Sottoposti da bimbi al "cambio di sesso" ora denunciano l'inganno
«Rivoglio la mia voce da femmina; i medici non mi diedero altra possibilità; ai bambini bisognerebbe impedire un trattamento simile; gli ormoni hanno danneggiato la mia salute; ridatemi le mie ovaie». Li chiamano "detransitioners" per indicare la volontà di ritornare a vivere in accordo al sesso di nascita dopo essersi sottoposti a trattamenti per apparire di quello opposto. Non hanno ancora troppa voce ma cominciano a parlare davanti ai parlamenti statali, usano YouTube e denunciano le cliniche che da bambini assecondarono la loro confusione.
Forse qualcosa si sta muovendo se diversi Stati americani cominciano a discutere norme per impedire il bombardamento ormonale dei minorenni in vista dell’operazione chirurgica per un “cambiamentio di sesso” che, oltre che rovinare il corpo con conseguenze tremende sulla salute, non avverrà mai. La ragione è presto detta: i cosiddetti “detransitioners”, ossia coloro che vogliono tornare vivere in accordo al sesso di nascita (e in molti casi arrabbiati con un sistema che li ha assecondati quando ancora piccoli e confusi non si rendevano conto di quanto stavano facendo) stanno aumentando, denunciando i medici e descrivendo la loro sofferenza.
Di fronte al parlamento del South Dakota, dove però la norma per il divieto dei trattamenti ai minorenni non è passata, Sydney Wright, una ventenne, ha testimoniato a sostegno del disegno di legge ricordando che era «una ragazza sana e bella…ma dopo aver assunto il testosterone per un anno, mi sono trasformata in un mostro sovrappeso…Mi fu diagnosticata la disforia di genere…Sono stata trattata con dosi massicce di potente testosterone che ha devastato il mio corpo, mi ha fatto aumentare di 50 chili e mi ha esposto al rischio di malattie cardiache, diabete e menopausa adolescenziale. Queste sono scelte deplorevoli…Ma mi fidavo del consiglio del medico. Erano loro gli esperti. Chi ero io per non ascoltarli? Non mi hanno nemmeno parlato di altre opzioni terapeutiche».
Ma mentre i media amano parlare di questo mondo come gaio, facendo di queste vicende un tabù, diversi giovani hanno deciso di usare YouTube per dire al mondo il loro dramma. Una di loro, Elle, 20 anni, è stata intervistata da un noto travestito, Blaire White, contrario alla cosiddetta “transizione di sesso” per i minorenni. Elle dai 15 ai 18 anni aveva assunto testosterone per sembrare un maschio. Purtroppo, ora che è pentita e che ha interrotto l’assunzione degli ormoni, ha ancora una voce maschile con cui parla così: «Non avevo amici, non andavo più a scuola…avevo diversi problemi mentali durante la pubertà, la mia adolescenza però è stata medicalizzata, perché avendo questi problemi i miei genitori mi hanno portato dal medico dicendo che non volevo alzarmi da letto, che mia figlia è depressa e così mi hanno dato gli ormoni senza cercare davvero di capire perché mi sentivo così...quando ho scoperto il mondo trans a 14 anni ho pensato che forse era questo (essere donna, ndr) che mi faceva stare male», dimostrando quanto il clima “gayfriendy” confonda i giovani più fragili.
