Roma, campane e oratorio zitti in orario pennica
A Roma 1000 parrocchiani in piazza per difendere quel che la chiesa di Santa Maria Regina Pacis fa da 60 anni ma al Tribunale non piace più.
Le campane disturbano, meglio non suonarle; e anche gli schiamazzi dell’oratorio, che diamine, vanno assolutamente limitati. Così, il 9 maggio, ha deciso un’ordinanza urgente del Tribunale di Roma che ha dato ragione al ricorso presentato il 2 maggio precedente da cinque condomini di Via Felice Cavallotti, nel quartiere gianicolense. Le campane e l’oratorio incriminati sono quelli della parrocchia di santa Maria Regina Pacis a Monteverde - affidata ai Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione -, che inquieterebbero i sonni beati di alcuni cittadini i quali delle prime non vogliono sentir parlare fino alle 9,30 del mattino e così pure del secondo durante la pennichella postprandiale.
Dando dunque ragione a un sparutissima minoranza, il Tribunale ha allora stabilito che le campane possono suonare sì alle 7 della mattina ma solo per un massimo di 20 secondi e che l’oratorio deve osservare un orario rigido di apertura, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. La cosa ha però gettato nello scompiglio le 250 famiglie della zona i cui figli frequentano l’oratorio estivo, attivo da 60 anni dalle 8,00 di mattina alla sera, privandoli di un grande servizio anche di utilità sociale.
Fortunatamente, però, nel condominio protestatario di via Cavallotti non tutti sono tanto esagitati. Bel 17 famiglie si sono subito dissociate sia dalla contestazione sia da quanto stabilito dal Tribunale (fra loro anche il popolare attore Ricky Memphis, che lì abita) e così alla fine la cosa è arrivata in piazza, portatavi dai parrocchiani che domenica sera, alle 19,30, dopo l’ultima Messa della giornata, si sono dati convegno per una pacificissima manifestazione di solidarietà con la chiesa di Santa Maria Regina Pacis. «È stato un grande successo di popolo», dice il parroco, don Livio Rozzini, raggiunto al telefono da La Bussola Quotidiana; «hanno sfilato più di mille persone, e c’erano famiglie, bimbi, anziani, insomma la gente vera…». Don Livio è contentissimo soprattutto di questa enorme, intelligente testimonianza della popolazione.
La vicenda comunque va avanti. Prosegue, ovviamente, sul piano legale, con l’avvocato della parrocchia che ha presentato ricorso. Ieri sembrava vi potessero essere svolte decisive e invece niente. Una nuova udienza dovrebbe essere fissata per giugno o al massimo all’inizio luglio, occorrerà riparlarne. Il fatto più grave resta però l’enorme disagio creato a migliaia di parrocchiani che come sempre avrebbero, una volta terminate le scuole, affidato volentieri i propri figli al campo estivo di don Livio e che invece, se così restano le cose, dovranno giovarsene solo a singhiozzi. Oltre al fatto che suonar le campane in quella via di Roma è divenuto inspiegabilmente reato dopo decenni…