Si salvi chi vuole: è una scelta che inizia ora
Ancora una volta Costanza Miriano va controcorrente e nel suo ultimo libro ci parla della vita eterna. Di come il Paradiso sia una scelta che spetta a noi, a partire da ora. E per farla ci serve un rapporto privilegiato con Dio, da costruire e accogliere giorno per giorno.
Dice santa Teresina di Lisieux che Dio è timido e quasi si vergogna di imporsi a noi. Così, per entrare con forza nella nostra vita, vuole che noi Lo convinciamo, Gli dimostriamo che davvero vogliamo Lui. Quindi le fa eco una seconda Teresa, anche lei santa. Santa Teresa d'Avila aggiunge: una volta che Lo abbiamo convinto di desiderarlo con tutto il cuore, allora Dio ti “tira dietro” le Grazie, proprio te ne riempie la vita. Tanto che la santa – a suo dire - non riusciva a domandargli nulla di ciò che voleva perché Lui preveniva sempre le sue richieste. Ma allora, se così fosse, se davvero il Signore della nostra vita esiste; se veramente è Colui che, non per magia, ma per Amore risponde ad ogni desiderio del cuore e se ci vuole per una vita che nemmeno ci possiamo sognare… Ebbene, sarebbe allora da folli non domandarsi: come faccio io a incontrare questo Signore? Come faccio per parlargli personalmente? E come Lo posso "convincere" che Lo voglio nella mia vita?
Le prime citate sono tra le sante preferite da Costanza Miriano e le domande che seguono sono, in buona sostanza, quelle a cui la scrittrice dà una risposta nel suo nuovo libro “Si salvi chi vuole”(Sonzogno editore). Una risposta che, a ben vedere, è tutt’altro che originale, essendo ciò che la Chiesa ribadisce, su per giù, da duemila anni. Eppure che risulta nel libro assolutamente inedita ed appassionante perché la Miriano ne svela la carne, raccontando il personale tentativo di costruire e amare il suo rapporto con Dio. Chi legge, infatti, riceve concrete pagine di vita che generano vera compagnia, oltre a fornire utilissimi “trucchetti” per avanzare spediti su questa faticosa ed entusiasmante strada.
La Miriano mette in fila, colpo dopo colpo, il suo arsenale per “fare sul serio”, sfoderando le armi che la Chiesa stessa ci ha messo in mano per combattere la nostra buona battaglia. In ordine: Parola di Dio, preghiera, Confessione, Eucarestia e digiuno.
Di ciascuno la Miriano ne parla con la profondità di chi vive questi passi come le rocce su cui costruire le giornate e con l’ironia propria solo di chi sa che la vita consiste in un rapporto assolutamente impari. Dove, da una parte c'è Uno che ci vuole dare il Paradiso ad ogni costo e dall’altra ci siamo noi, che spesso neanche lo domandiamo.
E infatti – si racconta nel libro con divertente realismo - noi ci preoccupiamo di essere perfetti nei rapporti, di avere lavori perfetti, situazioni economiche perfette, figli perfetti, case perfette…e mentre rincorriamo la nostra idea di perfezione dimentichiamo di coltivare, di fare spazio, a ciò che più perfettamente corrisponde alla nostra vita: il rapporto con Dio. Comportandoci come se la vita spirituale venisse da sé, a caso, senza cura né impegno o con tanta buona schizofrenica volontà. La Miriano racconta invece di aver sperimentato come sia fondamentale una regola spirituale per “sintonizzarsi” piano piano e profondamente con Dio. Da qui nasce l’idea di un monastero wi-fi (nel senso di wirless fidelity, fedeltà senza fili) dove tutti coloro che lavorano per cercare Gesù sono connessi, come in una comunione dei santi. Partendo dall’assunto che, una regola spirituale nella vita non sia necessaria solo ai “veri monaci”, ma anche ai “monaci laici”, cioè quelli che pur stando nel mondo desiderano vivere un rapporto privilegiato con Dio Padre.
