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I SANTI DI BENEDETTO XVI / 2

San Corbiniano: viaggio a Roma con un orso

Vescovo con l'animo del monaco, il fondatore della diocesi di Frisinga ha ispirato Joseph Ratzinger anche nel suo stemma episcopale (e poi papale): vi è raffigurato l'orso che portò il bagaglio del santo al posto del mulo che aveva sbranato. Un episodio spesso ricordato dal pontefice.
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Cultura 30_01_2023

Un altro santo molto amato da Benedetto XVI era San Corbiniano. Ne parlò anche ai suoi compatrioti durante un viaggio apostolico a Monaco: «Della sua leggenda mi ha affascinato fin dalla mia infanzia la storia, secondo la quale un orso avrebbe sbranato lanimale da sella del santo, durante il suo viaggio sulle Alpi. Corbiniano lo rimproverò duramente e, come punizione, gli mise sul dorso tutto il suo bagaglio affinché lo portasse fino a Roma».

La Vita Corbiniani, biografia scritta nel 760 da Aribo (o Aribone), vescovo di Frisinga e quarto successore di Corbiniano stesso, è la fonte più attendibile che ci è pervenuta sulla vita del santo, malgrado qualche fioritura e contraddizione. 

Corbiniano nacque a Châtre (Castrum), in Francia, nel 680 circa. Battezzato con il nome di Valdegiso come suo padre, successivamente divenne noto come Corbiniano. Alla morte della madre, diede libero freno alla sua vocazione, che lo spingeva verso la vita monastica e si ritirò in un piccolo eremo che aveva fatto costruire lui stesso vicino alla chiesa di San Germano, nella sua città natale. Lì fu raggiunto da un gruppo di compagni che divennero presto i suoi discepoli. Vi rimase par quattordici anni, periodo nel quale la sua fama di santità andava crescendo. Molti fedeli venivano a trovarlo per chiedere consigli spirituali e preghiere di intercessione. Avvennero dei miracoli, che ne aumentarono ulteriormente la sua fama. Ben presto si formò intorno a lui una congregazione religiosa che però rappresentava un impegno troppo gravoso e sottraeva tempo alla vita solitaria che amava condurre.

Devoto a san Pietro, Corbiniano decise di intraprendere un pellegrinaggio a Roma, cosa che fece nel 713 circa (la data è incerta). Il papa era Gregorio II (669-731) che, impressionato dalla sua spiritualità, lo nominò vescovo di Frisinga e lo inviò a predicare in Baviera. Corbiniano obbedì e fece il missionario itinerante in Baviera per una decina danni. Finalmente decise di fare un nuovo pellegrinaggio a Roma, per chiedere al Papa di esonerarlo da quella missione.

Durante il viaggio un orso lo attaccò e uccise il suo mulo, lasciandolo a piedi. Corbiniano redarguì aspramente lanimale, che miracolosamente fu ammansito, e gli caricò sul dorso tutti i suoi bagagli che lorso portò fino a Roma. (Infatti, sullo stemma di Benedetto XVI è raffigurato anche lorso di san Corbiniano, insieme alla conchiglia di Sant’Agostino ed al Moro di Frisinga). Tuttavia, il Papa non solo si rifiutò di dispensarlo dalla sua missione, ma gli ordinò anche di stabilirsi in pianta stabile a Frisinga, di collaborare con il duca di Baviera (Grimoaldo, m. 725) e di organizzare l'evangelizzazione della regione.

Con l'aiuto del duca, Corbiniano fondò il monastero di Santo Stefano che da quel momento in poi divenne la sua sede episcopale. Però, i rapporti con il duca si deteriorano quando questi, contro il volere papale, sposò Pilidrude vedova del fratello. Quest’ultima divenne nemica acerrima di Corbiniano, lo offese e denigrò in tutti i modi e cercò perfino di farlo uccidere. Lo scontro divenne sempre più aspro e Corbiniano preferì ritirarsi presso la tomba di san Valentino a Maia (Merano) e a Caines, vicino a Merano.

Nel 725 Grimoaldo morì in battaglia e il suo successore, Ugoberto richiamò il vescovo a Frisinga. Corbiniano rientrò, ma era ormai arrivato alla fine della sua vita. Secondo le sue volontà venne seppellito nella chiesetta di San Zeno a Maia (Merano), accanto alla tomba di San Valentino. Quarantanni più tardi, Aribo (o Aribone), il suo quarto successore, fece trasferire i suoi resti a Frisinga nel 765. Attualmente, alcune delle sue reliquie sono conservate nel suo Paese natale, la Francia, nella città di Arpajon. La sua festa ricorre l8 settembre.

Benché la diocesi sia stata formalmente istituita dopo la morte del santo, egli viene comunemente considerato il fondatore e il primo vescovo di Frisinga.   Oggi, Frisinga fa parte dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, che dal 1977 al 1982 fu guidata proprio dal card. Joseph Ratzinger.

Il tratto che più affascina in Corbiniano è certamente la fama di santità di cui già godeva in vita. Può ispirare tutti noi e aiutarci ad abbracciare un modello di vita che si ispiri al suo: la dedizione al prossimo, la preghiera, il desiderio di evangelizzare, la fede.