Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
ELEZIONI APOCALITTICHE

Trump si candida ad essere il Catéchon, non solo il presidente

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Vinte le elezioni primarie in South Carolina, convinto di avere la nomination in tasca, Trump lancia la sfida a Biden: o me o sarà l'apocalisse. 

Editoriali 26_02_2024
Donald Trump alla Cpac 2024 (La Presse)

Nelle elezioni primarie della South Carolina, Donald Trump ha vinto con quasi il 60% dei voti, staccando di ben 20 punti la sua rivale Nikki Haley, ormai l’unica rimasta a sfidarlo, nel Partito Repubblicano. Non era un risultato scontato, considerando che la Haley, prima di essere ambasciatrice all’Onu, era la governatrice della South Carolina, eletta per ben due mandati consecutivi. Ma nulla sembra arrestare la corsa di Trump verso la nomination.

Contemporaneamente alle elezioni primarie nello Stato del Sud, nella capitale si teneva la conferenza conservatrice annuale, la C-Pac 2024. Fra gli ospiti stranieri spiccava il presidente argentino Javier Milei, Liz Truss la premier britannica che ha governato meno nella storia del Regno Unito, una folta delegazione italiana dell’Ecr (gruppo presieduto da Giorgia Meloni) e il presidente salvadoregno Bukele (duro sull’ordine pubblico e all’avanguardia sull’adozione di Bitcoin come valuta). Ma a dominare la scena, inevitabilmente, è stato proprio Donald Trump, con il suo discorso di oltre un’ora e mezza. Dando per scontato che ormai vincerà le primarie, si è proposto come l’unica alternativa a Joe Biden. Anzi, considerando i toni del suo intervento: come unica alternativa all’apocalisse che attenderebbe l’America in caso di una sua sconfitta alle urne.

Ispirato dalla recente morte del dissidente russo Alexei Navalny, Trump si è definito un “fiero dissidente” e non ha esitato a usare la parola “regime” per definire l’amministrazione democratica. Con quattro processi che dovrà affrontare, l’ex presidente repubblicano dice ad un pubblico osannante: «Per molti versi, stiamo vivendo in un inferno, perché Joe Biden è una minaccia per la democrazia». E spiega quel che vede come posta in gioco: «La vostra libertà sarà la nostra ricompensa finale, e il successo senza precedenti degli Stati Uniti d'America sarà la mia vendetta finale e assoluta (…) Questo è ciò che voglio. Il successo sarà la nostra vendetta».

E se vince Biden? «Se quel truffatore di Joe Biden e i suoi sgherri vincono nel 2024, il peggio deve ancora venire. Il nostro Paese sprofonderà a livelli inimmaginabili». Secondo Trump, sarà peggio che nei peggiori film distopici, con un’America al buio per i numerosi blackout, un’inflazione alle stelle e un confine poroso attraversato da milioni di immigrati illegali. Oltre al rischio di una Terza guerra mondiale, pronta a scoppiare a causa di decisioni sbagliate di politica estera. «Presto ci faranno perdere la Terza Guerra Mondiale. Non combatteremo nemmeno nella Terza Guerra Mondiale, ma la perderemo con armi che nessuno ha mai visto prima». Perciò, «Questa è la posta in gioco di queste elezioni. Il nostro Paese sta per essere distrutto. E l'unica cosa che si frappone tra voi e la sua distruzione sono io».

Toni simili non si erano mai sentiti, neppure nella campagna elettorale del 2016. Trump si candida, non solo come un presidente, ma di fatto come il Catéchon, il potere che tiene a freno l’Anticristo, prima dell’Apocalisse. Ma non è un po’ esagerato? Sicuramente. Ma non si era neppure mai visto un candidato accusato e processato per fatti che sono equiparati a un golpe, dove l’accusatore è il governo federale in carica. Più ci si avvicina al momento del voto, più le due parti che si sfidano si delegittimano. Fin dove possano spingersi lo vedremo a novembre, al momento del voto per la Casa Bianca.