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Questione controversa

Regno Unito e abusi, il nodo della definizione di islamofobia

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Prosegue lo scontro tra laburisti e conservatori sull’avvio di un’inchiesta nazionale sugli abusi sessuali commessi all’interno di alcune comunità islamiche. Un’inchiesta finora “stoppata” sul nascere dalla controversa definizione di islamofobia adottata nel 2019.

Esteri 29_01_2025
Kemi Badenoch (foto Ap, via LaPresse)

La politica britannica continua a fare i conti con Elon Musk e lo scontro tra laburisti e tory sull’avvio di un’inchiesta nazionale che faccia luce sulle responsabilità di chi ha omesso di indagare sugli abusi sessuali commessi per anni all’interno di alcune comunità islamiche. Quelli che coinvolsero buona parte del Paese, quando una gang di islamici – protetta dal paravento del multiculturalismo che proibì ogni accusa – abusò sessualmente di bambine e ragazze, tra la fine del XX e i primi anni del XXI secolo.

Lo scontro, a diversi giorni di distanza dal diniego di Jess Phillips, sottosegretario per “la Salvaguardia e la violenza contro donne e ragazze” (sic!), alla richiesta del Consiglio di Oldham (sobborgo di Manchester) per un’inchiesta del Governo sulle violenze su minori, non sembra destinato a decantare presto. Specie adesso che la nuova sfida è lo spettro di islamofobia che aleggerebbe sulla Gran Bretagna.

Kemi Badenoch, nuova leader del partito conservatore inglese, è stata accusata di islamofobia dopo aver attribuito la responsabilità delle gang di adescamento a «sottocomunità di Paesi stranieri». La comunità islamica d’oltremanica ha infatti intrapreso una controffensiva lamentando di musulmani vittime di nuove aggressioni a causa della «narrazione dell’estrema destra che si occupa delle grooming gang». Ma è la stessa Badenoch a parlare, sebbene in un senso opposto, di islamofobia. Tant’è che, durante il question time al primo ministro, il 15 gennaio, ha insistito sulla controversia al centro della polemica intorno alle grooming gang: la paura di essere tacciati di razzismo. Se i musulmani inglesi insistono sulla minaccia che incomberebbe su di loro, la leader dell’opposizione è tornata anche su quella famosa definizione di islamofobia dell’All Party Parliamentary Group on British Muslim che, come ha detto la Badenoch, ha inibito il dibattito pubblico sulle gang islamiche colpevoli di stupro.

Quando, nel 2019, il Partito Laburista adottò formalmente la nuova definizione di islamofobia, ritenendola un passaggio necessario per affrontare il sorgere del razzismo di estrema destra, questo quotidiano fu tra le pochissime voci a sottolineare il problema. «L’islamofobia è radicata nel razzismo ed è un tipo di razzismo che prende di mira l’espressione dell’islamismo o la percezione dello stesso», si legge nel rapporto dell’All Party Parliamentary Group on British Muslim che definisce tutto quello che è ritenuto fobia dell’islam. Alla sua stesura avevano lavorato 750 organizzazioni musulmane britanniche, 80 accademici e 50 parlamentari, ritenendo come la definizione fosse «quanto di più urgente, mentre cresce l’islamofobia nella nostra società e in tutto il mondo a causa del supporto dell’estrema destra e le sue idee estremiste di supremazia bianca che stanno crescendo».

In uno dei primissimi processi sulle bande di islamici, l’affermazione secondo cui gli abusatori nutrissero sentimenti di superiorità razziale sulle loro vittime bianche non ebbe bisogno di essere dedotta da un collage di presunte citazioni e comportamenti. Il leader della gang di adescamento di Rochdale, Shabir Ahmed, condivise i suoi sentimenti con chiarezza: «Noi siamo la razza suprema, non questi bastardi bianchi... Avete distrutto la mia comunità e i nostri figli. Non è colpa nostra se i bianchi hanno addestrato quelle ragazze a essere così avanzate nel sesso». 

