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PERSECUZIONE

Sangue in Siria, il nuovo regime dimentica la tolleranza e massacra le minoranze

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Già la nuova Siria veniva descritta come un paese tollerante, sotto il nuovo regime di vecchi jihadisti. Addirittura si diceva che fosse la terra sognata da padre Dall'Oglio, il gesuita rapito nel 2013 e scomparso. Niente di più lontano dal vero. Da tre giorni è iniziata la caccia all'uomo. Più di mille i morti. Le vittime sono alawiti (la setta di Assad), ma anche drusi e cristiani.

Esteri 10_03_2025
Uomini armati dell'HTS alla moschea Omayyade (foto di Elisa Gestri)

Una nuova Siria sulle orme di padre Paolo Dall'Oglio,  il gesuita italiano rapito nel luglio del 2013,  «una nazione guidata da ideali di giustizia perché Dall'Oglio è “il nostro mentore” e siamo molto felici che uno dei suoi fedelissimi, padre Jihad, sia nell’organismo che si occupa del dialogo nazionale». Così parlava della Siria, all'agenzia missionaria AsiaNews, Hind Kabawat, siriana cristiana chiamata dal presidente ad interim Ahmad al Sharaa a far parte del Comitato dei sette incaricato di stendere una nuova Costituzione e preparare un nuovo assetto istituzionale.

Era il 4 marzo, e le centinaia di esecuzioni di uomini donne e bambini appartenenti, per la maggior parte, alla minoranza alawita ad opera del governo di Damasco nei giorni immediatamente successivi hanno tragicamente smentito queste parole, già di per sé piuttosto sorprendenti: non erano sfuggite, a parte dell'opinione pubblica internazionale, le intenzioni quantomeno ambigue della formazione apertamente qaedista Hayat Tahrir al Shams (HTS) che l'8 dicembre scorso aveva rovesciato il regime di Bashar al Assad.

Aveva ad esempio avvertito il Senato americano del pericolo Tulsi Gabbard, chiamata da Trump a dirigere l'Intelligence nazionale: «Non amo Assad né nessun altro dittatore, e odio al Qaeda. Odio il fatto che i nostri leader coccolino HTS definendo "ribelli" il gruppo islamista. La Siria è attualmente controllata da una scheggia di al Qaeda, guidato da un leader jihadista che l'11 settembre ballava per le strade e si è reso responsabile dell'uccisione di tanti soldati americani». Parole ineccepibili, non condivise però da buona parte dei governi occidentali, compreso l'italiano, che si sono affrettati a salutare la nuova Siria come possibile partner politico e commerciale e dunque a legittimarne i padroni.

Secondo dati diffusi  l'8 marzo dall'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani,  in Siria più di 1000 persone di cui circa 750 civili in maggioranza alawiti, ma anche drusi e cristiani, sono state uccise dalle forze di sicurezza governative nei due giorni precedenti. Gli alawiti e i cristiani sono stati colpiti nella regione costiera di Latakia, in particolare a Jable, i drusi a Suwaida e a Jaramana, periferia di Damasco. Cifre spaventose: l'eliminazione di più di mille uomini, donne e bambini appartenenti a minoranze religiose uccise in tre giorni fa pensare a  un'epurazione sistematica.

Occorre sottolineare il concetto perché il governo di HTS ha dichiarato che le vittime farebbero parte di un sedicente "esercito lealista" fedele ad Assad che, a distanza di mesi dalla caduta del suo leader, sarebbe insorto contro il governo centrale. Le cose stanno in modo diverso, e grazie alle testimonianze che circolano sui social media è difficile negare l'evidenza dei fatti. Audio e video mostrano inequivocabilmente la volontà di HTS di uccidere tutti, fino all'ultimo, i "maiali" appartenenti alla setta alawita, la branca dell'islam, ricordiamolo, a cui appartiene la famiglia Assad, e fortemente collusa con il deposto dittatore. Il maiale com'è noto è l'animale sommamente haram (impuro) per l'islam osservante, è il paragone non è a caso.

Il canale Greco-Levantines Worldwide ha reso noto che tra i greco cattolici sono stati uccisi dagli islamisti al governo una giovane famiglia, compreso un neonato, ed un padre col figlio adulto, mentre un altro cristiano sarebbe stato ucciso a Latakia secondo l'account X Ostensible Oyster. Le comunità cristiane attendono con terrore il momento in cui i "maiali" finiranno e toccherà alle chiese orientali subire in massa le attenzioni omicide di HTS.

Oltre alla motivazione religiosa, la tempistica delle esecuzioni potrebbe avere anche precise ragioni politiche. Il nuovo governo provvisorio formato immediatamente dopo la caduta di Assad avrebbe dovuto dissolversi il 1° marzo 2025; ciò non è accaduto e l'intera compagine governativa, a partire dal primo ministro ad interim  Mohammad al Bashir, è ancora al suo posto. I membri, del governo, tutti appartenenti a HTS, poco pratici di politica e molto ferrati in fondamentalismo islamico, non hanno concluso granché in questo lasso di tempo e i malumori del popolo siriano hanno cominciato a farsi sentire. Per bloccare sul nascere le proteste Ahmed al Sharaa avrebbe ordinato un'azione  di pulizia preventiva del dissenso.

Vero è che il governo provvisorio non ha potuto, o voluto, tenere a bada le pretese espansionistiche dell'esercito israeliano, che, ricordiamo, dal Golan è penetrato in Siria arrivando fino a pochi chilometri da Damasco. Anche la Turchia ha guadagnato terreno nel nord del Paese, sempre approfittando del caos del dopo Assad. Autorevoli analisti internazionali prevedono che una spartizione della Siria tra le potenze appena citate, col beneplacito e la soddisfazione degli interessi occidentali, in particolare degli Usa, sarà inevitabile. Non è così peregrino ritenere che Al Sharaa e i suoi siano parte dell'accordo ed inizino a sgomberare il campo dall'opposizione interna; è invece impensabile che l'orrore di questa "nuova Siria" abbia qualcosa a che vedere con il sogno di padre Dall'Oglio che, ricordiamolo, ha pagato con la vita la fiducia, forse affrettata, nell'interlocutore islamista. C'è da augurarsi che la popolazione siriana, ed in particolare le minoranze cristiane, non faccia la stessa terribile fine.