«La cosa di cui mi pento di più è il cambiamento della mia voce, avendo preso presto il testosterone ho potuto mutare fortemente la mia voce, prima avevo una voce femminile perfetta ma ho permesso che il testosterone la distruggesse ed è durissimo fare i conti con questa cosa…poi ho i peli in faccia per cui mi devo radere ogni quattro giorni circa…ora appaio una donna ma quando parlo…». Infine Elle ha aggiunto una seconda sofferenza: «Se parli della “detransizione” ti dicono che sei transfobico», ma «bisogna pensare a quanti giovani impressionabili vanno su internet e trovano solo una proposta senza altre alternative…questa è una decisione che deve essere presa solo da un adulto…a 16 anni non ho pensato a quello che avrebbe comportato davvero». Forse erano i medici che dovevano metterla in guardia, invece…
Invece hanno agito come con Patrick, giovane australiano cresciuto senza padre, che per due anni (dai 12 ai 14 anni) ha assunto gli ormoni femminili. Pentito è stato intervistato da un tv australiana insieme a sua madre single. Spiega il giovane: «Pensavo di essere una donna dentro di me…avevo paura della pubertà e dei suoi cambiamenti». La madre racconta delle minacce di suicidio del figlio se non avesse seguito la proposta dei medici di cominciare con la somministrazione di estrogeni. A dire che i medici non dovrebbero mai proporre questa strada menzognera illudendo i piccoli, ma se mai aiutarli a comprendere il motivo del rifiuto della propria persona (cosa che invece molti Stati vietano per legge). Nonostante molti sostengano ormai quanto dice un noto pediatra australiano che appare nella trasmissione: «Non c’è prova che questo (il bombardamento ormonale, ndr) funzioni. Anzi, i problemi emozionali aumentano con gli estrogeni. Tutto questo è una sperimentazione…la buona notizia è che la maggioranza di questi ragazzi vuole poi tornare indietro». Il che vale a dire che la maggioranza di questi ragazzi confusi guarirebbe con il tempo.
Leoaica Motanelul spiega su You Tube che i giorni prima del ciclo pensava ad uccidersi, «ma quando cominciavano le mestruazioni poi stavo bene e non capivo perché». I medici le dissero che era un problema ormonale e provarono a darle la pillola contraccettiva. Non funzionò e quindi «feci un’isterectomia completamente pagata dalla mia assicurazione sanitaria. Ero eccitata…per un po’ all'inizio funzionò, ero finalmente un uomo. Ma poi cominciai ad avere dubbi…ad avere paura e quando vidi che le donne che avevano rimosso le ovaie avevano il 2 per cento di possibilità in più di essere diventare dementi o di avere un infarto mi sono terrorizzata. Continuo a pensare: “Oh ma cosa ho fatto?”. I medici pensavano che così sarei stata salva…ho preso una decisione medica enorme senza fare ricerche….ero così arrabbiata con me stessa, con i dottori che hanno rimosso organi in perfetta salute».
La cosa pazzesca è che con l’operazione «hanno trovato una fibrosi nell’utero e ho capito che c’era una ragione per il mio dolore premestruale, ma era un male curabile!…se potessi tornare indietro non credo che farei l’isterectomia…ho fatto una scelta molto pericolosa con cui devo convivere per il resto della mia vita e mi terrorizza, allora cerco di non pensarci. Ho preso questa decisione orribile e se tornassi intero mi terrei le mie ovaie…spero di aiutare qualcuno a pensare davvero a questa decisione…se i medici ti dicono qualcosa che suona vera potrebbe non essere così». Anche perché «ancora oggi ho problemi di bipolarità e credo li avrò per tutta la mia vita», ma nessuno ha fatto i conti con il suo disagio mentale. Sempre su You Tube ci sono storie come quella di Jackie o di Cass, che si aggiungono alla fila di giovani nascosti e a quelli in causa con le cliniche del "cambiamento di sesso" per minori (di due giorni fa la notizia della prosecuzione del processo contro la Tavistock).
Con loro anche alcuni medici stanno alzando la voce: l’endocrinologo californiano Michael Laidlaw ha testimoniato di fronte al parlamento del South Dakota così: «Un’alta percentuale di pazienti con “disforia di genere” ha in realtà altri problemi neuropsichiatrici». Laidlaw ha poi citato uno studio finlandese da cui risulta che il 75 per cento dei pazienti con “disforia di genere” era sottoposto a trattamento psichiatrico per motivi diversi da questa (al 26 per cento era stato diagnosticato lo spettro autistico). Mostrando quanto la moda arcobaleno si ponga come risposta ad un disagio di tutt'altra natura.