Tornano a casa i primi rifugiati centrafricani
L’Unhcr ha avviato un programma di rimpatrio volontario assistito destinato ai 172.000 centrafricani fuggiti nella Repubblica democratica del Congo allo scoppio della guerra civile nel 2013
Circa 400 rifugiati centrafricani hanno lasciato la Repubblica democratica del Congo e sono tornati a casa il 21 novembre grazie al primo programma di rimpatrio volontario assistito organizzato dell’Unhcr da quando nel 2013 è iniziata la crisi nella Repubblica Centrafricana. Il programma prevede di riportare a casa 172.000 rifugiati, 25.000 nel 2020. L’iniziativa è frutto di un accordo firmato dall’Unhcr e dai governi della Repubblica democratica del Congo e della Repubblica Centrafricana nel luglio del 2019. I primi rimpatriati vivevano nei campi di Mole e Boyabu, nella provincia nord occidentale dell’Equatore, che ospitano circa 32.000 rifugiati centrafricani, 4.000 dei quali hanno accettato il rimpatrio volontario. Ogni rifugiato riceve una somma in denaro, degli utensili domestici di base e razioni di cibo per tre mesi per aiutarlo a iniziare una nuova vita. Sono arrivati su una imbarcazione navigando lungo il fiume Ubangui fino al porto della capitale Bangui. All’approdo ci sono state commoventi scene di gioia. “Abbiamo saputo che c’è la pace adesso e abbiamo deciso di ritornare e lavorare per il nostro paese” ha detto ai mass media presenti una donna. “Il presidente ha chiesto a tutti i cittadini centrafricani di tornare a casa – ha detto un uomo, padre di sette figli – sono fiero di essere tornato”. La destinazione dei rimpatriati sono la capitale Bangui e alcune aree del paese in cui negli ultimi due anni la situazione è effettivamente migliorata, ma il paese è lungi dall’aver superato la crisi. Diversi gruppi armati, nonostante i numerosi tentavi di pacificazione, continuano a contendersi il territorio nazionale, divisi da fattori tribali e religiosi.