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Natale

Se diventa difficile essere cristiani anche in Italia

Come in passato anche quest’anno si segnalano istituti scolastici che escludono riti e riferimenti alla religione cristiana nei festeggiamenti per il Natale

 

Atti ostili e in spregio del Cristianesimo? Succede ormai non solo nei paesi dove la maggioranza della popolazione è musulmana o indù e in quelli ancora sotto regime comunista. Mentre tutti i cristiani si apprestano a celebrare la nascita del Salvatore, le maestre della scuola elementare De Amicis di Agna, una città in provincia di Padova, quest’anno hanno deciso di eliminare tutti i riferimenti alla religione cristiana dalle iniziative organizzate per festeggiare il Natale. Così nei versi della canzone cantata dai bambini durante la recita scolastica “Gesù” è stato sostituito con “cucù”. Genitori indignati hanno protestato. La preside ha replicato con una debolissima giustificazione dicendo che si era trattato di “un semplice misunderstanding. Nel senso che per errore è stato consegnato ai piccoli non il testo definitivo del motivetto ma quello che aveva avuto delle correzioni. In sostanza per sbaglio abbiamo dato agli alunni quella che era soltanto una bozza”. Che sia venuto in mente a delle insegnanti di preparare una “bozza” in cui “cucù” sostituiva “Gesù”, questo è il fatto che nessuna giustificazione può cancellare: un’offesa alla religione cristiana che neanche in Pakistan sarebbe ammessa dal momento che Gesù nella religione islamica è un profeta che va rispettato. Invece all’istituto Bini, una scuola elementare di Livorno, ai bambini sono stati fatti preparare dei biglietti di auguri non di Buon Natale, ma di Felice Inverno. Anche in questo caso è intervenuta la preside a spiegare che quei bigliettini non rispecchiano il clima in cui la scuola celebra il Natale. Sono stati una iniziativa dell’insegnante di alternativa, si è giustificata. Non si giustifica, anzi difende le ragioni del suo gesto don Vitaliano Della Sala, parroco della chiesa di SS Pietro e Paolo a Capocastello di Mercogliano. Nel suo presepio nella capanna ci sono due Madonne, san Giuseppe è scomparso. È per rappresentare una “Chiesa degli esclusi e non dell’esclusione” sostiene il sacerdote.