STATI UNITI
Corte Suprema pro gender, con il “sì” di due conservatori
Con un voto di 6-3, la Corte Suprema degli Usa ha stabilito che è illegittimo licenziare un dipendente a motivo del suo “orientamento sessuale” o “identità di genere”. Viene così stravolto il senso di una legge del 1964 che faceva riferimento al sesso biologico. Esultano le organizzazioni Lgbt, che possono ringraziare Gorsuch e Roberts, i giudici in quota conservatrice che hanno votato con i liberal. Ambiguo anche Kavanaugh. E Trump rischia di uscire indebolito dalla sentenza.
SE I "TRANS" INSULTANO J.K. ROWLING, di Tommaso Scandroglio