Se il vaccino non crea immunità di gregge, è inutile imporlo
È già allarme quarta ondata, su tutte le prime pagine dei quotidiani italiani. La previsione dell’Oms è agghiacciante: si teme un altro mezzo milione di morti, in Europa, nella prossima stagione fredda. I morti sono soprattutto nei Paesi dell'Est "no vax". Ma i contagi sono alti anche nell'Ovest più vaccinato. Quindi i vaccini, se pur abbattono la mortalità, non immunizzano. E allora a che servono gli obblighi di Green Pass e la lotta contro i no-vax?
È già allarme quarta ondata, su tutte le prime pagine dei quotidiani italiani. La previsione dell’Oms è agghiacciante: si teme un altro mezzo milione di morti, in Europa, nella prossima stagione fredda. La narrazione della stampa italiana è semplice e lineare: è la pandemia dei non vaccinati, che si ammalano e muoiono. Ma i dati dicono altro.
Le notizie più gravi arrivano sicuramente dalla Russia, che sta registrando una nuova impennata di casi, 268, giornalieri, per milione di abitanti, in crescita esponenziale e 7,8 morti giornalieri per milione di abitanti. La Russia, effettivamente, è uno dei Paesi meno vaccinati al mondo, con una copertura di appena il 33,8% (fino a 39,5% se si contano quelli che hanno fatto la prima dose). L’altra tragedia è quella della Romania, con 782 casi giornalieri ogni milione di abitanti, 23,7 morti al giorno per milioni di abitanti, il più alto tasso di mortalità nel mondo, attualmente. Anche i rumeni sono poco vaccinati, ancor meno dei russi, con il 30,5% che ha completato le due dosi e il 35,8% con almeno una dose. Si parla molto anche della Germania, con un tasso di mortalità di 1,41 morti per milione di abitanti, in crescita e 287 casi giornalieri e 1,2 morti, sempre per milione di abitanti. La Germania ha vaccinato molta più popolazione, il 66,3%. Meno che in Italia, ma il doppio che in Russia e più del doppio rispetto alla Romania. La narrazione sin qui corrisponde al vero. Più una popolazione è coperta dalla campagna vaccinale, meno rischia di avere morti. Il confronto fra Russia e Germania è significativo: quasi lo stesso tasso di contagio, ma un numero di morti (in rapporto alla popolazione) decisamente inferiore in Germania. Però: quasi lo stesso tasso di contagio, appunto.
Ora, se noi guardiamo alla mappa del contagio elaborata dall’Ecdc, l’agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie, notiamo come le zone ad alto contagio siano equamente distribuite ad Est e ad Ovest del vecchio continente. E sarebbe meglio dire: nell’Est “no vax” con bassi tassi di vaccinazione e nell’Ovest “sì vax” con alti e anche altissimi tassi di copertura vaccinale. L’Islanda è zona rossa, quindi un alto tasso di contagio. Il Belgio e l’Irlanda sono addirittura bordeaux, con tassi di contagio quasi alti quanto quello della Romania. Eppure: l’Islanda è il quarto Paese più vaccinato al mondo, mentre il Belgio e l’Irlanda (rispettivamente coperte dalla campagna vaccinale al 73,7% e 75,3%) hanno comunque vaccinato i due terzi della popolazione, poco meno che in Italia. Hanno tutti un basso tasso di mortalità: 1,6 morti per milione di abitanti in Belgio, 1,7 in Irlanda e appena 0,4 in Islanda. Ma in fatto di casi positivi, gareggiano con i Paesi più “no vax” dell’Est europeo, come la Romania e molto peggio della Russia: 634 casi per milione di abitanti in Belgio, 568 in Irlanda, 280 in Islanda (in Russia, ricordiamolo, sono 268 casi giornalieri per milione di abitanti).
Cosa significano tutti questi dati? Che la vaccinazione abbatte la mortalità, ma non i contagi. Quindi, ci si ammala meno, si muore molto meno, ma si può essere contagiati e contagiare gli altri. A questo punto, a cosa servono le raccomandazioni, gli obblighi, i divieti e tutta la politica messa in piedi per spingere tutti gli italiani a vaccinarsi? Sostanzialmente a nulla.
Un obbligo di vaccino (e l’obbligo di Green Pass è appena un passo prima dell’obbligo di vaccino) ha senso solo se serve a eradicare la malattia. Se vaccinando il grosso della popolazione si riesce a porre fine al contagio, a raggiungere l'immunità di gregge, può anche essere comprensibile, anche se non necessariamente giustificabile, un obbligo di vaccinazione per tutti. Ma in questo caso, non si raggiunge affatto l’immunità di gregge. Questi vaccini riducono i sintomi, ma non immunizzano. Andrebbero consigliati vivamente alle persone più anziane e fragili, quelle che rischiano il ricovero in terapia intensiva e la morte. Ma perché imporli a tutti? Adesso anche ai bambini minori di 12 anni che, statisticamente, non si ammalano di Covid-19, se non in rarissimi casi? È ormai una campagna che non ha senso, che si nutre della sua stessa retorica, protesa al raggiungimento dell’obiettivo di una popolazione interamente vaccinata, una campagna in cui si premia chi supera le quote vaccinali e si puniscono recalcitranti e disertori. Ha diviso profondamente la società fra una maggioranza di vaccinati e una minoranza di non-vaccinati, sempre più esclusi. Ma non per questo l’ha resa immune: il Covid-19 sarà ancora fra noi, non si sa ancora per quanto.