Preghiera contro l’aborto, la polizia britannica paga per l’arresto ingiusto
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Isabel Vaughan Spruce riceve 13mila sterline e le scuse in un accordo extragiudiziale per i due arresti subiti. Vittoria importante per i pro-life ma il nuovo governo laburista promette una nuova stretta.
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13.000 sterline e le scuse. È questo il risarcimento che la polizia delle West Midlands ha accettato di concedere a Isabel Vaughan Spruce lo scorso 19 agosto, per averla ingiustamente arrestata e imprigionata due volte per il presunto reato di essersi fermata da sola su un marciapiede e aver pensato silenziosamente a Dio fuori da una clinica abortista a Birmingham nel 2022 e nel 2023.
L'accordo è stato raggiunto in via extragiudiziale e quindi non varrà come precedente per altri casi simili in attesa di giudizio, come quello di Adam Smith-Connor, previsto per il prossimo settembre. Come si ricorderà anche lui è accusato di aver violato il Public Space Protection Order (PSPO, una zona protetta), dove sono vietate tutte le espressioni di «approvazione o disapprovazione di questioni relative ai servizi di aborto».
Isabel Vaughan Spruce, che è direttrice del gruppo pro-life March for Life UK, saluta, giustamente, la «grande notizia». L'accordo, ha dichiarato ieri alla Bussola in una telefonata esclusiva, è una vittoria importante che sottolinea un principio fondamentale: «I sostenitori della vita hanno dei diritti nel Regno Unito» che la polizia deve rispettare. In ogni caso, la generosa somma ricevuta da parte della polizia delle West Midlands è a tutti gli effetti un'implicita ammissione che sono stati commessi degli errori e che le devono un risarcimento.
Isabel, che sarà ospite speciale alla Giornata della Bussola il prossimo 28 settembre presso la Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio (BS), aveva citato in giudizio la polizia delle West Midlands per due arresti illegali e false detenzioni; aggressione e abusi in relazione a una perquisizione invasiva della sua persona; e per la violazione dei suoi diritti umani sia per quanto riguarda gli arresti, sia per le onerose condizioni di libertà provvisoria che le erano state imposte. I video di quegli arresti, chiaramente sproporzionati, delle perquisizioni pubbliche del corpo e dei capelli da parte della polizia, con l'ovvio intento di intimidire e scoraggiare Isabel e i suoi sostenitori dal ripetere un simile comportamento, hanno fatto il giro del mondo, erano finiti sulle prime pagine dei giornali e hanno allarmato l'opinione pubblica nazionale e internazionale.
La soluzione extragiudiziale comunque non soddisfa pienamente tutti: alcuni sostenitori pro-life speravano che il caso andasse in tribunale e che si arrivasse a una sentenza che confermasse almeno il loro diritto a essere fisicamente presenti fuori dalle strutture abortive senza «molestie da parte della polizia». Altri si rammaricano invece che alla polizia sia stato evitato un lungo processo potenzialmente insidioso, con una copertura mediatica che avrebbe potuto rafforzare le accuse a una polizia che usa due pesi e due misure. Certamente, questa soluzione permette alla polizia delle West Midlands di accettare la richiesta di Isabel senza dover spiegare o giustificare ufficialmente perché ha accettato di pagarla, cosa ha fatto di sbagliato o come è stata calcolata la somma. Tuttavia, ci vorrà molto di più di un accordo extragiudiziale e di una somma di denaro per togliere l'etichetta di “polizia del pensiero”, spesso usata dalla stampa e dal pubblico per descrivere il comportamento degli agenti di polizia britannici coinvolti nell'arresto di Isabel.
Ma la cosa più significativa è che la notizia dell'accordo giunge in un momento critico nel Regno Unito, in cui i diritti democratici di coloro che difendono la vita e i diritti democratici delle donne di essere informate su tutte le scelte alternative all'aborto vengono seriamente limitati. Secondo notizie rivelate nei giorni scorsi dal Ministero dell'Interno, Keir Starmer, il nuovo primo ministro laburista, vuole far rispettare le controverse “zone cuscinetto”, votate a maggioranza dal Parlamento nell'ambito del Public Order Bill (POB) nel 2023, e attualmente in sospeso. Ciò impedirà qualsiasi attività pro-life entro un raggio di 150 metri da ogni struttura abortiva in Inghilterra e Galles.
Lo scandalo di membri del pubblico interrogati, perquisiti, arrestati, rinchiusi o multati e portati in tribunale per aver pregato in silenzio vicino a una clinica abortista aveva spinto il precedente governo conservatore a ritardare l'applicazione della clausola sulle “zone cuscinetto” del POB fino a quando non fossero state prodotte chiare linee guida da seguire per la polizia. Due video in cui Adam Smith-Connor viene fermato e interrogato sono la prova che la legge sulle zone cuscinetto viene applicata in modo iniquo e ingiusto. Nel primo video, registrato lo scorso novembre 2019, si sentivano gli agenti di polizia di Bournemouth rassicurare Adam: «Questa è l'Inghilterra e quello che stai facendo è legale» [pregare in silenzio nelle vicinanze di una clinica abortista]. Mentre nel secondo video, registrato solo sette giorni dopo nello stesso luogo, si sentono gli agenti comunali informare Adam che non può pregare in silenzio e comminargli la multa prevista dalla legge.
La radice del problema risiede nell'ambiguo linguaggio giuridico utilizzato nella clausola sulle “zone cuscinetto” che, a causa della sua vaghezza, è eccessivamente aperto all'interpretazione. Ma le linee guida che miravano a risolvere la questione e che erano in fase finale sono state abbandonate a causa delle elezioni generali anticipate decise dall’ex primo ministro conservatore Rishi Sunak.
Così quando Isabel è andata in tribunale a Birmingham, il giudice ha respinto il caso per mancanza di prove. Quando invece è stato Adam Smith-Connor a presentarsi in tribunale, il giudice ha confermato che il processo doveva proseguire. E nell'attuale situazione politica, l'esito di quel processo è imprevedibile.
Ma il peggio deve ancora arrivare. L'aspettativa generale, se Starmer non incontrerà ostacoli, è che la legge venga applicata senza linee guida e senza la necessaria segnaletica che indichi al pubblico l’inizio della zona di esclusione di 150 metri in cui diventa attività criminale pensare a Dio, pensare che l'aborto uccide i bambini, voler aiutare qualcuno che chiede informazioni sulle alternative all’aborto o anche il semplice indossare una maglietta che potrebbe essere interpretata come a favore della vita. Soprattutto, costringe la polizia a un ridicolo gioco di congetture su ciò che le persone potrebbero pensare o sul motivo per cui potrebbero fermarsi lungo la strada.
Inoltre, senza segnaletica come faranno gli agenti ad avere la certezza di dove iniziano e finiscono i 150 metri richiesti? E in caso di contestazione, porteranno con loro un metro a nastro per controllare di essere nel giusto, in modo da poter legittimamente emettere una multa per violazione della zona cuscinetto? Facile immaginare come l’applicazione di questa legge controversa e antidemocratica potrà influenzare la vita e la cultura britannica.
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