Preghiera per il Libano, oggi i capi religiosi in Vaticano
Si svolgerà oggi la Giornata di riflessione e di preghiera per il Libano voluta da Papa Francesco, che questa mattina incontrerà a Santa Marta i principali responsabili delle comunità cristiane libanesi. Poi la preghiera a San Pietro e quindi tre sessioni di consultazioni per cercare di far fronte alla grave situazione del Paese dei Cedri.
Avrà luogo oggi la Giornata di riflessione e di preghiera per il Libano indetta da Papa Francesco un mese fa. Il Pontefice accoglierà questa mattina a Santa Marta i principali responsabili delle comunità cristiane presenti in Libano, prima di recarsi nella Basilica di San Pietro per un primo momento di preghiera. Seguiranno tre sessioni di consultazioni spalmate fino al tardo pomeriggio che si terranno, a porte chiuse, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. La Giornata si concluderà alle 18 nella Basilica San Pietro con la preghiera ecumenica per la pace.
L’appuntamento di oggi è stato voluto dal Santo Padre al fine di chiedere al Signore pace e speranza per il Libano, alle prese con la più grave crisi sociale della sua storia. Anche quello che si è concluso ieri è stato un mese nero per la popolazione libanese: si è concluso, infatti, con un’ulteriore svalutazione della moneta locale e lo stop ai sussidi statali per l’acquisto di carburante. Il budget destinato a mantenere calmierato il prezzo della benzina, infatti, va verso l’esaurimento. Nel corso di una conferenza stampa di qualche giorno fa, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati a cui non fa difetto il parlar chiaro come dimostrato anche in precedenti circostanze, ha detto esplicitamente che la Santa Sede teme il collasso del Paese. “La comunità cristiana si sta indebolendo - ha dichiarato l’arcivescovo britannico -, c’è il rischio che gli equilibri interni dello stesso Libano vengano distrutti, mettendo in pericolo la presenza dei cristiani in Medio Oriente”.
Che la comunità cristiana si stia indebolendo sotto l’effetto della catastrofe sociale in corso lo ha confermato anche Aiuto alla Chiesa che Soffre con l’allarme sull’istruzione cattolica lanciato dalla sua responsabile del dipartimento progetti, Regina Lynch: “Gli istituti cattolici come gli ospedali e le cliniche stanno lottando per sopravvivere, cercando di trovare i fondi di cui hanno bisogno per acquistare medicinali e importanti attrezzature mediche, perché in questo momento in Libano mancano davvero cinque minuti all’ora zero”.
Papa Francesco, che in questi anni ha dimostrato di avere a cuore le sorti del Paese dei Cedri, ha ricordato la situazione di grave crisi sia nell’Angelus di domenica che durante la sua udienza di quaranta minuti con il Segretario di Stato statunitense Antony J. Blinken. Oggi in Vaticano, oltre al nunzio apostolico monsignor Joseph Spiteri, sono attesi il cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, Ignace Youssif III Younan, patriarca di Antiochia dei Siri, quello di Antiochia dei greco-melkiti, Youssef Absi, il vescovo caldeo Michel Kassarj e il vicario apostolico di Beirut, Cesar Essayan. Parteciperanno anche tre vescovi ortodossi e un reverendo evangelico.
Sarà un incontro spirituale, senza politici. D’altronde, non è un mistero che la drammatica crisi in cui è precipitato il Paese viene addebitata proprio all’inefficienza della classe dirigente locale contro cui si è scagliata molto spesso la voce critica dei vescovi del posto. Negli scorsi giorni monsignor Michel Aoun, eparca dei maroniti di Jbeil-Byblos, ha rivelato che i leader politici cristiani hanno chiesto un’udienza al nunzio apostolico. C’è grande interesse, dunque, per la Giornata di riflessione e di preghiera e le comunità cristiane libanesi parteciperanno attivamente all’iniziativa del Santo Padre con Messe e Rosari nelle chiese e nei conventi del Paese.