L'assedio degli armeni nel Nagorno-Karabakh
Gli armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh (Artsakh in lingua armena) sono assediati e di nuovo tagliati fuori dal mondo. A causa di una protesta “ecologista” è stato chiuso il corridoio di Lachin, che è l’unica rotta che collega la regione con l’Armenia. La situazione inizia a farsi critica. E nel mondo nessuno può o vuole aiutarli.
La guerra invisibile. Escalation di scontri fra Armenia e Azerbaigian
Scontri a fuoco al confine fra l’Azerbaigian e l’Armenia hanno provocato almeno 150 morti in due giorni. Nel silenzio dei media, la guerra fra Armenia e Azerbaigian sta ricominciando dopo due anni di fragile tregua. Con un gradino di escalation in più: non si è trattato solo di scontri fra azeri e armeni dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), ma di una battaglia diretta fra gli eserciti regolari armeno e azero al confine internazionale riconosciuto fra i due Stati. Baku tasta la debolezza della Russia, protettrice dell'Armenia, e potrebbe sfruttare l'opportunità per un attacco.
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L’Artsakh ci mostra la pasta dell’esercito armeno
Nell’anno 451 l'Armenia combatteva contro la Persia che voleva convertirla al mazdeismo. I soldati armeni pregarono: “Che la nostra morte eguagli la morte dei giusti e l’effusione del nostro sangue quello dei santi martiri. Gradisca Dio il nostro volontario sacrificio e non dia la sua Chiesa in mano ai pagani”. Persero, ma la nazione non si convertì. Oggi in Nagorno-Karabakh accade qualcosa di simile.
Perché turchi e azeri attaccano il Nagorno-Karabakh armeno?
Il Nagorno-Karabakh è sempre stato armeno, anche se Stalin lo regalò all'Azerbaijan nel 1923. Dopo la caduta dell'Urss la popolazione totalmente cristiano-armena votò per l'indipendenza, ma la Turchia che da sempre mira ad espandere il suo potere (per cui avviò il genocidio del 1915) vuole la nostra terra. La persecuzione non ha fine e se non si pone un freno anche l'Europa ci rimetterà.