Perù, Bolivia, Brasile: socialisti assolti da ogni crimine
Solo la destra complotta contro la democrazia? Sì, a giudicare dalla narrazione liberal sugli eventi del Sud America. Ma, lontani dall'attenzione dell'opinione pubblica, i socialisti latini stanno facendo scempio di ogni regola democratica. Repressione sempre più dura in Brasile, arresti di oppositori in Bolivia, scontri in Perù dopo il golpe.
La cronaca scritta dal globalismo liberal e socialista è tanto schizofrenica da non capacitarsene. Vede complotti e attentati allo Stato di diritto, democrazia e diritti umani solo nei movimenti e politici cristiani e conservatori. Ciò che sta accadendo in queste settimane per mano delle sinistre comuniste, marxiste e populiste in Bolivia, Brasile, Perù e la cronaca, ovvero la censura, che ne fanno giornali e mass media mondiali, ha dell’incredibile.
L’ultimo aggiornamento di queste ore che viene dal Brasile, mentre prosegue la ‘nenia massmediatica’ dei bolsonaristi cattivi (dimenticando che sono stati 51 milioni gli elettori di Bolsonaro, contro i 52 di Lula), il solito ‘giudice robespierre’ Alexandre de Moraes, ha proibito l'occupazione e il blocco di strade o autostrade, nonché qualsiasi manifestazione organizzata davanti agli edifici pubblici. Si deve intendere che il divieto valga solo per coloro che non sostengono l’attuale Presidente Lula da Silva, visto che poche ore prima diversi membri del Partito dei Lavoratori ed esponenti vicini a Lula avevano invitato propri sostenitori a scendere in piazza per riaffermare il proprio sostegno alla democrazia (e alla maggioranza rossa). Giustizia uguale per tutti? Non per i 1500 detenuti per le manifestazioni di domenica, centinaia dei quali si trovano nelle strutture della Accademia di polizia di Brasilia, dormono su un pavimento affollato e sporco, come risulta anche alla BBC, con accesso limitato a cibo e acqua, mentre altri manifestanti in stato di fermo sono stati trasportati in località al momento non conosciute. La cronaca fatta dai giornali locali, sulle condizioni delle carceri e dei carcerati, inclusi donne, anziani e bambini è drammatica. Nessuna pietà per i manifestanti, o per i sospetti finanziatori, ancor meno per i politici conservatori che si presume complici dei rivoltosi.
Così, mentre Lula ed i Presidenti di Camera e Senato presentavano in diretta il decreto approvato che estende l’usurpazione da parte del Governo centrale del governatorato di Brasilia sino a fine gennaio, si dava notizia della apertura dell'indagine da parte della Procura brasiliana contro l'ex governatore, neo eletto, e l'ex Segretario alla Sicurezza del Distretto Federale Antonio Torres (già Ministro della Giustizia del Brasile nel governo Bolsonaro). Intanto è certo che Jair Bolsonaro voglia rientrare in patria appena possibile, dopo aver terminato i controlli ospedalieri in Florida, nonostante sia quasi certo che verrà arrestato con sospetto (infondato) di esser il promotore della rivolta.
Democrazia? Stato di diritto? La militanza tra i neo liberali illiberali e i partigiani socialcomunisti assegna il privilegio di poter violare ogni regola democratica e qualunque principio dello ‘Stato di diritto’ senza alcun ritegno, nella censura dei quotidiani nazionali e con gli applausi dei mass media mondiali.
In Bolivia, la polizia boliviana ha arrestato il 28 dicembre il governatore di Santa Cruz (la regione più ricca e produttiva), Luis Fernando Camacho. L’arresto dell’unico leader dell’opposizione ancora pienamente attivo sulla scena politica del Paese, dopo la conquista del potere da parte dei rossi del partito MAS di Evo Morales e Luis Arce, ha provocato gravi disordini. Camacho è uno dei principali responsabili del della rivolta popolare del 2019 contro Evo Morales. Ora Camacho è stato arrestato con l’accusa di terrorismo nell’ambito del processo denominato “Golpe de Estado 1” nel quale sono coinvolti tutti i leader dell’opposizione repubblicana e democratica, tra cui la ex presidente Jeanine Añez, tuttora in carcere dal marzo 2021 e condannata lo scorso giugno ad altri 10 anni di carcere. Tuttavia decine di migliaia di cittadini, in tutto il paese, chiedono il rilascio del governatore di Santa Cruz e dei 183 prigionieri politici fatti incarcerare dal governo marxista del MAS (Movimento al Socialismo).
Avete sentito una sola parola su questi arresti illegittimi, su queste palesi violazioni dello ‘Stato di diritto’? Sì, in Italia, il Manifesto ci dava il 30 dicembre una bella lettura della situazione: finalmente il ‘golpista’ Luis Fernando Camacho è stato arrestato. Il Movimento al Socialismo può proseguire il suo cammino per la felicità, dove il MAS sta pianificando la presa del potere. Tutto legittimo, cristiani e conservatori devono andare in cella almeno per 10 anni, il socialismo non deve esser fermato. Così, l’appello di Camacho per chiedere la liberazione dal carcere preventivo di ieri? Udienza annullata, mancava un giudice, si vedrà quando possibile fissare nuova udienza. Viva ‘Stato di diritto sociaslita’!
Anche nel Perù dove il Governo provvisorio, dopo il tentato ‘golpe’ dell’altro "paladino marxista dei popoli andini" Pedro Castillo e i suoi ascari del ‘Sendero Luminoso’, la situazione per i democratici rimane difficile. A seguito degli incidenti del fine settimana, dove decine sono i morti (tra cui un poliziotto bruciato vivo) negli scontri tra polizia, esercito e rivoltosi vandali e dinamitardi nella regione di Puno, il Procuratore Generale del Perù ha dichiarato ieri di aver avviato un'inchiesta sul nuovo Presidente della Repubblica Dina Boluarte, sul Primo Ministro Alberto Otarola, che ha ottenuto la fiducia del Parlamento ieri grazie al voto di tutti i partiti conservatori, liberali e cristiani e sui Ministri di Difesa e Interni per i violenti scontri che si susseguono nel paese da dicembre. Gli esponenti del Governo in carica sono accusati di ‘genocidio e gravi violenze’, questa la notizia smerciata dai mass media, non le violenze dei rossi golpisti.