Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
LA RIFLESSIONE

Quei segni di una Chiesa che si è fatta atea

La Chiesa cattolica sta diventando atea? E' quasi inevitabile chiederselo. Tutta l'attenzione verte su fatti mondani: la politica, i migranti, i poveri materiali. Dio è sullo sfondo ma secondario: se Gesù fosse venuto per questo, sarebbe inevitabile dire, come facevano i comunisti, che Cristo ha perso: nel mondo non sono cessate, dopo di lui, nè le guerre nè le ingiustizie; nè sono spariti i poveri e gli egoisti.

Ecclesia 22_11_2019

La Chiesa cattolica sta diventando atea? E' quasi inevitabile chiederselo, di questi tempi. Tutta l'attenzione, infatti, verte su fatti mondani: la politica, i migranti, i poveri materiali... Dio è sullo sfondo, nominato, sì, ma secondario: in funzione d'altro. Sembra che la missione della Chiesa sia quella di farsi carico dei mali del mondo, come fanno le Ong, gli Stati, i poteri temporali.

Ma se Gesù fosse venuto per questo, sarebbe inevitabile dire, come facevano i comunisti all'inizio del secolo scorso, che Cristo ha perso: nel mondo non sono cessate, dopo di lui, nè le guerre nè le ingiustizie; nè sono spariti i poveri e gli egoisti. Per questo, per creare un mondo giusto, perfetto, già qui sulla Terra, è sorta l'ideologia più lusingatrice e fallimentare di sempre: il comunismo. Una sorta di cristianesimo mondanizzato, ateo, che prometteva il Regno dei Cieli in terra, la giustizia sociale, economica, per tutti.

Stiamo assistendo allo stesso errLa Chiesa, che condannò il comunismo per prima, che ne svelò l'inganno alla luce di una visione soprannaturale, sta cadendo ora in un'ideologia, proprio dopo l'evidenza del suo fallimento?

Ci sono molti fatti che lo fanno pensare.

Al primo si è già accennato: l'insistenza continua sulla povertà come condizione esclusivamente materiale, decapita la "buona Novella", che consiste essenzialmente nel fatto che la povertà dell'uomo, la povertà vera, "sparisce" nel momento in cui egli incontra Cristo. Qual'è l'unica vera ricchezza, per il cristiano? L'amicizia con Gesù. E l'unica, vera, incolmabile povertà? Non conoscerlo; non conoscere Dio, il senso stesso dell'esistenza umana. Ricchi o poveri, moriremo tutti: ma perchè siamo vissuti, e cosa c'è dopo la morte?

Cristo, occorre ribadirlo, non ci ha portato nè la ricchezza materiale, nè la fine dei mali fisici, ma "solo" la possibilità di sconfiggere l'unico male davvero mortale: il peccato, la solitudine. E' vero, ha dato anche da mangiare a chi aveva fame, ma anzitutto ci ha regalato "parole di vita eterna"; ci ha donato il "pane del cielo", il suo stesso Corpo; ci ha ricordato che "non di solo pane vive l'uomo...".

Oggi, queste tavolate imbandite, con solenne pubblicità, proprio nel tempio, nei luoghi sacri, queste continue "giornate del povero" dove al centro ci sono i tortellini con o senza maiale, e il cibo halal, non sminuiscono forse la centralità dell'Eucaristia? Non sembrano suggerire all'uomo di oggi, smarrito perchè senza Dio, che ciò di cui ha bisogno è anzitutto il cibo materiale? Non sono, per concludere, quasi fuori luogo, in un mondo in cui tutto sommato il pane non manca, mentre scarseggiano voglia di vivere, gusto e ragioni dell'esistenza?

Un altro fatto che fa pensare molto, riguardo a una Chiesa che si ateizza, è il messaggio sul matrimonio: l'indissolubilità, insegna Cristo, è ciò che Dio ha voluto per l'uomo, sin dal principio. Eppure essa ha sempre spaventato tutti, anche i discepoli. Per questo Gesù dice loro: "Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso".

L'indissolubilità del matrimonio è il corrispettivo dell'amore fedele di Dio: l'uomo mondano fatica a capire l'amore vero, capace di sacrificio, eterno: si scandalizza e si spaventa. Ma la "buona novella", il Vangelo, è tale perchè colpisce l'uomo, ne contraddice la pochezza, e gli rivela che possiamo amare davvero, infinitamente, con la grazia di Dio. Il matrimonio indissolubile è, in quanto com-unione, un altro dono immenso di Cristo! Un altro modo di unirci a Lui, nella gioia e nella croce!

Ebbene, da ormai 5 anni, cioè dall'epoca del discusso Sinodo sulla famiglia, nella Chiesa l'indissolubilità è messa in dubbio, è presentata come qualcosa di così difficile, così arduo, da apparire quasi impossibile. E' in relazione a questo modo di vedere che si ribalta anche il senso dell'Eucaristia: si insegna che tutti possono accedervi, che tutti possono essere in com-unione con Dio, anche coloro che hanno rotto la com-unione con il coniuge e i figli, quando al contrario si dovrebbe anzitutto ricordare che l'Eucaristia rende possibile ciò che è impossibile all'uomo, cioè anche il matrimonio cristiano!

C'è un ultimo segno evidente, tra i tanti, di un' ateizzazione della Chiesa. I non cristiani, sin dai primi secoli, non riuscivano a capire l'Eucaristia, l'indissolubilità del matrimonio e, per finire, il celibato del preti e delle monache. Ebbene anche questa verità di fede oggi è sempre meno compresa e valorizzata, proprio nella Chiesa, e ciò non può accadere che per una fatto: se viene meno la fede, viene meno la capacità di capire ciò che Cristo ci ha svelato.

Infatti, anche per il celibato dei preti, Cristo ha detto che si tratta di una verità umanamente "difficile". Se per il matrimonio ha affermato: "Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso", per il celibato ha ribadito il concetto: "Vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre e ve ne sono altri che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca"( Matteo 19, 10-12).

La Fede sta qui: nel capire che lo sguardo di Dio rovescia quello mondano, e mette il pane del Cielo davanti a quello terreno, la grandezza dell'indissolubilità matrimoniale e del celibato ecclesiastico "davanti" alle difficoltà che essi comportano.

I cattolici e i cristiani atei, una categoria che è sempre esistita, e che oggi forse abbonda più che mai, sono "coloro che non capiscono, perchè non possono capire": dove manca la Fede, le verità di Fede diventano incomprensibili.