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il comunicato

Il vescovo di Lourdes: avrei tolto le opere di Rupnik, ma...

Quei mosaici che offendono le vittime di abusi e mons. Micas li avrebbe rimossi, trovando però una rilevante opposizione. Per ora restano ma oscurati.

Borgo Pio 04_07_2024

Lasciare o togliere i mosaici del famoso (e famigerato) artista gesuita? La questione a Lourdes si è posta in maniera particolare essendo un luogo di guarigione dove anche persone vittime di abusi si ritrovano poi faccia a faccia con opere legate a quella piaga che ha colpito anche loro. La commissione incaricata di valutare il destino dei mosaici di padre Marko I. Rupnik ha lavorato da novembre a ora per giungere... a nessuna decisione. Troppo divergenti i pareri sul da farsi. Ma in attesa che i tempi maturino è il vescovo mons. Jean-Marc Micas ad adottare una prima misura concreta.

Parla da «custode della Grotta» sollecito innanzitutto di «accogliere le vittime e tutti i feriti, i vulnerabili e i poveri a Lourdes», nel comunicato del 2 luglio. A chi obietta che lo status di un'opera prescinde dalle azioni dell'autore e ai parallelismi (perlopiù infondati) con capolavori del passato creati da artisti dalla condotta tutt'altro che esemplare, mons. Micas risponde: «Per quanto mi riguarda, la mia opinione personale è ormai chiara: questa situazione non ha nulla a che vedere con altre opere il cui autore e le cui vittime sono morti, a volte da secoli. Qui le vittime sono vive e lo è anche l'autore». E afferma che il suo compito non è quello di riflettere sullo status di un'opera d'arte ma di «garantire che il Santuario accolga tutti, in particolare coloro che soffrono, comprese le vittime di abusi e violenze sessuali, sia bambini che adulti», il cui «il bisogno di consolazione e di riparazione deve rimanere al primo posto».

Chiara anche la sua posizione sui mosaici: «sarebbe preferibile rimuoverli», opzione che tuttavia si è scontrata con «una significativa opposizione», e imporne la rimozione, benché persuaso che sia la scelta migliore, aggiungerebbe ulteriori divisioni. In attesa che i tempi maturino, «continuerò quindi a lavorare ancora più a stretto contatto con le vittime, per discernere ciò che deve essere fatto qui a Lourdes per onorare l'assoluto bisogno di consolazione e riparazione». E adottando sin da ora una prima misura concreta riguardo ai mosaici che «non saranno più messi in risalto, come accadeva finora, dai giochi di luce durante la processione mariana che raduna i pellegrini ogni sera. È un primo passo. Lavoreremo con persone di buona volontà disposte ad aiutarci per individuare i passi successivi».

Insomma, per ora quei mosaici restano sì, ma oscurati. Sempre che gli attivisti di Ultima Generazione, a rischio chiusura, non facciano un pellegrinaggio a Lourdes...