Sondaggio sospeso: quando la sinodalità è un boomerang
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La segreteria del Sinodo fa sparire un sondaggio su X e Facebook perché una valanga di no ha risposto alla domanda se il cammino sinodale migliora la missione della Chiesa. È la dimostrazione che il Sinodo è una farsa per promuovere solo quello che vuole una ristretta oligarchia al vertice della Chiesa.
Alla troika sinodale è scappato qualcosa di mano, portandosi a casa una sonante “figura da cioccolatai”. Sperando di ottenere un plebiscito a sostegno della “chiesa sinodale”, da sventolare propagandisticamente per l'ormai prossima ed ultima sessione del Sinodo sulla Sinodalità, l'account ufficiale del Sinodo (@Synod_va), il 25 luglio scorso, aveva lanciato un sondaggio su X e Facebook, chiedendo se il farraginoso carrozzone sinodale, per l'occasione denominato «cammino di conversione e riforma», potesse effettivamente migliorare la missione e la partecipazione dei battezzati alla vita della Chiesa. Si tratta, in effetti, della ragione essenziale per cui, almeno ufficialmente, sarebbe stato convocato il lungo e logorante sinodo in corso.
Nel corso delle 24 ore di durata del sondaggio, la risposta negativa ha sempre sostanzialmente mantenuto percentuali al di sopra dell'80%, per attestarsi all'88% al termine della consultazione, secondo quanto immortalato da uno screenshot, e confermato da infovaticana.com, che ha seguito il sondaggio dal primo all'ultimo minuto. O quasi, perché in realtà gli ultimi minuti sono magicamente evaporati, per intervento della troika chiaramente contrariata dai risultati.
7mila votanti su X e quasi ottocento su FB hanno mostrato che quando le persone possono esprimersi senza tutti i filtri della macchina sinodale, le cose non vanno propriamente secondo i desiderata dell'apparato. Non ci è voluto molto a rendersi conto che il materiale arrivato nelle mani dei partecipanti al Sinodo, sintesi della sintesi delle sintesi, aveva finito per scolorire le richieste ed esternazioni delle persone, costringendole dentro il linguaggio ideologico sinodale. In sostanza, le sintesi di lavoro non rappresentavano affatto il “popolo di Dio”, ma la mens delle commissioni, uniche autorizzate ed illuminate interpreti della volontà popolare e del bene del popolo, come in ogni regime che si rispetti. Non appena al popolo, però, è stato chiesto di esprimersi direttamente con un sì o con un no, come d'incanto si è svelato che il lavoro sinodale altro non è che un pesante organismo burocratico gettato sulla testa delle persone, in nome delle quali però si sostiene di operare, ma che in realtà semplicemente devono essere rieducate a pensare come tali commissioni vogliono.
Evidentemente, qualcosa è andato storto e la rieducazione non ha avuto il successo che ci si aspettava; è così scattato il piano di emergenza: subito si sono alzati in volo i “Canadair” per cercare di estinguere l'incipiente incendio: come Massimo Faggioli, che dall'alto del suo profilo X, ha sentenziato: «I commenti qui sotto non rappresentano il sentire di tutta la chiesa. In ogni caso, il mio consiglio non richiesto per gli uffici vaticani sarebbe di evitare sondaggi di questo tipo, specialmente sui social media». Insomma: meglio non esporsi al rischio di infrangere l'incantesimo ideologico, prendendosi un sonoro schiaffo dalla realtà. Già, ma il problema è che il post commentato da Faggioli semplicemente non è più disponibile, perché eliminato dalla troika...
Perché la notizia più importante è proprio questa: in Vaticano la sinodalità si applica ad intermittenza, un po' come la democrazia in Europa: si è democratici quando il popolo vota come deve, e oligarchici quando resiste alla rieducazione. Sinodali se voi siete con noi, e oligarchici se contro di noi. Questi black-out programmati della sinodalità avvengono anche quando sono gli stessi “padri e madri” sinodali a non risultare troppo affidabili agli occhi della troika; ne abbiamo avuto una prova piuttosto eclatante nella dichiarazione Fiducia supplicans, che se ne è infischiata di sottoporre la questione al Sinodo, sapendo di trovare resistenza, ed è stata imposta d'ufficio da Tucho e dal Papa. E anche allora la realtà è emersa con la sua forza, portando intere conferenze episcopali a respingere al mittente la dichiarazione.
Di fronte alla resistenza palese al processo sinodale, si è intervenuti con una censura approssimativa e tardiva, che ha finito per provocare più danni di quanti ne volesse evitare, perché se il semplice esito del sondaggio metteva in luce “solamente” che il popolo non intende andare dove li vuole portare la troika vaticana, la censura ha mostrato al mondo che la troika vaticana esiste, eccome. E che tutto questo Sinodo è una dannosa (e costosa) farsa, che si nasconde dietro il discernimento, l'ascolto della voce dello “spirito” e tutto il restante linguaggio ideologico che gioca a far apparire una realtà che non esiste e a coprire quella che esiste: l'esistenza di un popolo disorientato, afflitto e arrabbiato, perché, affamato di salvezza, di grazia e di bellezza, non riceve che parole vuote, programmi pastorali e prese in giro.
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