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cultura della morte

Pogrom a Parigi, ma Macron pensa ad aborto ed eutanasia

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Invece di affrontare il fallimento di un multiculturalismo che genera solo violenza e disintegrazione, il presidente vuole trasformare la Francia in una grande agenzia funebre dal concepimento al "fine vita".

Esteri 01_11_2023

Nonostante in Francia si stiano moltiplicando proteste e violenze di ogni genere, aggravatesi dopo lo scoppio della guerra tra i macellai di Hamas e lo Stato di Israele, il presidente Emmanuel Macron tenta di distogliere le preoccupazioni dell’opinione pubblica, presentando la proposta di riforma costituzionale per l’aborto come diritto «irreversibile» e per il diritto di essere aiutati a morire, grazie all’eutanasia.

Macron sarà ricordato come il primo presidente francese che vuol trasformare il Paese in una grande agenzia funebre dal concepimento al fine vita. Se è vero che i cittadini di religione ebraica in Francia, nel Regno Unito e soprattutto in Germania, dopo le minacce subite (+1350% in Inghilterra da inizi ottobre), stanno considerando di rientrare in Israele, ciò che sta accadendo in Francia ha precedenti soltanto nel secolo scorso.

Secondo i dati riportati dal governo e ripresi dalla rivista Boulevard Voltaire nei giorni scorsi, da luglio in poi in 516 comuni francesi sono stati appiccati 24.000 incendi stradali, 12.000 veicoli sono stati bruciati, 2.500 edifici sono stati distrutti o gravemente danneggiati, tra cui 168 scuole e 105 municipi. Le violenze urbane hanno portato all’arresto di 4.164 responsabili, con 3.847 incriminazioni penali, tra cui 1.498 giudizi immediati mentre più di 1000 sono  i minori radicalizzati e coinvolti nelle violenze islamiste nel Paese.

Ieri, la capitale francese ha visto l’inizio dei pogrom antisemiti: la procura di Parigi infatti ha aperto  un'indagine, dopo il ritrovamento di stelle di David, simbolo della religione ebraica e dello Stato d'Israele, pitturate nella notte su diversi edifici della città.

Ebbene, invece di lavorare giorno e notte per affrontare il fallimento di un multiculturalismo che ha prodotto solo disintegrazione in Francia, domenica 29 ottobre, tramite Twitter, Emmanuel Macron ha annunciato il progetto di legge costituzionale per inserire il diritto di aborto nella Costituzione francese. Il testo «sarà inviato al Consiglio di Stato questa settimana e presentato al Consiglio dei ministri entro la fine dell'anno» e sancirebbe nella legge fondamentale «la libertà delle donne di ricorrere all’aborto». Si tratterebbe, cioè, di aggiungere all'articolo 34 della Costituzione attuale che «la legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà, che le è garantita, di ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza».

Una accelerazione inattesa, visto che dallo scorso 8 marzo, quando lo stesso Macron aveva promesso di voler sancire nella Costituzione «la libertà della donna di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza per assicurarsi solennemente che nulla possa ostacolare o annullare ciò, che sarà così irreversibile», nulla si era più saputo della tragica intenzione. Macron ha anche più volte precisato che nel 2024 vorrebbe «un congresso a Versailles» su questo tema.

È un modo per far sì che il testo venga adottato più rapidamente, senza dover ricorrere a un referendum ed evitando dibatti e divisioni sociali nell’anno in cui si voterà per le elezioni europee e si definiranno la Commissione Europea e i portafogli dei commissari inviati da ogni Paese. Il ricorso all'aborto è già garantito in Francia dalla legge Simone Veil, approvata nel 1975. Ad oggi si può abortire, dopo la modifica sostenuta anche dal partito di Macron nel 2022, fino alla 14a settimana di gravidanza. Certamente inserire l’aborto nel testo costituzionale renderebbe più difficile ad una maggioranza politica pro-life – attualmente più che improbabile in Francia – di limitarlo.

Se per alcuni esperti costituzionalisti la riforma non produrrà particolari conseguenze, se l'obiettivo sperato dall’Eliseo è di avvicinare le femministe francesi al presidente Macron, per il raffinato e combattivo giurista Gregor Puppinck invece,  «una simile modifica costituzionale avrebbe gravi conseguenze, tra cui l’effetto di «minacciare la libertà di coscienza del personale medico. (…) Il Consiglio costituzionale quantomeno ne limiterà l'esercizio, se non lo eliminerà». Ovviamente, il popolo francese si è espresso sulla proposta di Macron in un significativo sondaggio di Le Figaro, e al 58,9% ha dichiarato la sua contrarietà alla costituzionalizzazione dell’aborto.

Per altri versi Macron, a dimostrazione della piena consapevolezza delle proprie incapacità di governo e di uno spirito terribilmente contrario alla vita dei propri cittadini, sta procedendo alla legalizzazione della eutanasia. Se il Papa, col suo viaggio a Marsiglia dello scorso 22-23 settembre, aveva in qualche modo ritardato la definitiva presentazione della legge pro eutanasia, di certo il buon cuore di Macron, generoso e caritatevole verso i suoi cittadini, non aveva dimenticato il dono mortale che stava preparando loro. Il testo su un modello francese di fine vita, che autorizza l’assistenza attiva alla morte, dovrà essere presentato al Consiglio dei ministri entro dicembre – lo ha rivelato il quotidiano L’Opinion all’inizio di ottobre.

La scelta fatta dall'Eliseo è stata confermata nei giorni scorsi a Le Figaro dall'entourage di Agnès Firmin Le Bodo, ministro delegato alla Salute e protagonista del dibattito sul fine vita. Come ha detto lo stesso presidente Macron lo scorso aprile, a chiusura della "convenzione dei cittadini" sul fine vita, la legge potrebbe provocare «vertigini etiche» ma, ciononostante, il testo sarà trasmesso al Consiglio di Stato in dicembre e calendarizzato nel primo semestre del 2024.



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