Santa Brigida e i brigidini
Desiderosa di consacrarsi a Dio, accettò in umiltà la volontà paterna sposando il nobile Ulf Gudmarsson, col quale ebbe otto figli, prima di decidere insieme di vivere castamente. Dopo la morte del marito, Brigida, sempre più dedita alla carità, fondò l’Ordine del SS. Salvatore.
- LA RICETTA: BRIGIDINI
Suor Cosima è indaffarata intorno al grande forno a legna, nel quale ha appena infilato quattro grandi teglie di ferro piene di biscotti. Si avvicina il Natale e le suore si sono accordate col “panaio” Ceco di dargli dei biscotti da vendere sul suo banco al mercato prefestivo. Guarda la brace soddisfatta, poi si gira verso il grande tavolo dove sta impastando le ostie: serviranno a don Maso, il confessore del monastero, per la Messa. Ma inavvertitamente la sua mano tocca una ciotola di zucchero che serviva per decorare i biscotti, che si ribalta e lo zucchero cade nell’impasto delle ostie. Perplessa, suor Cosima rimane un attimo pensierosa: buttare l’impasto non se ne parla, con quello che costa lo zucchero. Allora che fare? Si guarda in giro, indecisa. In un cesto ci sono delle uova, le ha raccolte lei stessa di mattina nel recinto delle galline. Ne prende tre, le spacca e le mette nell’impasto. Mescola il tutto, poi ha un’illuminazione. Va nella dispensa e torna con una bottiglia di liquore di anice. Ne versa un po’ nell’impasto e amalgama bene tutto. Ora è contenta, ne farà dei biscotti belli profumati, ma li cuocerà sulle piastre delle ostie invece che nel forno, visto che l’impasto di base era destinato alle ostie.
È il 1398 e siamo a Pistoia, nel monastero dell’Ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida di Svezia. Suor Cosima, inventrice per errore di uno dei dolci più apprezzati in Toscana (i brigidini), fa parte delle suore che hanno costruito questo monastero, intitolato alla loro fondatrice. Le suore di questo ordine hanno la vocazione di accogliere i viandanti con grazia e carità, di pregare in contemplazione e adorazione eucaristica, di fare attività apostolica.
Ma chi era santa Brigida? Di nobile famiglia, Birgitta Bengtsdotter nacque nel castello di Finsta nel 1303. Fu battezzata con il nome di Brigida in onore di santa Brigida di Kildare († 525), monaca e compatrona d’Irlanda, alla quale i genitori erano devoti.
Rimase orfana della madre e, intorno a 12 anni, fu mandata presso la zia Caterina Bengtsdotter a completare la propria formazione; ancora fanciulla, Brigida ebbe le prime esperienze mistiche. Dopo aver ascoltato una predica sulla Passione di Gesù, ebbe con Lui un profondo colloquio. Alla domanda: “O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così?”, si sentì rispondere: “Tutti coloro che mi dimenticano e disprezzano il mio amore!”.
Verso i 13 anni, secondo le consuetudini dell’epoca, il padre la diede in sposa al giovane nobile Ulf Gudmarsson. Brigida, in realtà, avrebbe voluto consacrarsi a Dio, ma accettò umilmente la disposizione paterna, vedendo in essa la volontà divina. Le nozze furono celebrate nel 1316. Andò quindi ad abitare nel castello di Ulfasa, presso le sponde del lago Boren. Il giovane sposo, a dispetto del suo nome (Ulf significa “lupo” in svedese), era un uomo mite, animato dalla volontà di vivere secondo il Vangelo. Brigida diede al marito ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine. Ma dopo la nascita dell’ultimo figlio, i due vissero come fratello e sorella.
Per vent’anni Brigida, che aveva il titolo di principessa di Närke, visse nella città di Ulfasa, che diventò il suo universo. Un mondo che cercò di migliorare con le sue opere di bene. Malgrado la ricchezza e i titoli, Brigida conduceva una vita semplice, dirigendo personalmente i suoi servitori e svolgendo insieme a loro le incombenze domestiche, in un clima di famiglia. Brigida conobbe il maestro Matthias, uomo esperto in Sacra Scrittura, di vasta cultura e zelante sacerdote; ben presto divenne il suo confessore e si fece tradurre da lui in svedese buona parte della Bibbia per poterla leggere e meditare meglio. Don Matthias, che aveva studiato a Parigi ed era un uomo di grande erudizione, fece scoprire a Brigida le correnti di pensiero di tutta l’Europa e tutto ciò si rivelerà utile per la conoscenza delle problematiche del tempo, preparandola alla sua futura missione.
Brigida venne talmente apprezzata per la sua cultura da essere chiamata dal re di Svezia Magnus IV Eriksson (1316-1374) per istruire la giovanissima regina di origine francese Bianca di Namur. Correva l’anno 1335 e Brigida, che era lontana cugina del sovrano, fu invitata a stabilirsi a corte. L’invito non si poteva rifiutare e quindi Brigida affidò i figli a due monasteri cisterciensi e lasciò temporaneamente la sua casa di Ulfasa. Si trasferì a Stoccolma, portando con sé il figlio più piccolo, bisognoso ancora delle cure materne. A corte ebbe grande influenza sui giovani sovrani e, finché fu ascoltata, la Svezia ebbe buone leggi e furono abolite ingiuste e inumane consuetudini, come il diritto regio di rapina sui beni dei naufraghi. Inoltre, furono mitigate le tasse che opprimevano il popolo.
Man mano che la regina cresceva, manifestando un’eccessiva frivolezza (favorita dal marito), la vita di corte andò diventando molto mondana. Brigida si trovò messa da parte e a questo punto, senza rompere i rapporti con i sovrani, approfittando di momenti propizi e del lutto che l’aveva colpita con la morte nel 1338 del figlio Gudmar, lasciò la corte e se ne ritornò a casa sua, ritrovando nel castello di Ulfasa i figli, il marito e la gioia della famiglia.
Nel 1341 i due coniugi festeggiarono le nozze d’argento: Brigida e Ulf decisero di recarsi in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Fu l’evento che segnò una svolta decisiva nella vita dei due, che già da tempo vivevano vita fraterna e casta. Nel viaggio di ritorno, Ulf scampò alla morte grazie ad un prodigio e così i due coniugi decisero concordemente di abbracciare la vita religiosa. Ulf fu accolto nel monastero cisterciense di Alvastra, mentre Brigida si trasferì in un edificio annesso allo stesso monastero, dove restò quasi tre anni, fino al 1346, curando i malati e aiutando la povera gente; provvide anche a dare un onesto lavoro alle giovani povere che sarebbero altrimenti cadute nel giro della prostituzione. Ulf morì il 12 febbraio 1344, assistito dalla moglie.
Rimasta vedova, Brigida si dedicò anima e corpo alla sua missione. Fu l’inizio della parte più straordinaria della sua vita. Dopo un periodo di austerità e di meditazione sui divini misteri della Passione del Signore e dei dolori e le glorie della Vergine, cominciò ad avere le visioni di Cristo, che in una di queste la elesse “sua sposa” e “messaggera del gran Signore”; iniziò così quello straordinario periodo mistico che segnerà non solo la sua vita, ma anche la vita del continente europeo: ne parleremo la prossima settimana. (Segue).