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EUROPA ORIENTALE

Romania, Trump toglie la copertura al golpe UE

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Dopo la visita a Bucarest dell'inviato speciale USA, Richard Grenell, si è dimesso il presidente rumeno Klaus Iohannis, mentre a Washington sono emersi dati sull'influenza dell'amministrazione Biden sul sistema giudiziario rumeno.

Esteri 17_02_2025

L’intervento promosso dalla Commissione Europea che ha portato all’annullamento delle elezioni presidenziali in Romania è stato uno degli esempi eclatanti che il vicepresidente americano JD Vance ha portato nel suo storico discorso del 14 febbraio scorso alla Conferenza Internazionale sulla sicurezza svoltasi a Monaco.

Quello di Vance non è stato l’unico intervento della nuova amministrazione USA sul caso Romania. Sempre la scorsa settimana il presidente Donald Trump ha inviato a Bucarest l’incaricato speciale della Casa Banca Richard Grenell (nella foto LaPresse, con il presidente Trump). Da lui è arrivata la denuncia  di come l'amministrazione Biden abbia cercato di boicottare i conservatori ed i loro candidati con la complicità dell’Unione Europea, questione che riguardava anche il caso romeno contro il vincitore del primo turno elettorale dello scorso inverno Călin Georgescu.

Secondo il New York Sun della scorsa settimana, l'accusa è stata formulata nel corso di una revisione delle azioni diplomatiche estere della Casa Bianca sotto il governo di Joe Biden. Sarebbero emersi dati, seppur aggiornati alla sola primavera 2024, che proverebbero l’influenza USA sul sistema giudiziario della Romania, non per irrobustirne l’indipendenza, piuttosto per farne strumento di azioni contro i partiti conservatori e, molto probabilmente anche contro il candidato indipendente Călin Georgescu, vincitore del primo turno il 24 novembre scorso. 

Abbiamo denunciato a suo tempo, su queste pagine e per primi, lo scandalo di un vero e proprio colpo di Stato attuato a Bucarest, sotto l’egida della UE e rivendicato  dall’ex commissario europeo Thierry Breton con la complicità della Amministrazione Biden. Ad oggi, i sospetti che portarono all’annullamento del voto espresso da milioni di cittadini e le preccupazioni europee di una interferenza russa sul voto, sono rimaste senza alcuna prova. 

Grenell si è recato per colloqui con i vertici istituzionali della Romania il giorno 9 febbraio, precedendo di un giorno l’annuncio inatteso delle proprie dimissioni fatto dal presidente rumeno Klaus Iohannis, nonostante il 3 febbraio avesse dichiarato che mai e poi mai si sarebbe dimesso prima dell’elezione del nuovo presidente prevista per il prossimo maggio. Le dimissioni di Klaus Iohannis sono state accelerate certamente dal desiderio di prevenire una richiesta formale di impeachment da parte dei partiti di opposizione, ma ci son ben pochi dubbi sul fatto che Iohannis sia stato informato dalla nuova amministrazione Trump che Washington non avrebbe dato alcuna copertura ad altri colpi di mano antidemocratici e illiberali. In ogni caso, dal 12 febbraio, il presidente del Senato Ilie Bolojan è subentrato nella carica di Presidente della repubblica ad interim e il 13 febbraio si è rivolto ai cittadini romeni assicurando il proprio impegno a «garantire la stabilità economica, sociale e politica del Paese… e lo svolgimento di elezioni eque e trasparenti! Il voto è il fondamento della democrazia». 

 



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