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Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Medio Oriente

Sono tanti i cristiani in Siria che vogliono lasciare il paese

La minoranza cristiana, vittima di violenze, intimidazioni e minacce, crede sempre meno alle promesse del nuovo governo

 

Dopo l’attacco del 22 giugno alla chiesa greco-ortodossa di Mar Elias, a Damasco, che ha causato 35 morti e oltre 60 feriti, cresce in Siria tra i cristiani la preoccupazione per il futuro. Avevano sperato e sollecitato un rafforzamento delle misure di sicurezza a loro tutela. Invece gli incidenti, dalle intimidazioni agli omicidi, sono continuati e anzi si sono intensificati anche a causa della diffusa disponibilità di armi e della mancanza di responsabilità e controlli. “Fonti locali – riporta l’agenzia di stampa AsiaNews – affermano che omicidi, rapimenti e rapine continuano senza che vengano adottate misure concrete per contrastarli, a dimostrazione del fatto che il governo non riesca a mantenere la promessa di proteggere tutti i gruppi”. Il governo aveva accusato dell’attentato l’Isis, lo Stato islamico, che però ha negato di esserne responsabile. Poi l’azione è stata rivendicata da Saraya Ansar al-Sunna, un gruppo poco noto che si sarebbe formato per secessione dall’organizzazione jihadista attualmente al potere, Hay’at Tahrir al Sham (HTS). Per molti cristiani – osserva AsiaNews – il governo è più interessato a imporre un codice di abbigliamento ispirato alla sharia, e vincolante anche per le minoranze religiose, più che assicurare protezione e sicurezza alla popolazione. Dapprima molti erano disposti a dare una possibilità alle nuove autorità: in un sondaggio condotto a maggio dall’organizzazione Etana, il 45% dei cristiani intervistati aveva dichiarato di sentirsi al sicuro. Ma i leader religiosi riferiscono che adesso molti cristiani se ne vogliono andare. “La paura è aumentata – confermano fonti AsiaNews – in alcuni quartieri cristiani, religiosi e fanatici musulmani hanno marciato per le strade con altoparlanti che invitavano la gente a convertirsi all’islam, mentre uomini barbuti hanno picchiato uomini e donne che facevano festa nei locali notturni della capitale”. I cristiani costituivano circa il 10% dei 23 milioni di abitanti della Siria prima della guerra e godevano della libertà di culto sotto Assad, oltre a ricoprire in alcuni casi alte cariche governative e istituzionali.