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ISLAM

Siria, il massacro di fine Ramadan mentre l'Occidente dorme

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In Siria, la festa di Eid al Fitr è stata l'ultimo giorno di vita per molti cittadini invisi al nuovo regime fondamentalista islamico. Si registrano nuovi e gravi massacri delle minoranze. Il tutto nel silenzio complice di un Occidente accondiscendente.

Libertà religiosa 07_04_2025
Le bandiere della nuova Siria (La Presse)

Nel mondo islamico Eid al Fitr è la grande festa che segna la fine del sacro mese del Ramadan e la rottura del digiuno diurno. Nella settimana successiva all'avvistamento lunare che dà il via alla festa comunità e famiglie si radunano per scambiarsi doni e partecipare ai banchetti che vengono organizzati presso le moschee e nelle abitazioni private. In Siria quest'anno la festa, iniziata secondo il calendario lunare lunedì 31 marzo, è stata l'occasione per nuovi massacri da parte degli uomini di Hayat Tahrir al Sham, la formazione islamica fondamentalista che ha preso il potere l'8 dicembre scorso.

Nel primo e più significativo giorno della festa si sono registrati massacri e uccisioni in buona parte  della Siria, in particolare nella regione costiera occidentale, l'area alawita dichiarata dalla ONG Osservatorio siriano per i diritti umani "zona sinistrata" a causa delle migliaia di persone uccise dalle milizie filogovernaive nell'ultimo mese.

Vicino al villaggio di Banies, già duramente provato dai recenti massacri, il 31 marzo le "forze dell'ordine" hanno fatto sei vittime e sono stati scoperti i corpi di undici persone precedentemente giustiziate con una pallottola in testa. Lo stesso giorno vicino a Tartous  un ragazzo di sedici anni è stato ucciso ad un checkpoint mentre a Homs, nel quartiere di Karm Al Zaitoun, due appartenenti alle "forze dell'ordine" sono entrati nell'abitazione di una famiglia alawita uccidendo i padroni di casa e i loro ospiti sunniti, radunati per festeggiare assieme la fine del Ramadan. Tenendo conto che già dal loro insediamento ai vertici della Siria nel dicembre scorso gli uomini di HTS hanno ottenuto dalle comunità alawite la consegna delle armi, massacri, uccisioni ed episodi come quelli appena riportati risultano totalmente ingiustificati; nonostante ciò opinione pubblica e istituzioni internazionali paiono non rendersi conto dei gravi fatti che continuano ad accadere in Siria.

Alla vigilia di Eid al Fitr l'autonominatosi Presidente della Siria Ahmed al Sharaa ha inaugurato, a sostituzione del precedente governo provvisorio, un nuovo governo di ventitre ministri che pare creato appositamente per compiacere le democrazie occidentali. Quattro dicasteri sono stati infatti riservati ad esponenti delle minoranze religiose: a una cristiana il Ministero degli Affari sociali e del lavoro, a un alawita il Ministero dei Trasporti, a un druso il Ministero dell’Agricoltura e a un curdo il Ministero dell'Istruzione. Infine il capo dei Caschi bianchi, una sorta di Protezione civile attiva nella regione a guida fondamentalista di Idlib, è stato nominato Ministro dell’Ambiente.

Se questi dati sembrano a prima vista segnalare un cambio di rotta del nuovo governo siriano, basta leggerli appena più approfonditamente per comprendere che non è così. L'aspetto più rilevante del nuovo governo siriano non è la nomina di quattro esponenti delle minoranze religiose cooptati da HTS ed adibiti a dicasteri certamente non di primo piano; l'aspetto fondamentale e incomprensibilmente sottovalutato dall'Occidente della nuova compagine ministeriale è che il centro del potere rimane saldamente in mano ai fondamentalisti di Hayat Tahrir al Sham. Scorrendo l'elenco dei nomi del nuovo gabinetto è facile capirlo: i ministri degli Esteri e della Difesa del governo provvisorio nato all'indomani della cacciata di Bashar al Assad mantengono i loro incarichi, mentre il ministro dell'Intelligence del medesimo governo è il nuovo ministro dell'Interno. Il già Primo Ministro del governo provvisorio, laureato in ingegneria e in legge islamica, è il nuovo ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie, settore strategico per un Paese dal sottosuolo ricco come la Siria; il nuovo ministro della Giustizia è un giudice di legge islamica; la carica di Primo Ministro è stata abolita, avocata dallo stesso Presidente Al Sharaa.

Nonostante queste chiare evidenze, l'Occidente sembra non comprendere che la cooptazione al governo dei rappresentanti delle minoranze religiose è  un'operazione di maquillage atta a rendere minimamente presentabile una formazione armata di stampo qaedista che ha in spregio i diritti umani e si permette azioni omicidiarie di massa nella più completa impunità.  La spiegazione probabilmente più vicina alla realtà di questa mancata consapevolezza è che le stesse potenze occidentali abbiano incoraggiato per i propri interessi questo cambiamento di facciata, suggerendo perfino le parole ad Al Sharaa.

È infatti molto difficile credere che una formazione figlia di Al Qaeda qual è Hayat Tahrir al Sham utilizzi spontaneamente termini come inclusione e transizione, certamente estranei al mondo islamico ma cari alla cultura woke che domina l'ovest civilizzato ed il suo avamposto in Medioriente, lo Stato di Israele. Peraltro, l'inedito connubio tra wokismo e fondamentalismo islamico a cui qui assistiamo è senza dubbio foriero, sia ad ovest che ad est, di gravi conseguenze.

Facciamo un solo esempio, tra i tanti, della distorsione cognitiva di cui soffre a questo proposito l'Occidente, in questo caso l'Europa: i dirigenti di una scuola olandese hanno recentemente proibito ad una classe in gita di consumare cibo e bevande in autobus per rispetto agli studenti islamici tenuti al digiuno del Ramadan. Una simile decisione denota in primis una profonda ignoranza dell'islam: chiunque abbia mai visitato durante il Ramadan un Paese islamico, salvo gli Stati governati da fondamentalisti armati come, appunto, la Siria attuale o l'Afghanistan, sa che persone di altre fedi, musulmani non praticanti e turisti stranieri mangiano e bevono durante il giorno senza che nessuno se ne stupisca. I fedeli islamici praticanti non vanno in crisi davanti a  qualcuno che mangia o beve in loro presenza; se poi per qualunque motivo dovessero trasgredire all'obbligo del digiuno, secondo le prescrizioni religiose islamiche possono fare ammenda astenendosi da cibo e bevande durante un altro periodo dell'anno. Inoltre, una posizione ideologica come quella abbracciata dai dirigenti scolastici olandesi offre, più o meno consapevolmente, una sponda ai fondamentalisti islamici che odiano i musulmani moderati.

Non a caso in Siria nelle scorse settimane di Ramadan i fondamentalisti di HTS sparavano addosso a chi veniva sorpreso a mangiare, bere o fumare durante il giorno, a prescindere dalla fede religiosa. Paradossalmente, l'Occidente della Dichiarazione dei diritti dell'uomo appoggia chi i diritti li nega e non le vittime di massacri e ingiustizie che invece non trovano ascolto alle nostre latitudini. Sabato 12 aprile una manifestazione contro i massacri di civili in Siria è annunciata a Parigi dalla comunità siriana alawita della diaspora; l'auspicio è che anche a livello istituzionale si prenda consapevolezza della minaccia fondamentalista che mette in pericolo la Siria ed incombe anche sul nostro mondo.