Rupnik: rimuovere o lasciare? Per ora si può coprire
La soluzione intermedia dei Cavalieri di Colombo: i mosaici non saranno rimossi ma provvisoriamente coperti, almeno fino al giudizio del Dicastero.
Rimuovere o lasciare? È l'annosa questione posta nei numerosi luoghi in cui sono presenti i mosaici di don Marko Rupnik, l'ex gesuita accusato di abusi, ma specialmente in quei luoghi dove persone ferite vanno a cercare pace e guarigione. Come a Lourdes, dove il vescovo era personalmente propenso alla rimozione, ma nell'apposita commissione i pareri erano troppo divergenti, optando così per una via intermedia: per ora restano ma non illuminati.
Per ora restano ma coperti è invece la soluzione dei Cavalieri di Colombo nel santuario nazionale di San Giovanni Paolo II a Washington D.C. e nella cappella della Sacra Famiglia a New Heaven (Connecticut), «almeno fino a quando il Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede (DDF) non avrà emesso la sua decisione sui casi di abusi sessuali in corso contro l'artista Marko Rupnik», come annunciano nel comunicato dell'11 luglio. A quel punto la copertura provvisoria potrebbe diventare permanente, con uno strato di gesso.
Prima il rispetto per le vittime: è il criterio (raccomandato anche in una recente lettera del card. O' Malley riguardo alla comunicazione vaticana) che ha guidato i Cavalieri nella decisione: una possibile soluzione guida anche per altri luoghi sacri dove si è deciso di lasciare i controversi mosaici anche per le difficoltà legate all'eventuale rimozione. Rimuovere può essere difficile, ma coprire... è meglio che curare.