ha fornito numeri molto più limitati e precisi, ma pur sempre impossibili da verificare. Secondo il ministero della Difesa russo “il regime di Kiev ha attirato in Ucraina 6.824 mercenari stranieri da 63 paesi, soprattutto dalla Polonia (1.717), dagli USA (circa 1.500) e da Canada e Romania mentre fino a 300 combattenti sono arrivati dal Regno Unito e altrettanti dalla Georgia e 193 provengono dalle zone della Siria controllate dalla Turchia. La stragrande maggioranza dei mercenari è ora distribuita nelle città di Kiev, Kharkiv, Odessa, Nikolaev e Mariupol”.

Il 19 aprile la Romania ha negato decisamente la presenza in Ucraina di suoi cittadini in armi: il ministro della Difesa rumeno, Vasile Dincu, ha dichiarato alla tivù Digi 24 che si tratta di “propaganda”. Il 17 aprile il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha dichiarato che “secondo i militari ucraini che si sono arresi a Mariupol, fino a 400 mercenari stranieri fanno parte del gruppo ucraino circondato nello stabilimento Azovstal e la maggior parte di loro sono cittadini di paesi europei e canadesi”. Anche in questo caso è possibile che il numero di 400 militari stranieri nella sola acciaieria Azovstal sia esagerata dalla propaganda russa, ma la cattura di due cittadini inglesi rende attendibile l’ipotesi che ve ne possano essere altri.

La loro cattura potrebbe permettere di stabilire se si tratti solo di volontari attratti dal desiderio di mettere a frutto la passata esperienza militare combattendo per la causa ucraina con motivazioni ideali o ideologiche, oppure se vi siano anche consiglieri militari di nazioni NATO. Ufficiali e sottufficiali statunitensi, britannici e di altre nazioni, militari in servizio attivo o contractors assoldati per assistere le truppe di Kiev che, secondo quanto rivelato dai russi, si apprestavano ad attaccare le aree territoriali delle province di Donetsk e Luhansk in mano alle milizie filo-russe. Konashenkov ha reso noto nei giorni scorsi che è stata effettuata un’incursione di forze speciali tesa a liberare ostaggi detenuti nella moschea della città situata nel quartiere Primorski. Un’operazione chiesta espressamente dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan che si sarebbe risolta con successo con l’eliminazione di 29 combattenti “inclusi mercenari stranieri” e con la liberazione degli ostaggi.

Sembra che un tentativo di evacuare da Mariupol alcuni consiglieri militari stranieri sia fallito due settimane or sono con l’abbattimento di due elicotteri ucraini e altre voci riferiscono di una richiesta riservata da Parigi a Mosca per poter “esfiltrare” i consiglieri militari francesi presenti nell’acciaieria. Anche queste sono ovviamente indiscrezioni prive di conferma.

Il 15 aprile il parlamentare russo Andrei Klimov, vice presidente della commissione per le relazioni internazionali del Senato, ha dichiarato all’agenzia di stampa RIA Novosti: “Abbiamo già prigionieri tra il personale militare dei Paesi Nato, mostreremo tutto questo quando condurremo i processi e il mondo intero vedrà cosa davvero è successo”. Mosca affermava il 18 aprile di aver eliminato 1.035 mercenari stranieri mentre 912 si sarebbero rifiutati di combattere in prima linea e avrebbero lasciato il paese, facendo scendere così l’attuale numero di combattenti stranieri in Ucraina a 4.877, inclusi i 400 che sarebbero circondati nell’acciaieria Mariupol. Il 15 aprile la TASS ha riferito che “un attacco lanciato dalle forze missilistiche ha ucciso un’unità di mercenari di una compagnia militare privata polacca a Izyumske, nella regione di Kharkiv. Fino a 30 mercenari polacchi sono morti”.

Aiden Aslin e Shaun Pinner, i due volontari britannici catturati a Mariupol e arruolati nella 36a Brigata di fanteria di Marina, arresisi fra il 14 e il 16 aprile, sono stati mostrati come trofei il 19 aprile dalle telecamere della tv Rossija 1. In quell’occasione Pinner ha parlato a nome di entrambi chiedendo di essere liberati tramite lo scambio col politico ucraino filorusso Viktor Medvedchuk, agli arresti a Kiev da alcuni giorni perchè considerato un traditore. Aslin, 28 anni, originario di Newark, nel Nottinghamshire, era già stato volontario in Siria per combattere contro l’Isis nel 2015, per poi spostarsi nel 2018 in Ucraina e arruolarsi col nome di battaglia “Johnny”. Già il 12 aprile aveva diramato via Twitter ai suoi parenti e amici la sua intenzione di arrendersi dato che aveva finito viveri e munizioni.

Pinner invece è un ex-soldato di 48 anni del reggimento Royal Anglian, in Ucraina dal 2018. Il Times ha recentemente rivelato che forze speciali britanniche stanno addestrando le truppe ucraine a Kiev dopo che è emerso che migliaia di soldati di Kiev seguono corsi di addestramento in Polonia e Repubbliche Baltiche (ma anche in Gran Bretagna e Stati Uniti) gestiti da istruttori di Stati membri della NATO.

Fin dall’inizio delle operazioni militari russe in Ucraina si erano diffuse notizie circa l’arruolamento di volontari stranieri anche da parte di Mosca, per lo più nelle repubbliche ex sovietiche ma anche in Siria e Libia presso le milizie fedeli a Bashar Assad e al generale Khalifa Haftar che avevano ricevuto un ampio supporto dalle truppe russe e dai contractors del Gruppo Wagner. Indiscrezioni di fonte ucraina riferiscono che i primi combattenti libici e siriani sono giunti in Russia il mese scorso per effettuare un periodo di addestramento e verrebbero ora impiegati in prima linea nell’offensiva contro le truppe ucraine nel Donbass, che ha preso il via il 19 aprile.