«L’aborto e la disperazione. Poi ho incontrato la misericordia»
L’aborto ai tempi dell’università, il tremendo senso di colpa, una ferita che la tormenta per anni. Nel frattempo la sua fede cresce e si aggrappa al Signore, fino a un ritiro con la Vigna di Rachele. La Bussola racconta la storia di Maria, oggi rinata.
40 Giorni per la Vita, «preghiamo per la fine dell’aborto»
Per la prima volta in Italia, a Modena, la campagna internazionale 40 Days for Life. Preghiera e digiuno per porre fine all’aborto, offrendo un’alternativa alle donne. La Bussola intervista Maria Sole Martucci, referente per la campagna.
Ru486, donne che raccontano l’inferno. E come ne sono uscite
Dopo il ribaltamento della Roe v. Wade, l’industria abortista spinge sempre più sull’invio di pillole come la Ru486. I dati della FDA testimoniano il pericolo per le donne (almeno 20 morte dal 2000 al 2019). Chi c’è passata conferma: Krissy Spivey e Dora Esparza si raccontano al Christian Post, svelando i traumi fisici e psichici legati all’aborto con pillola. E come si sono tirate fuori dall’abisso.
Quaranta giorni per la Vita, così si sconfigge l’aborto
Preghiera, formazione, aiuti materiali: inizia oggi, memoria dei Santi Innocenti, la campagna 40 giorni per la Vita, promossa dalla Diocesi di Ventimiglia. Un’iniziativa per infrangere «il muro di indifferenza» eretto dalla cultura dominante sulla pratica dell’aborto; e per offrire, a chi vi ha partecipato, la possibilità di scoprire la Misericordia di Dio.
«Io, dall’abisso dell’aborto alla vita nuova in Dio»
«Non c’è nessun peccato e nessun male che non venga perdonato se l’uomo si pente. E veramente il Signore, dal male più grande, sa trarre il bene più grande. Io vedo questo nella mia vita…». Daria, trentottenne, racconta alla Nuova BQ il baratro in cui era sprofondata dopo aver abortito a 20 anni e da cui è venuta fuori grazie alla sua conversione e a un ritiro con la Vigna di Rachele. E oggi dice: «Questo bambino mi protegge e mi guida dal Cielo»
Regno Unito, giudice ordina l'aborto forzato su una disabile
Il giudice Nathalie Lieven ha autorizzato i medici a eseguire un aborto su una giovane con un ritardo mentale, nonostante la contrarietà della stessa disabile, di sua madre e dell'assistente sociale. La madre è una nigeriana che si è opposta anche in nome della propria fede cattolica e di quella della figlia, e facendo presente che sarebbe lei a prendersi cura del nipote. Ma per il giudice «il miglior interesse» della ragazza è abortire il figlio. E così, dopo l’eutanasia di Stato - vista con Charlie, Alfie e Isaiah - ecco l’aborto obbligatorio, frutto di un inganno che svela il vero volto di una falsa libertà.
Come rinascere dopo l'aborto, il "lutto proibito"
"Ci siamo trovati con persone che dopo aver vissuto un aborto hanno tentato di chiudere questa vicenda, di risanarla, senza però trovare il tempo e lo spazio necessari. Non si tratta solo di una ferita psicologica, è una profonda ferita spirituale che va guarita, con l'aiuto di Gesù". Intervista a Monika Rodman, responsabile in Italia della Vigna di Rachele, un apostolato che organizza periodicamente ritiri di tre giorni per favorire la guarigione interiore di uomini e donne che portano dentro di sé il dolore di un aborto, aiutandoli a riconciliarsi con il figlio perduto.