Trans leggono libri ai bimbi: dilaga la moda in Italia
A Roma, a Catania e a Cinisello Balsamo: le iniziative rivolte ai bambini fin dall'asilo per cui uomini travestiti da donne leggono loro fiabe Lgbt. Con la scusa dell'inclusione e della lotta alle discriminazioni si perverte la mente dei più piccoli: a dimostrare che non c'è così tanto di innocente e scherzoso, come ripetono gli sponsor di questi eventi, sono fatti accaduti negli Stati Uniti.
«Non mi sono inventato nulla perché è nata a San Francisco anni fa, arrivando poi in diversi paesi europei. Vista la mia esperienza come assistente sociale ho pensato fosse interessante portarla anche in Italia». A parlare della nuova moda Lgbt, necessaria a convincere sopratutto le famiglie normali a pensare che gay o no sia indifferente, è stato Francesco Pierri, transessuale che si fa chiamare Cristina Prenestina e che il mese scorso ha risposto alle critiche contro l’evento “Drag Queen Story” patrocinato dal Comune di Roma. Pierri descrive l’iniziativa (di cui La Nuova BQ ha già raccontato la genesi) rivolta ai bimbi fin dall’età dell’asilo.
L’evento era stato poi sospeso a causa del Coronavirus (almeno questa è la ragione ufficiale) ma l’altro travestito che doveva parteciparvi, e che si fa chiamare Paola Penelope, ha spiegato che «era un incontro di letture di fiabe, dove si parla di amore, tolleranza ed inclusione e non credo sia un problema se ne parla qualcuno con la parrucca e un po’ di trucco». L’arma di difesa di queste iniziative, dove piccoli innocenti vengono gettati (a volte persino dai loro genitori che si sentono così emancipati) nelle braccia di uomini vestiti volgarmente da femmine, è la minimizzazione.
Basti leggere come viene presentata un’altra di queste iniziative che si svolge a Cinisello Balsamo, dove l’associazione GayMin Out, insieme a Oltrespazio Aps, ha organizzato per il 2020 un ciclo di incontri di letture per bambini dell’asilo intitolato “Drag Queen Story Time” : Qui, Daniele Pennati, un travestito, accoglie i bambini per «accompagnarli in luoghi in cui il giudizio rimane fuori dalla porta. Dove non esistono sogni “da maschi” o “da femmina”. Dove tutte le diversità sono celebrate e accolte». Ovviamente il tutto viene celebrato come una misura per prevenire bullismo e discriminazioni. Lo stesso è accaduto a Catania nel luglio dello scorso anno, dove nella sede della Cgil un travestito ha letto fiabe Lgbt ai bambini.
Esistono poi altre “trovate” come quella del Carnevale di Messina che ha ospitato “le portinaie”, un gruppo di uomini travestiti che balla e canta canzoni contro le discriminazioni di fronte ad adulti e bambini che si scatenano ballando. Certo, sembra tutto un gioco, un carnevale appunto, dove questi drag queen sono semplicemente personaggi travestiti o dove fingono di essere come pagliacci che leggono storie ai bimbi. Eppure, è proprio in questo gioco apparente che l’inconscio comincia a normalizzare la presenza di uomini vestiti da donne nelle menti di piccole persone non ancora in grado di discerenere.
Non solo, perché quando il Comune di Cremona lo scorso agosto patrocinò un evento di lettura di storie per bambini da parte di drag queen, alle critiche della Lega gli organizzatori risposero così: «Crediamo che le diversità siano una realtà inevitabile da riconoscere e rispettare. Possiamo scegliere come vivere il nostro rapporto con le diversità: amare il prossimo, per noi, non prevede discriminazioni o pregiudizi. Il bene degli altri è anche il nostro e la felicità è un presupposto irrinunciabile per relazioni sane, aperte, umane». Amare? E il bene dei bambini?
È chiaro che questi piccoli sono usati da adulti disposti a tutto pur di far dilagare la propria idea di un mondo che, ribelle alla natura, lasci in pace le loro coscienze. Basti pensare che negli Stati Uniti, dal leggere le fiabe siamo già passati agli abbracci fra i piccoli e i travestiti. Ha fatto scandalo la pubblicazione delle foto della Multnomah County Library in cui i travestiti appaiono sdraiati sul pavimento con sopra i bambini. Ma anche il fatto che in Texas due lettori avevano dei precedenti penali per abuso di minori. A dire che non son tutti innocui i lustrini che luccicano.
Eppure questi “drag queen" dicono che non c’è nulla di sessuale nelle loro storie e nulla di volgare nelle loro esibizioni. Ma cosa c’è di più sessuale di un uomo che insegna che si può essere di qualsiasi sesso indipendentemente da quello di nascita, facendo così passare il messaggio che chi la pensa diversamente sia un “omofobo"? Cosa c’è di peggio di una ideologia trasmessa con ilarità, quando diversi giovani e bambini vivono già la confusione di un mondo senza limiti, fatto di relazioni fragili e incerte? Abbiamo raccontato le storie dei cosiddetti “detransitiones” (qui e qui), persone pentite di essersi sottoposte ai trattamenti per apparire del sesso opposto a quello di nascita, che descrivono di quando, di fronte al loro disagio e confusione, anziché un aiuto medico per imparare ad accettarsi hanno ricevuto terapie per fuggire da un corpo che non era il loro. Tutti spiegano che la fantasia di fuga era stata coltivata incontrando un mondo transessuale che li attirava a sé presentandosi come la soluzione felice alle loro sofferenze. Per poi scoprire, ma troppo tardi, che le sofferenze si sarebbero moltiplicate.