Strage di cristiani in Somalia
Sei commercianti originari del Kenya sono stati uccisi da uomini mascherati sicuramente appartenenti al gruppo jihadista al Shabaab
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Sei cristiani sono stati uccisi il 29 marzo in Somalia dal gruppo jihadista al Shabaab, affiliato ad al Qaeda. È successo a Dhobley, una città del Basso Giuba sud occidentale situata a poche centinaia di metri dal confine con il Kenya. Erano originari del Kenya e avevano aperto a Dhobley un negozio di articoli di plastica. Frequentavano una chiesa che si trova appena oltre confine, in Kenya, e che anche diversi musulmani avevano incominciato a frequentare di nascosto, per pregare, dopo essersi avvicinati al Vangelo grazie ai cristiani. È probabile che la cosa sia stata notata, gli al Shabaab si devono essere insospettiti. Sta di fatto che il 29 marzo, secondo le testimonianze raccolte dalla rivista International Christian Concern, i sei cristiani sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco nel retro del loro negozio da quattro uomini incappucciati che poi hanno anche dato fuoco al locale. I cristiani in Somalia, un paese abitato in maggioranza da musulmani e ormai da quasi 20 anni sotto la minaccia dei jihadisti, sono ormai molto pochi e quei pochi vivono in condizioni estremamente difficili, costretti per sopravvivere a nascondere la loro fede. Gli al Shabaab si spingono spesso anche nel vicino Kenya, a caccia di cristiani. Il 9 aprile alcuni combattenti hanno raggiunto il villaggio kenyano di Hindi, hanno messo un posto di blocco su una strada molto trafficata e hanno attaccato diversi automezzi uccidendo un uomo e ferendone due. È loro consuetudine fermare auto e mezzi pubblici, far scendere gli occupanti e chiedere loro di recitare la Shahada, la professione di fede islamica. Chi la conosce vuol dire che è musulmano e quindi viene risparmiato. Gli altri vengono uccisi. Un cristiano sopravvissuto ha raccontato di essersi salvato dicendo di non conoscerla bene perché ha detto di essersi convertito soltanto da poco. I jihadisti gli hanno creduto e lo hanno lasciato andare.