Ann Cryer, ex parlamentare laburista, la prima tra i politici ad esprimere preoccupazione per lo scandalo, denunciò di essere stata bollata come razzista durante le riunioni di partito, già nel 2002, dichiarando poi: «Le autorità locali erano pietrificate all’idea di essere definite razziste e quindi sono tornate alla correttezza politica». Andrew Norfolk, il giornalista che ha denunciato lo scandalo dello sfruttamento sessuale dei minori a Rotherham, è stato anch’egli colpito da accuse di razzismo. La parlamentare di sinistra Sarah Champion, accompagnata alla porta dai laburisti di Corbyn per aver dichiarato che «l’Inghilterra ha un problema con i pachistani che violentano e sfruttano ragazzine bianche», nel 2018 ha ricevuto il premio “Islamofobo dell’anno”.

E queste sono solo alcune delle vittime della scure dell’"islamofobia" nel primo scorcio del XXI secolo. Poi, come il corollario di un assioma, nel 2019, è arrivata appunto la definizione di islamofobia proposta dagli APPGs (All-party parliamentary groups). I laburisti, i liberaldemocratici e il musulmano Sadiq Khan, sindaco di Londra, furono i primi a sposarla. In particolare Khan sollecitò i ministri a mostrare «il loro impegno a combattere i reati d’odio aderendo alla formulazione della nuova definizione d’islamofobia». A fare compagnia al Partito Laburista ci sono i Liberal Democratici, il Partito Verde, lo Scottish National Party, i Conservatori Scozzesi, Plaid Cymru e i Verdi Scozzesi: tutti hanno formalmente accettato la nuova definizione di islamofobia. Ciò significa che i membri di questi partiti rischiano di essere sanzionati se dicono qualcosa che viola la definizione, incluso menzionare le caratteristiche religiose o etniche degli uomini ritenuti colpevoli nei casi di stupro di gruppo. Nel 2022, ad adottare la definizione è stato anche il GMB, un sindacato generale che conta circa 600.000 iscritti.

Un’inchiesta condotta da Hardeep Singh per  Civitas, nel 2023, ha rivelato che 52 consigli in Inghilterra, circa uno su sei, hanno adottato la nuova definizione di islamofobia. Molti di questi consigli si trovano in aree in cui operarono le bande di adescatori. Là, quindi, i consiglieri rischiano azioni disciplinari se si esprimono contro le bande islamiche di adescatori.

Quando Suella Braverman, ex ministro degli Interni, nel 2023, ha sottolineato la sovrarappresentazione di uomini musulmani nei casi di stupro di gruppo, s’è trovata ad affrontare forti reazioni negative, anche da parte dell’Ipso, l’ente indipendente di regolamentazione della stampa, che accolse una denuncia del Consiglio musulmano della Gran Bretagna. A un consigliere locale di Boston, nel Lincolnshire, è stato impedito di diventare sindaco dopo aver sollevato preoccupazioni sulle pratiche islamiche in Qatar durante i Mondiali di calcio del 2022: anche lui accusato di islamofobia.

È ragionevole concludere con la Badenoch che uno dei motivi per cui non c’è stata un’inchiesta nazionale sulle bande di stupratori islamici – e quanti hanno chiuso un occhio non sono stati debitamente ritenuti responsabili – sta nel fatto che i potenziali informatori temono di essere accusati di islamofobia secondo la definizione dell’APPG. Il Partito Laburista ha «paura di dire la verità», ripete la leader dell’opposizione.



REGNO UNITO

La nuova definizione di islamofobia è un pericolo

09_05_2019 Lorenza Formicola

La nuova definizione di islamofobia adottata dai laburisti, dai liberaldemocratici e dal sindaco di Londra, Sadiq Khan, rischia seriamente di indebolire la lotta al fondamentalismo islamico. A dirlo è l’ex capo dell’antiterrorismo, Richard Walton, il quale spiega che identificare l’islam con un gruppo razziale e parlare di “percezione dell’islamismo” renderà più difficile perseguire i predicatori d’odio jihadisti.