Per ogni pilastro del monastero la Miriano, quando non racconta di sé, presenta un amico, una “sorella”, un sacerdote… insomma qualcuno che su quanto scritto ci ha scommesso la vita intera. Come accade per esempio a Caterina: un marito senza impiego ma con l’amante; un amico irresistibile che le fa compagnia per davvero; quattro figli piccoli da accudire oltre al lavoro indispensabile, insomma roba da perderci la testa. Caterina invece la sua testa e il suo cuore ha deciso di consegnarli totalmente a Gesù. Si è detta che se il Vangelo è davvero Parola di Dio, allora non avrebbe potuto tradirla. Lui no. Ne ha scelto uno di versetto: “Chi ama la propria vita la perde, e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”. Un solo versetto, ma ci ha ricostruito sopra la sua esistenza nella quotidianità. Lo ha vissuto, verificato, pianto, sofferto, pregato e ripregato sino all’ultimo respiro. Caterina si è davvero fidata della Parola di Dio più che di sé stessa e alla fine…interrompiamo lo spoiler: la storia va letta sul libro perché ne vale davvero la pena.
C’è poi il secondo pilastro del monastero: “La preghiera”. Anche in questo capitolo, storie, aneddoti, esempi si sprecano, ma per raccontare cosa? La meravigliosa esperienza di chi scopre che la preghiera non è uno stato mentale, non ha nulla a che fare con le emozioni, la voglia, il “sentirsela”. “La preghiera – si legge - ti mette in relazione con un Altro, che a sua volta fa delle cose. Cioè entra davvero in un rapporto vivo con te e agisce, concretamente, quando glielo chiedi sul serio e gliene dai la possibilità”. Un rapporto che, se vissuto con seria dedizione e se desiderato con il cuore, fa miracoli. Il primo dei quali è quello di dare un senso alla vita in ogni singolo gesto: “senza la preghiera, infatti, la vita risulta facilmente inutile”. Per chi avesse dubbi sulla potenza concreta della preghiera, si consiglia vivamente la lettura della storia di Rocco (pag. 72 e ss), mentre coloro che avessero problemi di concentrazione, costanza, puntualità e simili, troveranno certamente ottima compagnia e utili consigli.
Seguono due capitoli dedicati alla Confessione e l’Eucarestia, sacramenti “capaci di cambiare la vita di chi li frequenta”. Laddove il primo – il sacramento della confessione – è l’indispensabile mezzo per guarire il nostro cuore ferito costantemente dal peccato e per ristabilire l’alleanza con il Padre. E il secondo – il sacramento dell’Eucarestia – è il miracolo su tutti i miracoli: il momento in cui il Cielo si spalanca e Dio, attraverso il Pane, viene ad abitare dentro di noi. Tanto che – ricorda bene l’autrice parafrasando san Pio da Pietrelcina: “Se gli uomini comprendessero il valore della Santa Messa, ad ogni Messa ci vorrebbero i Carabinieri per tenere in ordine la folla di gente nelle chiese”.
E però, si racconta nel libro, per comprendere occorre starci. Non basta, appunto “andare a sentimento”, è necessario darsi seriamente una regola, con tutta l’ironia propria della nostra condizione. “Ecco- spiega la Miriano - io lo so che le vere donne mistiche si confessano quando la contrizione sovrabbonda dal loro cuore tutto immerso in Cristo. Io invece mi confesso quando me lo ricorda l’agenda, ma pazienza. Del resto, se la ricrescita dei capelli la vedi allo specchio, quindi sai bene quando tocca tornare dal parrucchiere, sugli effetti del peccato siamo più bravi a mascherare perciò è meglio che ci segniamo ben in evidenza le date della confessione”. Quanto alla Messa, la Miriano non ha imbarazzi nel consigliare di frequentarla tutti i giorni, raccontando di quella promessa fattagli da un’amica (“vedrai la tua vita cambierà!") e di come concretamente le sia accaduto proprio così. Infine c'è “Il digiuno”, così come descritto nel Vangelo e praticato con convinzione dai primi cristiani. Pane ed acqua - si legge tra le righe –è prima di tutto un’occasione per fare spazio a Dio, necessaria per comprendere che solo Lui è la vera risposta che sazia. E’ l’allenamento più azzeccato per chi desidera combattere con forza contro il male: “Certi demoni si scacciano solo con la preghiera e col digiuno”, ricorda la Miriano con un versetto del Testo Sacro (Mt 17,21).
Che altro aggiungere? Ci sarebbe in effetti molto altro ancora, ma a questo punto, è senz’altro meglio lo facciate voi stessi dall’originale. Con una garanzia: ne uscirete più certi che la strada per il Paradiso è una scelta possibile in ogni istante, a partire da ora.