Se i valori cadono come mosche
Andando a scorrere le risposte che hanno dato gli italiani tra il 21 dicembre 2012 e il 4 gennaio 2013 su temi sensibili come aborto, eutanasia, fecondazione, coppie di fatto e divorzio ci si rende conto che i principi non negoziabili uno ad uno stanno cadendo come mosche.
A leggere il “Rapporto Italia 2013” dell’Eurispes viene in mente la tragedia di Shakespeare “Otello”: inizia male e finisce peggio. Dei cinque personaggi principali del dramma se ne salva solo uno.
In modo simile, andando a scorrere le risposte che hanno dato gli italiani su temi sensibili come aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, coppie di fatto e divorzio e confrontandole con quelle degli anni passati, ci si rende conto con orrore che i principi non negoziabili uno ad uno stanno cadendo come mosche.
Partiamo dai dati nudi e crudi di questa rilevazione condotta tra il 21 dicembre 2012 e il 4 gennaio 2013: “gli italiani in favore dell’introduzione del divorzio breve sono passati dall’82,2% del 2012 all’attuale 86,3%. La tutela giuridica delle coppie di fatto ottiene il 77,2% dei consensi”, Il 79,4% è a favore delle fecondazione artificiale. “Anche l’eventuale interruzione di una gravidanza, attraverso la somministrazione della pillola abortiva registra un aumento dei consensi: dal 58% dello scorso anno all’attuale 63,9%.
Tra il 2012 e il 2013 aumenta il numero di quanti si dichiarano favorevoli all’eutanasia dal 50,1% all’attuale 64,6%” in costanza di una malattia, se invece non c’è nessuna patologia in corso i contrari scendono dal 71,6% del 2012 al 63,8% del 2013. “Il testamento biologico registra un aumento di consensi oltre dieci punti percentuali: dal 65,8% del 2012 al 77,3% del 2013”.
Non affrettiamo i giudizi però. I nostri fratelli d’Italia non sono brutte bestie, infatti verso queste ultime hanno il cuore molto più tenero rispetto a un bambino nella pancia della mamma, al figlio di coppie in crisi e al nonno moribondo: infatti c’è un forte rifiuto sempre più in aumento verso la vivisezione (87,3%). “Voi valete ben più di molti passeri” ci disse Qualcuno un giorno. Però a dar retta ai nostri compatrioti pare proprio di no. D’accordo: gli intervistati non sanno mica tanto bene cosa sia un testamento biologico o la pillola RU486 e la formulazione delle domande da parte dell’Eurispes è volutamente ambigua. Però è innegabile che il rapporto indichi una tendenza, anzi una deriva assai netta negli anni.
Di certo a leggere questo necrologio della morale naturale viene da dire peste e corna della televisione, dei giornali e Tg, dei politici che fanno niente o fanno male, dei cantanti che vogliono “una vita spericolata”, della scuola che latita, dei radicali e vendoliani, delle lobby massoniche e non, dei docenti universitari che diffondono idee bizzarre, degli scienziati sempre più folli che giocano con la vita, di internet pieno di pornografia, dei papà che non fanno i papà, delle mamme che non fanno le mamme e anche dei figli che non sono più figli. Insomma tutti sono coinvolti in questo sfacelo da Pannella a Topo Gigio.
Ma una volta tanto mettiamo sul banco degli imputati noi stessi. Il mondo cattolico. Che fanno gli uomini di Chiesa e noi laici cattolici per porre fine a questo dramma? Non solo: vuoi vedere che oltre al peccato di omissione – non impedire un evento che si può impedire significa concorrere a provocarlo – ci mettiamo pure del nostro? Prendiamo le prediche. Forse la Chiesa Cattolica è l’unica organizzazione in Italia, ma anche sulla faccia della terra, che ha la possibilità di riunire settimanalmente qualche milionata di persone e inchiodarla ad una panca per una dozzina di minuti per sentire un solo uomo che parla e in genere senza essere contraddetto in tempo reale. Un’occasione d’oro che farebbe gola a qualsiasi partito politico. E che ci combina questo uomo solo al comando? Niente.
Il più delle volte alla domenica o sentiamo eresie da Codice di Diritto Canonico oppure se va bene il vuoto pneumatico, il nulla adagiato su una verbosità soporifera. Prendiamo i cosiddetti “luoghi di aggregazione religiosa”: oratori, parrocchie, centri di volontariato e sportivi etc. Buona parte della bella gioventù cattolica passa di lì e i dati delle ricerche sociologiche ci dicono che più o meno un terzo di questi fanciulli ha idee in netto contrasto con le posizioni del Magistero. Bene l’inculturazione, l’amicizia, la partecipazione, l’esperienzialità. Ma sono tutti strumenti, non fini. L’obiettivo è che grazie a tutto ciò il giovane cresca rettamente secondo i principi morali e di fede. Ma per vivere bene, bisogna prima pensare bene, avere le idee chiare sulla dottrina. La pastorale non deve essere fine a se stessa: è semplicemente una condotta idraulica attraverso cui passa l’acqua della sana dottrina perché diventi vita vissuta.
A volte invece pare che queste condotte siano vuote, oppure ostruite o fatte di una lega così pessima che addirittura inquina l’acqua. Prendiamo i media cattolici: se li mettiamo tutti insieme parlano a qualche centinaio di migliaia di persone. Ma cosa dicono? Non è raro leggere che la convivenza è un primo passo, assai coscienzioso, verso il matrimonio, che la legge 194 sull’aborto è una delle migliori al mondo e che la legge 40 sulla fecondazione artificiale è buona perchè perlomeno vieta (a parole) l'eterologa.
E' come ringraziare Tizio che mi ha accecato un occhio quando poteva rendermi non solo orbo ma anche cieco completo. E poi i toni e gli argomenti usati per fronteggiare la tempesta che avanza: biscottini della nonna per tentare di sfamare un caimano assetato di sangue. Prendiamo infine noi. Noi che siamo complici di questo disastro ogni volta che facciamo finta di non sentire quando l’amico di una vita ci informa che vuole separarsi dalla moglie, noi che ci chiudiamo la bocca come un mafioso omertoso quando al lavoro il collega sposato ci confessa compiaciuto e sghignazzante che ha trovato una nuova amichetta, noi che siamo colpiti da afasia con i nostri figli ogni volta che la Tv elogia l’omosessualità davanti a loro, noi che non diciamo “beh” al parente che convive, noi che sprofondiamo nella lettura del nostro quotidiano quando in treno di fronte a noi la signora sugli “anta” comunica raggiante all’amica al telefono che l’inseminazione artificiale è andata a buon fine. Noi che tacciamo persino con Dio, non chiedendoGli mai che tutta questa vergogna finisca.