Racconti di peste da Tucidide a Boccaccio
Prima ancora di Alessandro Manzoni, altri giganti della letteratura si sono soffermati sulle epidemie di peste. Vediamo qualche esempio.
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La peste de I promessi sposi, di tipo bubbonico, caratterizzata da evidenti tumescenze e letale, se non curata, al 50 per cento, si distingue dalla peste nera (o di tipo polmonare), mortale, se non curata, nel 99 per cento dei casi, e da quella setticemica, che non offre alcuna speranza umana di sopravvivenza.
Il bacillo della peste venne individuato solo alla fine del XIX secolo, quando nell’Europa Occidentale la peste era già stata definitivamente debellata grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, mentre in altri Paesi del mondo essa avrebbe mietuto ancora molte vittime: nell’epidemia del 1894-1912 in India morirono 11 milioni di persone. Fin dai tempi più antichi la letteratura si è interessata a questo tipo di epidemia.
Il processo agli untori e la colonna infame
Un antenato di Alessandro Manzoni fu accusato durante la peste del 1630 di aver pagato due monatti per ungere le porte di suoi concorrenti. Una vicenda che ispirò l’autore dei Promessi sposi.