Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IL CASO NEGLI USA

Suor Dede vince senza cedere al ricatto vaccinale

Suor Deirdre Byrne, per i suoi malati suor Dede, è la superiora religiosa ed ex colonnello dell'esercito Usa che non si è piegata al ricatto vaccinale. Dopo una lunga battaglia legale, ha strappato una prima vittoria. Ecco cosa insegna a noi la sua responsabilità. 

Editoriali 13_04_2022 English Español

Forse il nome di Suor Deirdre Byrne non dirà molto ai lettori italiani. Un’informazione utile per rinfrescare la memoria potrebbe essere quella di tornare al 26 agosto 2020, quando la religiosa appartenente alla Congregazione delle Little Workers of Sacred Heart of Jesus and Mary, intervenne alla Convention dei Repubblicani, difendendo la vita in ogni suo momento.

Suor Deirdre è un personaggio: doppia specializzazione, una in Medicina di famiglia, l’altra in Chirurgia generale, e 29 anni di servizio tra i militari, che l’hanno portata al grado di Colonnello nel US Army. Lasciati i gradi dell’esercito, ha assunto i “gradi” religiosi, diventando superiora della sua comunità di Washington D.C., dove continua ad esercitare la professione medica a titolo assolutamente gratuito, aiutando soprattutto i più poveri.

Il suo nome si trova anche tra le firmatarie, insieme a Wanda Półtawska, dell’appello dell’8 marzo 2021, The Voice of Woman in Defense of Unborn Babies and in Opposition to Abortion-Taninted Vaccines, dell’8 marzo 2021, nel quale si prendeva una posizione lucida e ferma contro l’utilizzo dei feti umani abortiti nella ricerca medica e nella preparazione di farmaci e vaccini. E Suor Deirdre ci ha messo non solo la firma, ma ha accettato di rischiare tutto, come dimostra la sua storia.

Nell’agosto 2021, il distretto di Columbia aveva deliberato l’obbligo di vaccinazione contro la Covid-19 per tutti gli operatori del settore sanitario. Difesa dall’Avvocato Christopher Ferrara, membro della Thomas More Society, uno studio legale no-profit per la difesa della vita, della famiglia e della libertà religiosa, la Suora aveva subito richiesto l’esenzione per motivi religiosi, in quanto i tre vaccini disponibili (Pfizer, Moderna e J&J) risultano realizzati ricorrendo a linee cellulari fetali, provenienti da bambini abortiti, in fase di ricerca e/o di produzione.

La richiesta, all’inizio del mese di marzo 2022, era stata rifiutata, con la conseguente sospensione della Suora dall’esercizio della professione medica. Ma gli avvocati avevano replicato, intentando una causa contro il Distretto di Columbia (DC), il Sindaco, Muriel Bowser, e il Direttore del Dipartimento della Salute, La Quandra Nesbitt, a causa del loro rifiuto di concedere l'esenzione per motivi religiosi. L’obiezione religiosa è infatti assolutamente fondata per il fatto che l’aborto, spiegano i legali, «si collega e supporta la sperimentazione che coinvolge tessuti fetali abortiti e linee cellulari da essi derivate, che ora sono centrali per l'industria dei vaccini, più recentemente in riferimento alle iniezioni sperimentali genetiche a mRNA e DNA per il Covid-19».

Il 15 marzo, Suor Deirdre riceveva finalmente una lettera da parte del Dipartimento della Salute del Distretto di Columbia, nella quale, a causa della diminuzione dei casi di Covid-19, veniva riconosciuta alla suora un’esenzione fino al 15 marzo 2023. La lettera specifica che «se successivamente il Direttore riconoscerà che qualora rientrasse nel miglior interesse della salute pubblica, l’esenzione concessale potrà essere revocata». Suore Dede, come viene amichevolmente chiamata, può dunque riprendere la sua attività di cura dei più bisognosi, ma dalla lettera emerge chiaramente che la partita non è vinta. Chi deciderà di questo “best interest”, espressione che ormai siamo abituati a sentire in tutti i contesti in cui la persona viene in realtà calpestata (qualcuno ricorda il piccolo Alphie)? Dunque, la situazione rimane incerta, almeno dal punto di vista legale. Perché da quello morale e religioso, Suor Dede è ormai diventata un punto di riferimento granitico per quanti hanno compreso la posta in gioco di questi sieri.

Intervenendo alla trasmissione The World Over del 10 marzo scorso, Suor Dede, lamentava le conseguenze del primo rifiuto di concederle l’esenzione: «Non posso esercitare la mia professione, ho chiuso la mia clinica per un mese, non posso vedere i pazienti. Non posso più aiutare nessuno. Posso solo attendere per vedere cosa accadrà».

Nessuna idea però di cedere al ricatto, pur nella lucida consapevolezza che la sua scelta comportava conseguenze dolorose anche per altre persone, come i “suoi” malati: «Non avevo altra scelta che scegliere il vaccino o smettere di esercitare la professione medica a Washington DC. La mia terza opzione è stata quella di rimanere ferma, perché ho sentito di essere come una piccola punta di una freccia di tante persone che sono costrette a fare la stessa cosa».

La “terza opzione”: è quella che le anime che vivono di fronte a Dio sanno scoprire, quando si trovano strette nel dilemma; un dilemma causato da un’ingiustificata costrizione del potere politico. La “terza opzione” è quella che ha la forza di emergere solo quando, di fronte alle dure conseguenze della propria scelta, non si accetta di fare un passo indietro, perché prevale la consapevolezza che ciò che molto vale molto esige. E Colui che tutto vale, tutto esige.

Suor Dede mostra di avere una mentalità molto diversa da quella che si manifesta nei nostri meschini ragionamenti, per cui si rimane fedeli al Dio della vita e agli innocenti che portano la Sua immagine, solo finché questo non comporta per noi la drammatica possibilità di perdere la salute, il lavoro, i legami più cari, persino la vita. Una logica che non la sottrae alla responsabilità verso il prossimo; una responsabilità la “Suora colonnello” esercita pienamente, capendo che un suo eventuale cedimento potrebbe trascinare tante altre persone, che si trovano nella sua stessa situazione, al cedimento. Responsabilità verso il prossimo è infine quella di rifiutarsi concretamente, pagando sulla propria pelle, di accettare un sistema che fa dei piccoli indifesi dei fornitori di materiale biologico.

Suor Dede ne è più che mai consapevole, e perciò, nella stessa intervista, lanciava un appello: «Le persone devono diventare più consapevoli» della connessione tra questi vaccini e le linee cellulari provenienti da aborti. Dalla sua coscienza, abituata a stare al cospetto di Dio più che degli uomini, la Suora ha avvertito salire un imperativo: «Ho sentito che Dio mi chiamava ad essere una voce per la vita, per i bambini non nati, e volevo rimanere ferma su questo punto [...] Come cattolici dobbiamo sostenere e difendere i non nati, dal momento del concepimento fino alla morte naturale». Si potrebbe pensare che si tratta di una “chiamata speciale”, di una voce destinata solo a lei. Ma non è così. La voce è quella di Dio e Dio non cambia, non contraddice se stesso. Suor Dede l’ha sentita perché non l’ha soffocata con le preoccupazioni di quello che potrà accadere, ma ha lasciato che essa emergesse per quella che è, con tutte le esigenze che comporta, senza tentennare di fronte al prezzo da pagare.