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IL LIBRO

San Pio V e Maria Stuarda, l'amicizia nel martirio

Quando San Pio V sostenne economicamente Maria Stuarda alle prese con i protestanti scozzesi. E come lei fu mandata al patibolo perché cattolica, vestita di rosso. Il colore dei martiri. Il libro di Roberto De Mattei sul Papa di Lepanto e del Messale Vetus ordo.

Cultura 18_06_2021

Che cosa non sappiamo, noi Kattolici, di san Pio V? Michele Ghisleri, domenicano e inquisitore, il papa di Lepanto, del messale «vetus ordo», del Rosario, il papa che, pur rinascimentale, non smise mai di indossare il saio sotto le vesti da papa? Eppure c’è sempre qualcosa che sfugge anche al più informato. Ed ecco il libro di Roberto De Mattei, storico accademico, che informa nel minimo dettaglio con un’opera che si può considerare definitiva, del tipo tutto-quel-che-volete-sapere-e-non-avete-mai-osato-chiedere: PioV. Storia di un papa santo (Lindau, pp. 480, €. 32).

Perciò, mi soffermerò su un particolare punto della biografia: il sostegno a Maria Stuarda, la regina cattolica che ha colpito l’immaginario come nessun’altra. Su di lei sono stati scritti romanzi, melodrammi e film a josa fin dai tempi di Lumière, interpretarla fruttò l’Oscar a Katherine Hepburn (l’ultimo in ordine di tempo vede in scena calibri come Saoirse Ronan, somigliantissima, e Margot Robbie, imbruttita per fare Elisabetta). C’è pure una canzone di Mike Oldfield (quello della colonna sonora de L’esorcista), To France. Mary Steward modificò il cognome in Stuart per renderlo pronunciabile ai francesi, di cui era diventata regina. Sua madre Mary era sorella di Enrico VIII, e Mary si chiamava la figlia legittima di lui e Caterina d’Aragona.

Sì, Bloody Mary, Maria la Sanguinaria (senti chi parla…). Se vi chiedete come mai tutto questo spesseggiare di Marie nelle isole britanniche, sappiate che queste ultime erano la «Dote di Maria», intesa come la Madonna. Cioè, il regno più mariano del mondo fino allo Scisma. Mary Stuart, morto il marito re di Francia, non tardò a rendersi conto che due regine vedove erano troppe (l’altra era la suocera Caterina de’ Medici) e tornò in Scozia, di cui era diventata regina. Salvo trovarla protestantizzata dal calvineggiante John Knox, con una bella fetta di nobiltà cui non pareva vero di poter fare come i colleghi inglesi divenuti protestanti per mettere le mani sui beni della Chiesa.

Mary, giovane e bella, era coltissima e pure donna d’azione, ma non riuscì a barcamenarsi. Quando le uccisero il segretario, l’italiano cattolico Davide Rizzio, sotto gli occhi per isolarla vieppiù, trovò appoggio solo in san Pio V, che ne seguiva con apprensione le vicissitudini. Il papa il 6 giugno 1566 le scrisse di suo pugno per confortarla e le mandò 20mila scudi d’oro per i suoi bisogni, promettendone ancora quando ne avesse avuto disponibilità. Ma le cose precipitarono lo stesso e Mary Stuart dovette fuggire dalla Scozia. Dove?

Non c’era che un posto: l’Inghilterra di Elisabetta I. Che in fondo era sua cugina. Quest’ultima le dimostrò affetto e comprensione, ma per sicurezza la mise sotto chiave. In fondo, era Mary ad avere diritto al trono d’Inghilterra, essendo Elisabetta figlia illegittima di Enrico VIII. E i legittimisti, anche protestanti, non mancavano di farlo presente. Per giunta, congiure e complotti e ribellioni di lord cattolici si susseguivano, tutti aventi come scopo di mettere Mary sul trono che le spettava. Elisabetta a quel punto tramutò l’ospitalità in prigionia vera e propria. E il 25 febbraio 1570 san Pio V la scomunicò con la bolla Regnans in excelsis, atto che la dichiarava decaduta e scioglieva i sudditi da ogni obbligo di obbedienza nei suoi confronti.

Elisabetta reagì aggrappandosi spasmodicamente alla poltrona  e portando al parossismo le persecuzioni anticattoliche. Alla fine, fece quel che aveva esitato a fare fino a quel momento, anche perché non si era mai visto nella storia un re di diritto divino processato e condannato. L’infelice Mary Stuart salì sul patibolo vestita di nero. Prima di porgere il collo al boia si tolse l’abito e mostrò che sotto aveva una veste rossa, il colore dei martiri. Il destino, sarcasticamente, volle che dopo Elisabetta al trono salisse suo figlio, Giacomo VI Stuart di Scozia e poi I d’Inghilterra. Però, con la madre prigioniera in Inghilterra, era stato cresciuto dai nobili scozzesi nella fede protestante.